4. One Million Euro

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#Asia

Appena posai il tacco da 18 sul palco, le luci si posarono su di me, le urla e i fischi, riempivano il locale. Mi guardavo attorno e non vedevo altro che uomini in giacca e cravatta con in mano bicchieri pieni di champagne.
Uomini che probabilmente avevano a casa mogli e bambini ma pur di dimenticare, sono venuti qui.
Uomini che magari avevano così tanto dolore dentro di loro che sono venuti qui per qualche ora di felicità.
Alla fine, tutti avevamo un motivo per essere qui.
Chi aveva bisogno di soldi, chi di qualche momento di piacere, chi per dimenticare, chi per iniziare a vivere.
Muovendo il bacino, strisciavo su quel palo come se fosse l'unica cosa di cui avevo bisogno.
Guardavo quegli uomini proprio negli occhi, come se strisciando su quel palo, strisciavo sul loro corpo.
Solo quando le urla si fecero sentire e i soldi furono buttati sul palco, mi piegai a 90 davanti a loro lasciando loro una buona visuale del mio sedere.
Guardavo per terra e lasciavo che il mio tacco, calpestasse tutti quei soldi che stavano sotto di me.
Scesi le poche scale avviandomi verso un cliente, il quale era ormai con gli occhi rossi dal fumo e la birra vicino ai piedi della sedia.
Aveva le gambe allargate e le mani sulla cosce.
La camicia era aperta e la cravatta messa su una spalla.
Potevo benissimo capire dal suo viso, che aveva bisogno di qualcosa che gli togliesse la tristezza che aveva sul viso.
Lo afferrai per la nuca facendo incontrare i nostri visi i quali, erano a pochi centimetri di distanza.
Muovevo il bacino sul suo guardandolo negli occhi.
Capitava che chiudeva gli occhi dal piacere e lasciava che le sue mani cadessero sul mio corpo sfiorandomi.
Le urla e i fischi aumentarono sempre di più ma io ero focalizzata su di lui.
Aveva il viso triste e gli occhi pieni di lacrime.
Afferrò il portafoglio dalla tasca del pantalone e senza sforzare nemmeno un sorriso, mi infilò 4 banconote da 500.
Non dissi una parola, lasciai che infilasse soldi in ogni parte del body.
«Quanto vuoi per una serata solo io e te?» sussurrò al mio orecchio mentre le sue mani giganti stringevano i miei capelli.
Ridendo gli morsi l'orecchio per poi lasciare una scia di saliva.
Sentivo la sua erezione sotto di me la quale mi fece desiderare di farlo eccitare ancora di più.
«Quanto sei disposto a pagare per qualche ora di felicità?» dissi sbottonandogli la camicia fatta di cotone.
«Quanto vuoi, basta che mi fai vivere» mormorò alzando un lato del labbro.
Quando feci per aprire le labbra, Yuli comparì sul palco con un microfono in mano tutta sorridente.
«Vorrei ringraziare Asia, la nuova arrivata.»
Appena finì di dire quella frase, tutti applaudirono alternando con dei fischi.
«Come ogni sera, le prenotazioni si fanno a fine serata. Dovete solo dirmi il nome della ragazza che voi desiderate avere e per quanto tempo, la persona che offrirà più soldi, si aggiudicherà la ragazza desiderata»
Sorridendo e guardando il pubblico fece un passo indietro «non vi annoio più e vi lascio con la nostra amata Elysandra, buon divertimento»

Aprendo la porta notai Yuli tutta eccitata che saltellava sul posto con le mani sulla bocca.
«Tesoro, sei stata bravissima» disse incrociando le mani attorno al mio collo per poi darmi un bacio sulla guancia.
Sorridendo ricambiai l'abbraccio ringraziando.
Tirando fuori dalla tasca delle chiavi, me le posò sul palmo.
«Vai a vedere la tua nuova casa» mormorò sorridendo.
Guardando il mazzo notai due chiavi: una grossa e una più piccola.
Aveva una piccola bacheca rosa con un fogliettino dentro nel quale c'era inciso il mio nome: Asia.
Senza aspettare neanche un secondo, afferrai la tuta e uscì.
Camminai velocemente fino a quando mi fermai nella via che c'era scritto sul fogliettino. Mi guardai attorno ammirando la casa, la quale non era troppo grande ma era molto bella.
Era di un color beige ed era fatto in legno a due piani.
Buttandomi sul divano accesi la tv rilassando i muscoli.
Proprio mentre mi stavo per alzare per andare a prendere qualcosa da sgranocchiare, il mio cellulare squillò.
«Dimmi Yuli» mormorai avviandomi verso la cucina.
«Ascoltami Asia, devi venire subito da me» disse sottolineando la parola "subito"

Aprendo la porta con velocità, mi piegai in due posando i palmi della mano sulla cosce facendo fatica a respirare.
«Perché mi hai chiamato?» mi fermai riprendendo aria «spero ne valga la pena»
Lei ridendo, si alzò con un foglio in mano sul quale c'era scritto qualcosa però non riuscì a decifrare.
«1 milione di dollari per un mese» mormorò sventolando il foglio davanti ai miei occhi.
Sgranando gli occhi aprì leggermente la bocca.
«Quanto?» chiesi scioccata.
Rise di nuovo alzando gli occhi al cielo «hai sentito bene ragazzina.»
Deglutì passandomi la mano sulla fronte togliendomi il poco sudore che mi si creò a causa della corsa che mi dovetti fare.
«Ogni cosa che lui ti chiederà di fare, tu devi accettare» si fermò «per un mese» disse.
Abbassai il capo inspirando poi la guardai stringendo i pugni lungo i miei fianchi.
«Accetti o no?» chiese alzando le sopracciglia.
Mi massaggiai la tempia appoggiando la schiena allo stipite della porta.
Un mese con una persona che manco conosco.
Un mese nel quale dovrò soddisfare ogni suo minimo desiderio.
Un mese e tutto ciò di cui avrò bisogno, sarà mio.
«Dove firmo?» sussurrai afferrando una penna che stava sulla scrivania.

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