Two

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Harry rimase...stupito.
Stupito dalla bellezza di quegli occhi grigi.
Sembravano di un grigio spento, ma il moro era dell'idea che una volta erano argento.
Si.
Argento.
Guardò ancora il ragazzo attraverso la porta.
Era rannicchiato in un angolo, tremante.

"Ciao" disse infine con un sorriso dolce.

Il ragazzo biondo non gli rispose, ma si limitò a donargli un'occhiata impaurita.

"Non parli?" Chiese Harry, paziente.

Niente.
Nessuna risposta.
Nessun suono.
Nulla sembrava voler lasciare la bocca del povero Malfoy.

"Mi dici almeno il tuo nome?" Continuò speranzoso il moro.

Niente.
Di nuovo nessuna risposta.
Di nuovo nessun suono.
Lo sguardo del ragazzo dagli occhi spenti ora era perso nel vuoto.

"Beh allora mi presento io. Mi chiamo Harry James Potter." Disse per poi porgergli la mano.

Draco guardò la sua mano, per poi stringerla alla sua con debolezza e, nello sguardo, la paura.
Avete presente la paura di quando avete sul forno qualcosa e temete di scottarvi?
Ecco.
Quella mano.
Paura.
Draco aveva paura di ogni tipo di contatto.
E fissava quella semplice mano di un ragazzo moro dagli occhi color smeraldo come se potesse ustionarlo da un momento all'altro.
Poco dopo, infatti, il biondo tolse di scatto la sua mano dalla stretta, come se quella di Potter fosse diventata improvvisamente bollente.

"Ehi...Non mordo mica." Disse Harry, sorpreso e continuando a porgergli la mano per farsela stringere come si deve.

Il moro iniziò ad avanzare verso il paziente, ma questo con uno scatto, si rifugiò in un angolo della stanza e si coprì il viso con le mani.
Potter continuò ad avvicinarsi.

"Draco..." Lo chiamò ricordandosi il nome, letto sulla cartella clinica.

Il ragazzo abbassò di poco le braccia. Lacrime.
Tutto quello che Harry poteva vedere.
Lacrime su quel viso così angelico.
Lacrime sulle guance di quel povero ragazzo incompreso.
Lacrime di dolore, tristezza e solitudine.
Lacrime.
Solo lacrime.

"Draco. So che non sei pazzo,  io voglio solo aiutarti." Disse con sincerità il ragazzo.

A quel punto il biondo lascio cadere le braccia, lasciandosi guardare dal moro.
Ci stava provando...
Ci stava davvero provando a sembrare un ragazzo normale, una persona normale.
Ma non ci riusciva.

"Sai, se vuoi che io ti aiuti occorre che tu mi dica tutto ciò che é necessario sapere okay?" Il biondo annuì.

"Andremo per gradi. Non voglio riempirti di domande la prima volta...Tu non vuoi parlare giusto?"
Il ragazzo negò con la testa, con forza determinata.

"Uhm bene. Allora che ne dici se scrivi su questo block notes?" Harry glielo porse insieme ad una biro, mentre il ragazzo lo afferrava e lo guardava con sguardo dubbioso.

"Posso sedermi vicino a te?" Chiese il dottore.
Il ragazzo annuì di nuovo.
Il moro si sedette in parte a lui, ma questo si spostò di un paio di centimetri da lui.
Ma questo non importava.
Ad Harry questo bastava per il momento.

"Allora...Che scuola frequentavi Draco? "

Frequentavo il liceo delle scienze umane.

Scrisse tremando il ragazzo.

"E com'eri? Come te la cavavi?"

Il ragazzo iniziò a tremare ancora di più, per poi scrivere di nuovo.

Bene. Ero il classico studente a cui veniva sempre detto che poteva fare di più.

"Capisco. Sai, anch'io ero così." Confessò sorridendo Harry.
Malfoy lo guardò dubbioso, per poi fargli segno di continuare.

"E con i tuoi compagni? Avevi un bel rapporto?"

Il labbro del ragazzo iniziò a fremere in maniera incontrollabile e le sue dita si strinsero con forza intorno alla penna.
E in quel momento, Potter fu sicuro di aver toccato uno dei punti cruciali.

Non ero proprio accettato lì...

"Parlamene."

Non credo di volerne parlare.

"Bene, se vuoi essere aiutato devo sapere tutto. Ma capisco anche che all'inizio può essere difficile quindi non voglio forzarti." E si guadagnò un'occhiata carica di gratitudine da parte del biondo.

"Ho un'ultima domanda.
Ti hanno mai insultato o picchiato con forza?"

E fu a quel punto che Draco si ruppe.
Annuì e si portò le ginocchia al petto, stringendole con disperazione, iniziando a singhiozzare.

《Merda.》 Pensò Harry.
Forse aveva esagerato.
E ora?
Che doveva fare?
Doveva consolarlo? O era meglio che si sfogasse?
Sfortunatamente entrarono circa otto medici con sguardo fermo.

"Malfoy le sue medicine."

Draco alzò lo sguardo e scosse la testa con violenza.

"Oh per l'amor del cielo! Non faccia tanto il prezioso signor Malfoy."

Un medico avanzò con velocità verso il ragazzo, prendendolo con forza per il braccio, mentre altri quattro lo bloccavano e lui tentava, invano, di liberarsi.
Sempre lo stesso uomo gli ficcó nel braccio una siringa, per poi rilasciarne il contenuto.
Harry in quel momento non fece nulla.
Se ne restò li.
In stato di trans.
A pensare con quanta brutalità veniva trattato quel povero ragazzo.
《Che bisogno c'è di trattarlo come un animale?》
Draco aveva smesso di agitarsi e giaceva mezzo rimbambito sul pavimento della sua lurida stanza.
Il dottore che l'aveva preso per il braccio gli porse un bicchiere d'acqua con degli antidepressivi, che Malfoy buttò giù subito, senza fare storie.
I medici fecero per andarsene ma Harry fermò il "capo" del gruppo.

"Che bisogno c'è di trattarlo così?" Chiese, senza perdere il suo sguardo fermo.

"Sentimi bene ragazzino." Disse sibilando il medico per poi prenderlo per il colletto del camice."So come va trattato un paziente. O lui prende le medicine o noi lo sbattiamo fuori di qui e, mi creda, i signori Malfoy non ne sarebbero felici. Quindi vedi di farti gli affari tuoi novellino o rischi di farti male"

Detto questo uscì, come una furia dalla stanza 394.
Potter rimase scioccato.
Come potevano parlare così di una persona con problemi, ma che provava lo stesso sentimenti ed emozioni?
Si voltò per rassicurare Draco, ma questo dormiva, in un sonno beato causato dai sonniferi.
Si diresse verso la porta e si girò quel ragazzo dagli occhi spenti.
《Lo aiuterò. Fosse l'ultima cosa che Dio mi fa fare.》

Psychiatric Love||DRARRYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora