#1 Carol e Jeff.

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Una ragazza davanti allo specchio si stava aggiustando la divisa nera scolastica. Il suo nome era Carol, una ragazzina di si e no 16 anni, era dolce e carina con tutti quanti. Almeno è quello che tutti credono a prima vista su di lei, se si conosceva affondo sapeva essere tutt'altra persona e non quella che subito si è conosciuta. Carol si aggiustò gli occhiali e poi le trecce che le scendevano sulle spalle, poi alzò lo sguardo che prima era sullo zaino e si guardò di nuovo. Odiava la sua vecchia se stessa, ma questo col tempo è riuscita a dimenticarlo completamente, ora odia solo le persone. Pensava che il genere umano era solo spazzatura, anche se lei stessa faceva parte dello stesso genere. Lei uccideva di notte come ogni assassino sapeva fare, lo faceva da quando l'orfanotrofio la cacciò dopo quella tragedia di due anni fa. Lei uccise tutti i suoi compagni in un attacco di pazzia, per questo l'orfanotrofio la mandò via, non poteva di certo permettersi di perdere altri marmocchi a causa sua.
Scosse la testa per cacciare via quei pensieri, e si allenò a fare sorrisi falsi e dolci allo stesso tempo.
Doveva mettere di giorno una maschera per nascondere la sua vera lei, così nessuno avrebbe mai sospettato della sua vera natura ma soprattutto che lei fosse una serial killer.
La cattiveria e il dolore erano in lei da anni e sapeva dominare i suoi attacchi di pazzia molto bene. Le è anche giunta voce che nella città dove da poco si era trasferita, stava facendo testa a un famoso serial killer più ricercato di lei.
Iniziò a ridere al solo pensiero, come poteva un killer più bravo di lei farsi battere da una di 16 anni?
-Secondo me sarà un idiota senza cervello...- rise ancora una volta, poi scese le scale e infine se ne andò di casa chiudendo la porta a casa. Una volta arrivata a scuola andò verso i corridoi della scuola finché non entrò nella sua classe. Tanto era una delle tante, Carol cambiava sempre scuola per comodità e per nascondere la sua identità. Si sedette all'ultimo banco, dove lì fino alle 14:00 stette a sentire tutte le lezioni che quel giorno aveva.
Si alzò dalla sedia , uscì dalla scuola e si diresse verso casa mentre un sorriso malvagio si fece strada sul suo volto.
Non vedeva l'ora di uccidere quella notte, vedere corpi smembrati da lei stessa, insomma vedere le sue opere d'arte. E far vedere una volta per tutte chi era il capo di quella piccola città fra lei e il killer misterioso.
Quella sarebbe stata una grande notte.

...

Jeff era seduto sul suo materasso mentre fissava la foto di una ragazza con lw treccine e gli occhiali con occhi azzurrini. Aveva lanciato il coltello contro quella foto chissà quante volte , forse una ventina dato che nel muro si era formata una crepa fino al soffitto.
Odia a morte quella ragazzina, le aveva portato via le vittime in men che non si dica e questo lo mandava letteralmente in bestia. Nessuno osava contraddirlo o tenergli testa NESSUNO.
Se questo accadeva succedeva l'imparagonabile , odiava farsi mettere i piedi in testa come tanto tempo fa e ora che era cambiato di certo non voleva che ciò risuccedesse.
-Stupida ragazzina del cazzo ti ucciderò vedrai....e il controllo di questi omicidi sarà di nuovo mio...è solo questione di tempo...- e detto questo lanciò di nuovo il coltello sulla foto.
Voleva vederla soffrire, farla piangere di dolore, farla urlare e poi chissà divertirsi un po' con lei. Nemmeno lui sapeva cosa le avrebbe fatto una volta dal vivo, ma per lui l'importante è che moriva. Doveva morire malissimo per ciò che stava facendo a lui e al suo unico svago.
Jeff quando era triste si faceva consolare dalla madre o dal padre ma oramai questo non è più possibile.
Li mancano da morire , lui però sa bene che non si può tornare indietro del tempo e riparare le cose.
Si alzò da quel polveroso materasso e si diresse in bagno per poi guardarsi allo specchio.
Si accarezzò i tagli e poi passò una mano sugli occhi, pensava che il suo volto era semplicemente perfetto. Iniziò a ridere come un pazzo quale era, una risata che se anche lui non fosse pazzo avrebbe avuto paura di se stesso.
Non usciva quasi mai di casa se no per uccidere e questo accadeva solo di notte per svariati motivi ovvi.
Per tutto il resto della giornata non fece altro che stare sul divano e mangiare finché il sole non calò del tutto.
Jeff vedendo l'orario si alzò, si mise la felpa e prese il suo fidato coltello stringendo la presa saldamente.
La mezzanotte scattò.
Era il momento di andare a caccia di prede.
Di andare a caccia di Carol.

True smile °JEFF THE KILLER FF°Where stories live. Discover now