Parte senza titolo 8

1.2K 118 4
                                    

Avevo pensato ad una introduzione per questo nuovo capitolo, ma i fatti di questi ultimi giorni mi hanno fatto capire che spesso il silenzio è la migliore soluzione.

Una citazione è però d'obbligo. Come disse un grande "saggio" < LA LINGUA USATELA PER REGALARE ORGASMI!>.

< E FATE IN MODO CHE SIANO INDIMENTICABILI> aggiungerei io.

Ecco, diciamo che nella mia FF Claudio e Mario si impegneranno anche sotto questo profilo ;)


Finalmente arriva il lunedì mattina ed io mi sento come quando da bambino dovevo partire per le gite scolastiche. E non so se sono contento per Claudio perché spero che possa fargli bene, o se sono contento per me. Ma forse lo sono per entrambi e preferisco solo non pensarci.

Quando Cristiano suona al citofono sono già pronto da un'ora. Non appena apro la porta me li ritrovo tutti e tre - lui, Paolo e Gianluca - in versione "tipi da spiaggia" e non mi ci vuole molto per capire che sono tutti fuori di testa.

Decidiamo che sarà Paolo a suonare alla porta di Claudio e solo dopo compariremo tutti, nel caso fosse necessario costringerlo a seguirci ed in effetti, non appena Claudio realizza cosa sta succedendo si ribella con fermezza, ma ai suoi amici non si può dire di no. Praticamente non ha alternative, rischia soltanto di essere caricato a forza sulla macchina.

Durante il viaggio Paolo e Cristiano non rimangono in silenzio neanche per un momento: parlano, urlano fuori dal finestrino, cantano a squarciagola. 

Claudio, invece, è pensieroso, ma sento che tutta questa allegria gli farà bene. Sono sicuro che i suoi amici sapranno tirarlo su. 

Gli vogliono bene e si stanno facendo in quattro perché non ci sia spazio per la tristezza.

Io mi sento un po' un estraneo in questo contesto. In realtà, mi chiedo che cosa ci sia venuto a fare. Non conosco Claudio, non sono un suo amico, non faccio parte della sua vita e di certo, quando tre mesi fa sono venuto a Parma, non immaginavo che mi sarei fatto trascinare in una vacanza con quattro sconosciuti che per i miei gusti hanno troppa voglia di vivere.

Ma quando Cristiano mi ha proposto di organizzare questo viaggio come se la mia presenza fosse scontata, come fosse la cosa più normale del mondo, non ho saputo tirarmene fuori.

In fondo, non potrà farmi male. 

Non potrà cancellare il mio passato, non potrà aggiungere niente al mio futuro, ma almeno il mio presente sarà un po' meno solitario.

Non appena arriviamo alla località balneare, gli amici di Claudio si fiondano immediatamente in spiaggia senza neanche portare le valigie in camera e trascinano Claudio con loro. Io mi occupo della registrazione in hotel e mi assicuro che i bagagli di ognuno siano riposti nelle rispettive camere. Poi, li raggiungo.

Devo ammettere che la loro positività è contagiosa. Da quando sono arrivato in spiaggia non ho smesso un attimo di ridere. Si stuzzicano in continuazione, parlano senza sosta, importunano i vicini di ombrellone. Tra i quattro Gianluca è sicuramente quello più timido e riservato, ma è evidente che anche lui adora i suoi amici portatori sani di energia. "E Claudio invece?" mi domando silenziosamente.

Per tutto il tempo in cui siamo stati in spiaggia ho cercato di spiarlo con discrezione. Non voglio che si senta sotto pressione, ma devo capire se sta bene.

Ha fatto il bagno con noi, si è fatto coinvolgere dagli scherzi idioti di Paolo e Cristiano, ha parlato con Gianluca, ma la maschera che ha indossato mi conferma che non sta bene per niente. Si sta sforzando di apparire normale solo per non essere costretto a rispondere alle domande dei suoi amici, ma il dolore dell'altra sera non è ancora andato via.

