Io e Angela stiamo riordinando la cucina dopo il rinfresco, quando sento montarmi la rabbia e non posso fare a meno di scaraventare a terra tutto quello che trovo sul bancone. Angela mi guarda con apprensione, anche lei sta soffrendo ma io in questo momento sono anche arrabbiata. Sono arrabbiata con me stessa per non essere riuscita a salvarla. ...sono arrabbiata pure con Jane, perché mi aveva promesso che avremmo passato la giornata insieme, che saremmo andate a pranzo sulla spiaggia, che mi avrebbe amata per sempre ma non ha mantenuto nessuna promessa. E ora mi ha lasciata sola ad affrontare le conseguenze, le famose conseguenze di cui parlava Angela.
Mi inginocchio per terra e incomincio a piangere lacrime che non pensavo ancora di avere, Angela si accovaccia accanto a me e cerca di abbracciarmi, la scosto ma questa volta lei non cede e mi stringe forte a se - Bambina mia ...mormora mentre mi accarezza i capelli , io no sò cosa dire, mi rendo conto che lei ha perso una figlia ma io ho perso l'amore della mia vita e questo mi ha svuotata di tutto. .. lacrime....parole...pensieri...in questo momento c'è solo il mio dolore e la rabbia per quello che è accaduto.

Sono giorni che dormo sul divano, da quando è successo, non ho più avuto il coraggio di dormire nel nostro letto perché è impregnato del profumo di Jane e del nostro amore.  Sò che un giorno dovrò trovare la forza  di entrare in camera, perché le ho promesso che avrei continuato a vivere, ma al momento per mè niente ha importanza.
Anche al lavoro è una vera tortura. ...sono tutti molto carini, certo... anche loro soffrono per la perdita di Jane, ma io faccio fatica ad accettare la situazione. Ogni volta che si apre la porta della sala autoptica mi aspetto di vedere Jane con quella sua camminata dinoccolata, i suoi riccioli ribelli e il suo sguardo interrogativo mentre parlo.
Non ho più messo piede di sopra, non sopporterei di vedere la sua scrivania vuota, non vado più neanche alla caffetteria della centrale. ...ogni luogo che mi ricorda Jane, lo evito... Dirty Robber incluso. Sono forse una codarda?
A volte penso a cosa avrebbe fatto Jane se si fosse trovata al mio posto, avrebbe evitato tutti i luoghi che le ricordavano  me o avrebbe cercato in essi una traccia del mio passaggio? Avrebbe dormito nel nostro letto?
Tutte domande a cui non avrò mai una risposta.

Già tre settimane senza Jane, mi sembra di essere pazza..... sto tenendo una sorta di diario per elaborare il lutto, niente nero su bianco ma ho riservato un angolo della mia mente a noi due, in quell'angolino sicuro... io mi ci rifugio ogni volta che sento di non farcela, nella mia mente parlo con lei, le racconto della mia giornata, dei casi che sto seguendo... cerco in qualche modo di tenerla aggiornata perché sono sicura che un giorno ci ritroveremo, ovviamente non credo alla vita dopo la morte... al paradiso, era lei a crederci.... ma credo che quando due anime fatte per stare insieme si incontrano, lo fanno per sempre. Questa e la mia unica certezza che mi dà la forza di vivere ancora un altro giorno, anche se ora tutto mi pesa ed e tutto  più complicato da quando lei non c'è più.
Le avevo promesso che avrei continuto a vivere e che sarei stata nuovamente felice....lo sto facendo... continuo a vivere ma a modo mio, sono tornata la vecchia Maura, quella che Jane aveva intravisto all'inizio della nostra conoscenza...
Sono proprio nel mio angolo sicuro quando vedo Susie affacciarsi alla porta del mio ufficio.
- Dottoressa Isles, c'è una visita per lei lo faccio passare?  Chi è Susie?  - Non ne ho idea ma dice di conoscerla. Faccio un cenno con la mano a Chang  e mi accomodo dietro la scivania, dopo poco entra un uomo che non conosco ma il suo viso mi ricorda qualcosa.... rimane sulla porta, titubante... quasi imbarazzato - Prego si accomodi... gli dico tendendogli la mano...  a cosa devo la sua visita? 
