Perdo un battito

147 76 91
                                    

Mi sorprendo di averlo notato solo adesso.

A pochi passi dalla riva, c'è un ragazzo a petto nudo, le gambe piegate, le ginocchia poggiate sulla sabbia ed il busto accovacciato in avanti. Mi dà le spalle e non capisco cosa stia facendo...

Lo osservo in silenzio, per paura di disturbarlo...continua a fare la stessa identica cosa per almeno tre quarti d'ora ed io non sono da meno. Non passa istante, in cui non riesca a distogliere lo sguardo.

Dubito si sia accorto della mia presenza...fino a quando non squilla il cellulare, naturalmente. Adele inizia a cantare ed io vado nel panico più assoluto, mentre maledico mentalmente chiunque ha avuto il coraggio di chiamarmi in questo momento. Un applauso per il tempismo!

Il ragazzo si ferma, smettendo di fare qualunque cosa stesse facendo in precedenza e si volta lentamente verso di me. La forte luce del sole gli impedisce di vedermi correntemente, perciò, utilizza la mano destra come para occhi. Mi rivolge un sorriso ed un cenno della mano come saluto.

Lo ignoro, imbarazzata al massimo e mi stendo a pancia sotto sul telo, desiderando di potermi sotterrare nel nucleo della Terra.

E se si fosse accorto che lo fissavo? Oddio...

Rimango per qualche minuto con le braccia conserte in avanti e la testa poggiata su di esse, fin a quando la curiosità non sovrasta l'imbarazzo, alzo la testa e lentamente mi volto, sperando con tutta me stessa, che non sia lì a prendermi in giro o a farsi strane idee...

Impossibile.

È scomparso.

Eppure ero convinta che fosse lì, a pochi metri da me...

Me lo sarò immaginato?

Non posso far almeno di provare del sollievo, al pensiero di non dover aggiungere una nuova vicenda, alla mia vasta bacheca delle "figure imbarazzanti", anche se...

...adesso mi sento più sola, di quando credevo di essere sola...

Mi giro un po' dispiaciuta...per poi, sgranare gli occhi, incredula. Pochi centimetri distanziano il mio viso da...due piedi nudi.

«Ciao.» mi saluta.

Diamine!

Il fiato si mozza in gola all'istante ed è deglutendo forte, che alzo lentamente lo sguardo verso di lui...

I capelli biondo cenere, corti e spettinati, gli occhi, ai quali credo abbia rubato i colori dell'oceano, il naso, lievemente storto, le labbra, una via di mezzo, dall'essere carnose e sottili, ma indubbiamente morbide, l'angolo​ marcato, che definisce la mascella, valorizzando il resto del suo viso...

Perdo un battito.


Col suo sguardo, l'utilizzo delle parole sarebbe un ineguagliabile perdita di tempo.

Goffamente, mi alzo. Sistemo le ciocche di capelli bruni e ribelli, col tentativo di assumere un aspetto mediamente discreto e nascondere l'imbarazzo celato sulle mie rosee guance.

«Ehm...Ciao.» Rispondo. Col tentativo di non dire o fare qualcosa, che mi perseguiterà per il resto della vita.

La differenza di altezza è notevole, a parer mio, supera il metro e ottanta, ma nonostante ciò, il mio sguardo non può far a meno, di soffermarsi su un particolare dettaglio. Non ho mai visto delle braccia così belle e definite in vita mia. Nonostante la maglietta umida e sbiadita le braccia sono totalmente a vista ed i pettorali ben marcati. Strano, mi era parso di notare che dalla vita in su, la pelle fosse completamente scoperta.

The Power Of Pain (#wattys2017)Where stories live. Discover now