Una volta tramontato il sole decidiamo di andarci a preparare per la serata. Cristiano ha visto su internet che qui vicino c'è un ottimo ristorante e poi, neanche a dirlo, tutti al lido più famoso del luogo a divertirci. Stando con loro mi sembra quasi di essere tornato adolescente e mi rendo conto che forse Claudio aveva ragione quando mi disse che dovrei prendermi un po' meno sul serio.

********

Dopo meno di un'ora sono pronto: bermuda bianchi, camicia di lino rosa con collo alla coreana e sneakers ai piedi. Una spruzzata di profumo, un'ultima sistemata ai capelli e via!

Busso alla camera di Claudio che è l'unico, insieme a me, a non essere ancora sceso - Cristiano, Paolo e Gianluca sono nella hall già da venti minuti - ma non risponde.

È mentre sto per prendere il cellulare e chiamare Cristiano per capire se non li abbia già raggiunti che Claudio viene ad aprirmi la porta.

"Che ci fai ancora in costume Claudio? I ragazzi ci aspettano" gli dico un po' infastidito. Ma lui alza le spalle e mi risponde che non aveva voglia di uscire "Andate voi. Sono stanco. Rimarrò in camera per questa sera".

Ed io non capisco più niente. Vederlo così apatico, così spento, mi fa incazzare ed ho assoluto bisogno di riversare su di lui questa rabbia incontenibile che sento "Ma si può sapere quale cazzo è il tuo problema? Si può sapere che cazzo hai? È da giorni che ti sei chiuso in te stesso e non permetti a nessuno di aiutarti. I tuoi amici si stanno impegnando come matti per farti stare bene e tu che fai?!? Rimani in camera!! Ma come cazzo ragioni Claudio???".

"Ma chi ve lo ha chiesto? Chi vi ha chiesto di sacrificarvi per me? E poi tu?? Tu che cazzo vuoi da me Mario, ma chi ti conosce?" mi urla contro. Ma le sue parole non mi feriscono, perché so che le ha dette solo per colpire il mio orgoglio e farmi andar via senza insistere. 

Beh, mi dispiace per lui! 

Questa volta non ho nessuna intenzione di lasciarlo stare.

"Non ce lo ha chiesto nessuno ed hai ragione, tu non mi conosci. Se pensi che ti lascerò da solo in questa camera ti sbagli di grosso. Non so che cosa sia successo l'altra sera. Non so cosa ti abbia ridotto in questo stato, ma devi reagire. Rivoglio il sorriso beota che ho visto la prima volta che ci siamo incontrati. Rivoglio il rompicoglioni che non sta fermo un secondo e che è sempre a mille già di prima mattina. Rivoglio quella sana dose di positività che mi investe anche quando vorrei solo chiudermi in casa e non pensare a niente. Rivoglio indietro Claudio, il mio Claudio, serve a me! Qualunque sia la ragione di questo tuo dolore, so che tu sei più forte. Hai capito?!? Tu sei più forte di qualsiasi cosa sia successo!"

"E tu Mario? Tu sei più forte di quello che ti è successo?" mi risponde lui cogliendomi di sorpresa.

E le sue parole arrivano dritte allo stomaco, come un pugno sferrato all'improvviso.

Lo guardo e forse lo sto vedendo davvero per la prima volta.

E per la prima volta mi chiedo se non mi sono illuso a pensare di averlo lasciato fuori dalla mia vita. A non accorgermi che lui, con quella sua straordinaria capacità di esserci, nonostante tutto, nonostante me, mi aveva già scrutato l'anima più di quanto volessi.

Ed io mi rendo conto che qualsiasi cosa stia succedendo, non sarò io a fermarla. Non adesso, non questa sera.


Insegnami ad amarmiWhere stories live. Discover now