-Buongiorno dottoressa Isles.... Maura, se mi permette... lo guardo accigliata
- Ci conosciamo? -  Mi scusi sono Jack, Jack Armstrong...  lo guardo con espressione interrogativa . - Il giorno dell'omicidio io ero là sul pontile e le ho impedito di saltare...  dice quasi scusandosi... - Oh...  riesco a dire in tono somesso... - Mi scusi non volevo turbarla, è solo che mi trovavo da queste parti e volevo vedere come stava,  ma devo avere scelto un brutto momento, come sempre del resto è un classico della mia vita. ...posto giusto ma al momento sbagliato, come quel giorno al pontile...  dice andandosene  - Aspetti! Si sbaglia. Quel giorno era al posto giusto nel momento giusto, mi ha impedito di saltare e mi ha salvato la vita e io non l'ho nemmeno ringraziata. La prego non se ne vada. Gli dico indicando il divano.
- Gradisce qualcosa da bere? Un the o un caffe?  - Sto bene cosi, ma non foglio farle perdere tempo avrà sicuramente da lavorare.  - Non si preoccupi, i morti non saranno meno morti se ritardo un pò.
Lo vedo sorridere e rilassarsi, questa battuta l'avevo fatta anche a Jane quando si trovava in ospedale e anche a lei, aveva fatto lo stesso effetto,  al suo ricordo mi si inumidiscono gli occhi ma cerco di non farglielo notare - Allora signor Armstrong - Mi chiami Jack per favore  - Jack  dico lisciandomi la gonna...  come dicevo prima, non l'ho nemmeno ringraziata per quello che ha fatto per me  - Non mi deve ringrazia, mi spiace non aver fatto di più ma  ora come sta?  - Nipda  - Come scusi?   - Nipda, le cinque fasi dell'elaborazione del lutto di Elisabeth Kübler-Ross  negazione, ira, patteggiamento, depressione e accettazione  - Capisco e se mi posso permettere, lei in quale fase é? Abbasso lo sguardo e mi tormento le mani  - Credo di aver saltato il patteggiamento ed essere andata direttamente alla depressione, da quando lei e morta mi sembra di vivere in un incubo senza via d'uscita e...  - E crede che la vita non ha più senso senza lei al suo fianco.. ..che niente e più come prima,  che non amerà piu nessuno, perche lei era l'unico vero e grande amore e anche se, le aveva promesso che sarebbe stata nuovamente felice, sa che questo non potrà mai accadere e quindi si sente in colpa perché sa di averle mentito.   Lo guardo allibita, sembra che mi abbia letto nel profondo - Ma lei come fa a saperlo? Sul suo sguardo scende un velo di tristezza  - Due anni fa ho perso mia moglie - Mi spiace, sono così concentrata sul mio dolore,  che non penso  ci possano essere altre persone nella mia stessa condizione.....sono davvero mortificata - Non deve, non poteva di certo saperlo ma ora devo andare... dice alzandosi. Ma se vuole un giorno, se se la sente.possiamo andare a bere qualcosa insieme.  -Volentieri Jack...un giorno forse ....  -Certo, un giorno...arrivederci Maura stringendomi la mano...  - Arrivederci, Jack.
Quattro mesi senza Jane.
Mi sembra impossibile che sia passato già tutto questo tempo, penso a lei continuamente ma ora lo riesco a fare senza scoppiare in lacrime ogni volta, da quando non c'è più siamo tutti diversi, anche Angela non e più la donna che avevo conosciuto. La morte di Jane l'ha indurita, se prima era espansiva, quasi soffocante ora si è chiusa in se stessa ed è sempre scontrosa e arrabbiata. Immagino che perdere una figlia, la tua unica figlia, sia devastante e forse questo è il suo modo per superare questa perdita... però mi mancano i suoi abbracci e le sue risate.
