Capitolo 4.

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Sorridendo,mi avviai verso l'uscita con Rox.
-Signorina,aspetti. Per il suo nuovo lavoro potrebbe alloggiare qui.
-Sarebbe un'ottima idea,signor Zabel.
-Mi chiami Grande Imperatore.
Rimas zitta,in silenzio,per poi prorompere in una strana affermazione subito dopo.
-Devo fare una chiamata urgente.
Uscii dal salone e cliccai su uno dei pochi contatti del mio cellulare.
-Pronto? Zio Seymour?
-Charlotta! Dove sei? Caleb è ritornato dicendoci che sei andata al palazzo del Grande Imperatore!
-È il posto in cui alloggerò..temporaneamente.
-Charlotta,cosa pensi di fare?
-Ho intenzione di spiarlo e passarvi informazioni. Zio,io non sono convinta riguardo Alex Zabel. L'accordo che dovrete sancire mi pare una presa in giro.
-Sei qui da poco,cosa ne sai tu dei programmi della Rivoluzione? Grazie per il tuo sostegno,ma,soprattutto nella tua condizione,non potresti permetterti altro,e potresti causarci dei guai!
Strinsi i denti. Io non ero buona a nulla.
-E così anche tu sei come loro,zio. Anche tu pensi che io non valgo nulla.
-No Charlotta,io non penso questo ma-
-Ci sentiamo. Fai portare qui le mie cose.
Attaccai con sdegno.
Mio zio,l'unica persona con la quale mi ero mai sentita in sintonia,dubitava di me. Io ero forte,mi sapevo rialzare dalle cadute,proprio come quattordici anni fa. Quel lontano giorno,in cui avevo 8 anni,mi si ripercuote ancora nella mente. È da lì che le persone,in primis i miei genitori,mi hanno iniziato a trattare come una malata,ma io non sono malata.
Io sono in grado di cavarmela da sola,e glielo dimostrerò.
Rientrai nel salone.
-Signorina Charlotta,le vostre cose sono già qui nell'atrio,pronte per essere scortate nella nuova sala.
-Grazia,signor Zabel.
-Dato che è una mia collaboratrice,perché non ci conosciamo meglio?
-Non c'è niente da dire su di me.-dissi schiva.
-La sua testardaggine è dovuta a qualcosa avvenuto in passato?
-Sono sempre stata cosi.
-È una di poche parole.
-Si.
Ci fu un lungo silenzio.
-Può darmi del tu,signorina Charlotta. Posso chiederle il suo cognome?
-Hasuka. Signorina Charlotta Hasuka.
-Bene. Può andare,ci conosceremo meglio a pranzo.
Mi ritirai scortata da Austin nella mia nuova stanza.
-Austin..senti.
-Mi dica.
-Mi serve una piantina del palazzo.-dissi senza giri di parole.
-E come mai?
-Mi serve e basta.
Austin sospirò e mi portò in stanza. Mi chiusi lì,conscia di essere sulla strada giusta.
Pov's Alex Zabel
-Austin.
-Si signor Blaze?
-Non dare alcun tipo di aiuto a quella ragazza.
-Avevo capito ci fosse qualcosa di strano.
-E io l'ho capito prima di lei. I suoi tratti hanno qualcosa di troppo familiare.
Presi il telefono.
-Signor Hillman? Si,sono io..Axel. Charlotta Hasuka è imparentata con lei?
Sentii un flebile "si."
-Ah è sua nipote? Ho capito già da ora che la sua presenza qui è per pura iniziativa individuale. La finale del torneo si sta avvicinando. Ci penso io a tenerla a bada.
Chiusi la chiamata.
Domani avrei firmato quel segretissimo accordo tra me e Hillman,unico a conoscenza della mia vera identità.
Avevo intuito che Charlotta Hasuka,o meglio,Charlotta Hillman,avesse qualcosa in mente. L'avrei scoperto.
Non l'avrei mandata via. I suoi capelli biondi vaporosi e i suoi occhi grigio perla mi avevano affascinato. O meglio,stregato.

Ciao a tutti ragazzi!
Utilizzo questo spazio autrice per dirvi che la storia avrà pochi capitoli,che si baseranno più che altro sulla "missione"di Charlotta,che con il suo carattere schivo e testardo nasconde una brutta debolezza. Come tutte le mie storie,anche questa è a carattere psicologico. Fatemi un po'di pubblicità,chiedo troppo? :D
Cosa ne pensate di Charlotta? Lasciatemi delle vostre opinioni su di lei. E della reazione di Hillman?
Al prossimo capitolo.
-Manu❣️

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