4- Pensavo potessimo essere amici

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Tornai a casa con Annie, le avevo spiegato tutta la storia della detenzione, e dopo aver insultato un po' Alex anche da parte mia, mi scaricò davanti al palazzo dove abitavo.

Avevo deciso di non dire nulla ai miei della detenzione, o meglio, mi sarei inventata qualcosa, perché se avessi detto loro che dovevo fermarmi ogni pomeriggio per tre settimane dopo scuola con Hunter Stark sarebbe venuto un colpo a tutti quanti e mi avrebbero spedito in Cina questa volta, perché l'Inghilterra sarebbe sembrata troppo vicina a confronto.

Aprii la porta «Ciao, sono a casa!!» urlai come al solito, tanto per far sembrare ai miei che fosse un giorno come tutti gli altri, poi però cercai di correre in camera mia, ma mia madre mi fermò prima che riuscissi a raggiungerla.

«Ciao tesoro! Come è andato il primo giorno di scuola?»

«Bene... È stato bello rivedere tutti!» cercai di nuovo di scappare, ma in quel momento arrivò mio padre.

Mancava solo più mio fratello e poi la famiglia felice sarebbe stata al completo.

«Ti trovi bene?» mi chiese

«Sì! È come se il tempo non fosse mai passato...»

«Bene. So che i Riots sono nella vostra stessa scuola...» mi chiese con voce ferma e senza troppi giri di parole «Hai avuto qualche problema?»

Dio, lo sapeva. Ero morta, finita, sotterrata. O forse no? Cosa dovevo fare adesso?

Mentire?

Dirgli la verità?

Parlare con mio padre era la cosa più difficile del mondo, non riuscivo mai a capire che cosa gli stesse passando per la testa. E poteva davvero esplodere da un momento all'altro.

«No, nessuno problema.» decisi di mentire, sperando che non fosse a conoscenza dei fatti «Cioè, solo qualche occhiataccia qua e là, ma è normale. Succedeva già anche prima che-» mi interruppi e deglutii «Bhè, che accadesse.»

Lui annuì «Ricordati di tenere sempre alto il nome.» poi mi sorrise, prese il giornale e tornò in salotto.

Non ero mai stata così vicino ad un collasso.

Lasciai uscire tutta l'aria che avevo trattenuto dentro i polmoni per la tensione e poi iniziai a salire le scale.

«Due minuti e la cena è pronta.» gridò ancora mia madre «Chiama anche tuo fratello mentre vai di sopra.»

A cena ero seduta di fronte a Josh e non avevo ancora aperto bocca. Continuavo a giocare con il cibo nel piatto in cerca di una buona scusa da propinare ai miei.

«Non sei mai stata così silenziosa Kat.» notò mia madre. Alzai di scatto la testa e cercai di apparire il più normale possibile.

«Stavo solo pensando...» posai la forchetta sul piatto, incrociai le mani davanti a me, presi un respiro e iniziai a parlare «Penso che per questo mese farò tardi a scuola.» incominciai «Voglio costruirmi un solido curriculum per il college... Pensavo di iscrivermi a qualche club. Magari ho qualche possibilità in più per la borsa di studio...» non appena chiusi bocca gli occhi di Josh mi perforarono, da parte a parte. Lui sapeva. Lo potevo capire dalla sua espressione, speravo solo che mi reggesse il gioco e che non raccontasse tutto.

«Ma che splendida notizia!» trillò mia madre «Sono così fiera di te!»

Eccolo il senso di colpa che iniziava ad arrivare. Mia madre era fiera di me e io le stavo mentendo.

Merda.

«Grazie...» tornai a concentrarmi sul piatto, cercando di non incrociare lo sguardo con quello di mio fratello.

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