La settimana scorsa sono stata contattata dall'Universita del Massachusetts per tenere qualche lezione sulla tossicologia forense, la cosa mi lusinga ma credo che non accetterò....parlare ad una classe mi spaventa molto, non sono come Jane... lei quando le è stato proposto di tenere una lezione all'FBI sulle tecniche investigative, ha accettato subito, io invece alla sola idea di giudicare delle persone dando una votazione sul loro operato, mi mette unansia infinita. Se solo lei fosse qui, saprebbe sicuramente cosa consigliarmi.  - Oh Jane, cosa devo fare?
- Scusi dottoressa?  - Niente...niente Susie pensavo ad alta voce.  - Le manca molto la detective Rizzoli? Mi chiede timidamente  - Tantissimo e in questi momenti in cui devo prendere una decisione, sento ancora di più la sua mancanza - Provi a pensare con la testa di Jane, lei cosa avrebbe fatto al suo posto?  - Cosa avrebbe fatto ripeto. ... Tu cosa faresti Susie?  - No, non io, dottoressa ma Jane cosa le avrebbe detto... - Jane mi avrebbe detto che sono un brillante medico legale....preparato...molto preparato e che non mi sarei dovuta far intimidire da un branco di studenti  e che se fossi stata costretta a dare a qualcuno un brutto voto, non era un problema mio che non ero stata in grado di insegnare, ma dello studente che non aveva studiato, poi avrebbe aperto il frigo e si sarebbe bevuta mezza bottiglia di birra tutta d'un fiato. 
-Ecco dottoresta, questa è la risposta alla decisione che deve prendere.
- Oh grazie Susie! Le dico abbracciandola - Non ringrazi me,ma Jane, è stata lei ad aiutarla.
Commossa vado nel mio ufficio a chiamare l'università. ..grazie Jane, grazie per essermi vicina ovunque tu sia.
Sto sorseggiando un caffe in cucina quando entra Angela  - Ciao Maura, che ci fai ancora qui non e un pò tardi per andare al lavoro? - Oggi non vado, perché devo andare all'università a tenere delle lezioni - Tu??! Non che non sia ingrado, non intendevo questo. .. . Anzi sei la persona più qualificata che io conosca ma da quando Jane non c'è più... dice in tono sommesso... ti sei chiusa in te stessa
- Come te Angela.... -  Già come me . Appoggio la tazza sul bancone e la vado ad abbracciare - Mi manca tanto le dico con gli occhi lucidi  - Anche a me e non puoi sapere quanto.  Ma mi manchi anche tu, Angela  
- Tesoro perdonami, ero così presa dal mio dolore che non ho pensato a te e al fatto che il mio comportamento potesse ferirti, ma da oggi le cose cambieranno.   Lo dobbiamo fare per Jane.

Sono nella mia aule e sto cercando di collegare il mio portatile al proiettore, ma deve esserci qualcosa di sbagliato perché non riesco a trasmettere i dati.  - Posso esserle utile? - Grazie mi farebbe comodo....dico mentre districo un gazzabuglio di cavi pensando fosse il tecnico, così mi volto e passo la matassa di cavi al mio salvatore... - Jack??  Dico sorpresa ...
-Dottoressa Isles, non l'avevo riconosciuta di spalle, ma come mai qui all'universita?  - Devo tenere alcune lezioni, lei è il tecnico?  - In realtà io qui ci insegno.. ..ingegneria spaziale, sono nell'aula dopo la sua 
- Mi scusi! Stavo aspettando il tecnico  e credevo fosse lei - Non si preoccupi, glielo collego in un attimo cosi se ha voglia andiamo a berci un caffè in attesa che arrivino gli studenti. .. Vorrei rifiutare ma mi sento in debito per avermi aiutata con i cavi e non solo, così accetto.
Jack mi prende sottobraccio e mi accompagna alla caffetteria del campus.....abbiamo un ora prima che incomicino le nostre lezioni cosi ne approfittiamo per fare due chiacchiere.  Il tempo passa veloce senza quasi che ce ne accorgiamo quando guardo lorologio - Si e fatto tardi! non voglio arrivare in ritardo alla mia prima lezione...
- Andiamo l'accompagno così do un ultima controllata al proiettrore
- Lei è molto gentile non so davvero come sdebitarmi - Se si vuole sdebitare, esca con me a cena.

La scelta di Jane Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz