10. New Life

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#Asia

Tirando su la coperta continuai a girarmi nel letto caldo.
«Non hai intenzione di svegliarti?» sussurrò spostandomi i capelli dal viso.
Aprì solamente un occhi guardandolo «no» risposi richiudendolo.
Lui ridendo si alzò dal letto e sparendo, almeno, sparito solo fino a quando dal bordo del letto mi trascinò verso di lui scivolando sulle lenzuola.
«Devo andare per forza a lavorare» sussurrò baciandomi il collo.
Posai le mani sul suo petto sorridendogli «allora vorrà dire che avrò un po' di tempo per me stessa» mormorai indecisa sul che fare «farò un po' di shopping»
Mi baciò sebbene non avessi i denti lavati, le nostre lingue si incontrarono succhiandosi a vicenda.
«A che ore tornerai?» chiesi.
Lui socchiudendo gli occhi disse «tardi»
Feci la faccina triste afferrandolo per la nuca mordendogli l'orecchio «allora vorrà dire che dovremmo soddisfarci adesso» gemetti.
Sdraiato sul letto, mi fece salire sopra con il volto rivolto verso lui.
Mi piegai all'indietro lasciando che le sue mani stimolassero il mio clitoride che dopo pochi minuti, mi fece venire.
Appena mi finì di baciare, optai per la tipica posizione della mela facendo si che lo facessi venire.
Iniziò a gemere lasciando cadere la testa all'indietro mormorando il mio nome.
Succhiai i suoi testicoli per poi leccarlo dalla punta fino alla fine. Si alzò raccogliendomi i capelli nella sua mano cosi che mi fosse più facile.
Appena lui sentì di essere sul punto di venire sussurrò solamente un «inghiottisci tutto» per poi non lasciarmi alzare essendo così costretta ad inghiottire.
«Buono?» disse prendendo il suo sperma mettendomelo in bocca.
Mi leccai i lati delle labbra deglutendo.
«Ora posso andare a lavoro tranquillo e soddisfatto» rise.

Passeggiando tra tutti i negozi di alta marca, sventolai i capelli nel vento mentre tutti i fischi restavano alle mie spalle. Siccome Will mi aveva detto che semplicemente non si fidava della gente, insistette a mandare con me un "bodyguard" che si prendesse cura di me per tutto il giorno. Certo, mi innervosì un po' ma grazie a lui, ora Simon trasportava tutti i miei sacchetti pieni di vestiti, e che a pensarci, non era una brutta idea.
«Entriamo qui» indicai il negozio della Gucci sorridente.
Lui fece un sorriso di conforto afferrando meglio i sacchetti pesanti.
Con le mani sfiorai ogni vestito sentendo il tessuto.
Vivevo finalmente la viva che avevo sempre desiderato: da riccona sfondata.
Ora ero finalmente ai livelli, anche superiori, di tutti.
Indossavo vestiti che prima non mi sarei permessa, lasciavo scie del profumo costoso dietro di me, i diamanti finalmente luccicavano attorno al mio collo.
Era questa la vita che mi meritavo, finalmente.
«Sono 350,00€» mormorò infilando la cintura dentro il sacchetto.
Sorridendo le porsi la carta di credito dalla quale lei estrasse i soldi richiesti.
Appena uscì dal negozio sfoggiai il mio abito pencil nero della Dolce&Gabbana avviandomi verso la limousine alla quale, Simon, mi aprì la portiera sorridendomi.
«Dove la porto signorina?» chiese accelerando sulla strada.
«Da Will» sussurrai togliendomi le ciocche di capelli dal viso.

Posando piede nell'azienda, tutti gli occhi si posarono su di me, squadrandomi dalla testa ai piedi.
«Will?» chiesi alla donna, abbastanza giovane per i miei gusti, che stava alla reception.
«Attualmente è in riunione» mi rispose sorridendo.
Roteai gli occhi al cielo raggiungendo una porta sulla quale ci stava scritto "Sala Riunioni"
«Non può entrare» urlò dietro alle mie spalle ma fu troppo tardi perché quando aprì la porta, tutti si girarono verso di me guardandomi.
Will si avvicinò a me sfiorandomi la spalla «mi scusi, non ho potuto fermarla» mormorò.
«Stia tranquilla Jessica, lei d'ora in poi potrà entrare sempre»
Sopra la spalla la guardai alzando le sopracciglia e sorridendo «hai capito?» chiesi.
Lei abbassando il capo e diventando tutta rossa, uscì.
«Mi scuso per avermi intromessa» mormorai sedendomi in capo al tavolo e sorridendo a tutti.
Seguì per tutto il tempo la discussione interessandomi all'argomento.
Certo, non poteva non capitare che guardavo Will e senza farmi notare, o dicevo frasi sporche o facevo gesti volgari.
Sia lui che io, eravamo in capo al tavolo, lui con tutti gli occhi addosso mi permetteva di fare il mio giochino.
Mi abbassai di poco l'abito lasciando allo scoperto i miei seni che appena lui vide ciò sgranò gli occhi lasciando la frase incompleta.
«La riunione finisce qui» si schiarì la voce dando la mano ad ogni persona in parte «alla prossima»
Alzandomi restai ferma nel mio spazio sorridendo anch'io a volta mia.
Appena la sala si svuotò, lui si tolse la cravatta ridendo «non farlo mai più» mormorò.
Alzò una coscia mettendola sul tavolo mentre con l'altra si reggeva.
«Simon?» chiese.
Ridendo abbassai il capo «gli ho detto di andare a casa che venivo con te. Sarà esausto»
Lui si spostò di poco all'indietro cosi che mi potesse guardare meglio «ti sta da Dio»
Per i fianchi mi tirò verso di lui baciandomi.
«Signor Will que..»
La porta si spalancò di colpo svelando di nuovo la segretaria. Girai su me stessa passandomi una mano sul viso «non hai le buone maniere?» chiesi aspettando una sua risposta ma lei restò immobile con le mani intrecciate davanti.
«Può andare» sussurro Will accennando un sorriso.
Appena lei uscì da lì, mi avvicinai nuovamente a lui. «Non la sopporto» mormorai sbottonandogli la camicia.
Lui rise stringendomi le chiappe e mordendomi il labbro.
«Allora» dissi guardandolo «con cosa potrei aiutarti?»
Lui si guardò attorno alzando le mani nell'aria «Strano ma non ho niente da farti fare»
Facendo il giro della sala, presi tra le mie mani un raccoglitore in cui c'erano tutti i CV delle persone.
Sfiorai ogni minimo foglio e notai che la maggior parte erano ragazze e tutte avevano le stesse capacità ed esperienze: il trucco.
«Per cosa dovete assumere?» chiesi guardandolo.
Lui venendomi contro si grattò il sopracciglio.
«Abbiamo bisogno di qualche ragazza per truccare le modelle»
Sgranai gli occhi girandomi verso di lui e buttando il raccoglitore «posso farlo io» mormorai.
Alzò il sopracciglio «tu trucchi?» chiese.
Mi girai completamente verso di lui appoggiando il sedere sul piccolo comodino «ovvio, non a livello professionale ma si...trucco»
Batté le mani sfregandole «perfetto, assunta»
Ridendo socchiusi gli occhi «ma se non hai visto il mio CV»
Alzò le spalle «so già le tu capacità» rise.

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