Capitolo 13

128 6 0
                                    

Finalmente sabato mattina...non avrei avuto davvero la forza di affrontare una giornata in ufficio, non dopo ieri sera. Per fortuna Ester mi aveva aspettata sveglia e così avevo avuto modo di sfogarmi e grazie ad una bottiglia di vino, bevuta tra una chiacchiera e l'altra, anche di addormentarmi.

Andai in cucina, ancora addormentata e trovai un foglio sul tavolo 

"Stavo andando a lavoro, visto che non tutti hanno sia il sabato che la domenica libera...quando hanno suonato consegnando questo stupendo mazzo di fiori con tanto di bigliettino, che per correttezza ho evitato di aprire...ma ti avviso, mi dovrai raccontare tutto!!!Baci. La tua meravigliosa, insostituibile e magnifica coinquilina." 

Mi voltai e poco più in là vidi un bellissimo mazzo di fiori...dei giacinti, i miei preferiti. Mi vennero i brividi...solo una persona conosceva i miei gusti così bene, ma per quanto ne sapevo, non conosceva il mio indirizzo. Con titubanza afferrai il biglietto per leggerlo... " Non ci sono scuse e infatti non è per questo che ti scrivo. Voglio vederti, parlarti, conoscerti e troverò il modo di farlo. Questi fiori sono per dirti che io non mi arrendo mai. Harry "

Non ci credo...questa è follia pura! Avevo troppe domande senza risposte...per questo decisi di telefonargli e chiedere spiegazioni direttamente a lui. Non potevo negare a me stessa che quel gesto mi avesse fatto piacere, quanto mi avesse stupita...amavo queste piccole attenzioni. Mentre annusavo i fiori, stupendi e colorati che erano davanti a me, quasi non mi accorsi di aver composto il numero dell'ufficio e sperai di trovarlo lì. Era sabato ma d'altra parte Harry era uno stacanovista!

< Pronto! > riconobbi immediatamente la voce di Rachel...cosa ci faceva lì?!

< Ehi Rachel, ciao, sono Elisabeth!> non mi diede neanche il tempo di proseguire...

< Oh bene, hai chiamato. Il numero è 340******** > come?! cosa stava succedendo?!

Rachel sentendo il mio silenzio, mi spiegò che il pazzo aveva incaricato lei di andare in ufficio e aspettare che mi facessi viva per darmi un suo contatto. Non sarebbe stato più semplice scrivermi il suo numero?! Dovevo parlargli...

< Harry...> sentii solo il suo respiro...

< Elisabeth, oh mio dio, hai chiamato! > 

< Beh a dire il vero, immagino che te lo aspettassi, visto tutta la scenetta organizzata con Rachel! > ero infastidita, credeva troppo in sé stesso, era un ragazzo bellissimo, sexy e attraente, questo era innegabile, ma non amavo la sua faccia tosta, soprattutto si poteva risparmiare il finto stupore.

< Liz...ehm...Elisabeth, non mi aspettavo che tu mi chiamassi, ma speravo davvero che tu lo facessi. Ti prego ho bisogno di vederti, voglio chiarire con te.> Il suo tono era così dolce e quasi disperato che non riuscii a dire di no e dopo avergli dato conferma che sarei uscita con lui quella sera, staccai velocemente la chiamata per evitare di compromettermi ulteriormente. 

Ci saremmo visti quella sera, alle 8 sarebbe passato a prendermi. Mi ero ripromessa di essere glaciale e di non farmi intenerire. Dovevo chiudere una volta per tutte questo rapporto ambiguo, che si stava creando tra di noi.

Harry 

Cazzo come potevo rimediare?! Averla baciata aveva complicato le cose, se prima ero attratto da lei, ora non riuscivo a resisterle. Se solo ieri non fossimo stati su una terrazza, all'aria aperta...lei era sorprendente. Avevo avuto numerose storie, per lo più avventure di una notte, senza importanza...ma con lei era successo qualcosa di diverso... 

Chiamai Rachel e le chiesi la cortesia di andare in ufficio, anche se oggi era sabato e mentre sbrigava del lavoro arretrato, la istruii di dare il mio numero a Elisabeth, qualora si fosse fatta viva...avrei potuto scriverglielo direttamente sul biglietto che le avevo inviato insieme ai fiori, ma volevo che anche lei fosse certa di volermi contattare, per questo avevo complicato leggermente le cose...

Le avevo inviato dei giacinti, non sapevo se le sarebbero piaciuti, ma avevo notato che la fragranza che utilizzava sempre sapeva di giacinti e così, pensando a lei, era stato facile scegliere che tipo di fiori mandarle. Aspettai nervosamente un suo cenno, una chiamata...avrei voluto andare a bussare alla porta del suo appartamento, ma avrei rischiato di turbarla, avevo percepito che non amava l'invadenza...

Quando ricevetti la sua chiamata, feci qualcosa che non avevo mai fatto per nessun altra donna e la pregai di perdonarmi e di uscire con me. Era insolito, non avevo mai pregato nessuno prima, ma per lei ero disposto a tutto e questa sera gliel'avrei fatto capire.

Nota dell'autrice: Ecco l'aggiornamento, come promesso puntuale, anzi un giorno in anticipo :) fatemi sapere cosa ne pensate, alla prossima :)

NORTHERN LIGHTS H.SDove le storie prendono vita. Scoprilo ora