Parte senza titolo 10

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Ciao a tutte, prima di aggiornare volevo condividere con voi un pensiero.

Ho scritto questa storia prima che si verificasse tutto lo schifo degli ultimi giorni. L'ho scritta pensando a loro e mettendoci dentro anche un pò me stessa, visto che non li conosco personalmente e quindi posso solo immaginare il loro modo di vivere questa storia d'amore.

Nella mia ff Claudio e Mario vogliono stare insieme e lottano contro tutto e tutti, persino contro se stessi, per farlo.

Oggi mi chiedo se abbia ancora senso pubblicare il resto della storia, che comunque parla di  amore. Perché provo un pò di amarezza per quello che stanno facendo a questi due ragazzi e non so se avete ancora voglia di leggere una loro storia anche se immaginaria.

Per cui lo chiedo a voi. Se vi fa piacere e se volete comunque sapere come va a finire, pubblicherò anche il resto.

Intanto, aspettando la vostra decisione, vi lascio al nuovo capitolo.

Francesca.



L'indomani la giornata a lavoro scorre freneticamente, come sempre.

Ho pensato a Claudio per tutto il giorno, ma ho preferito mantenere le distanze. Forse abbiamo entrambi bisogno di pensare a quello che è successo tra noi.

Quando rientro a casa, però, mi basta passare davanti alla porta di casa sua per sentirne la mancanza.

Vorrei tanto non provare quello che provo. Renderebbe tutto dannatamente più semplice. Renderebbe più semplice allontanarlo e lasciarlo fuori da una vita che non piace neanche a me e non vedo come potrebbe piacere a lui.

Faccio una doccia sperando che riesca a liberarmi da questi brutti pensieri e dopo cerco di rilassarmi un po' sul divano. Accendo la tv, fumo una sigaretta e aspetto che la stanchezza abbia la meglio su tutto il resto.

Non appena accendo la seconda sigaretta, sento il telefono squillare per l'arrivo di un messaggio.

"Sarai sicuramente disteso sul divano a fumare. Noi invece stiamo andando a ballare in un lido qui vicino. Come è andata la tua giornata?".

"Cazzo! Ha il gps installato in casa mia?", penso mentre leggo il suo messaggio ed anche se mi sono ripromesso di mettere un punto a questa storia, non resisto e lo chiamo.

Risponde al primo squillo.

"Ehi, Mario!!! Allora, come stai? Come va? Come è stato il rientro? Come è andata a lavoro?".

"Oddio!!!! È tornato!" penso, felice di risentire il mio Claudio.

"Ehi, ehi! Frena! Una domanda per volta" gli rispondo.

E rimaniamo a parlare al telefono per quasi un'ora, raccontandoci le rispettive giornate e semplicemente facendoci compagnia.

"Dai, raggiungi gli altri e goditi la tua serata" dico infine.

"Buonanotte Mario" mi saluta e poi, prima di mettere fine alla conversazione, aggiunge "Grazie! È tutto perfetto qui, anche se vorrei che fossi con me".

"Perché ha questa maledetta capacità di lasciarmi sempre come un coglione? Perché finisce sempre per dire esattamente quello che ho bisogno di sentire?" chiedo a me stesso.

Tutto questo mi spaventa! Ho paura di stare superando quella linea di confine che mi tiene lontano dal precipizio.

Claudio non sa niente di me, del mio passato, della mia vita. Non sa perché mi sono trasferito a Parma. Perché sono scappato da Roma.

Insegnami ad amarmiWhere stories live. Discover now