Capitolo 24

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Il pomeriggio trascorse in silenzio e volutamente sotto il suo sguardo attento io non distolsi mai gli occhi dal mio lavoro, se non per guardare, di tanto in tanto l'ora sul mio orologio.
Mancava poco più di mezz'ora alla fine della giornata ed era quasi arrivata l'ora di andarmi a preparare e dare inizio al piano che avevo architettato...

Sentii il rumore della sua sedia stridere contro il pavimento e involontariamente mi voltai nella sua direzione. "Elisabeth vedo che hai una certa fretta di andare a casa quest'oggi" disse lui con un ghigno stampato in volto e io capì subito che era giunto il mio momento, potevo dare inizio al mio piano "Mhh...veramente ho un appuntamento e...sì, non voglio fare tardi"

Bene lui ora era davvero innervosito, le mani che tenevano il bordo della scrivania erano strette sino a far divenire le nocche bianche per la pressione che stava esercitando, la mascella contratta e io di tutta risposta lo lasciai con un lieve sorriso e tornai con gli occhi sui miei fascicoli, ma evidentemente la lezione non gli era bastata...

"Ah, immaginavo, ma, sai, Adam non è di turno oggi" disse lui sorridendo in modo provocatorio, come se avesse vinto la sfida.
E così capì che era giunto anche il momento per piazzare il secondo colpo del mio piano "Oh, sì, lo sapevo, ma io non esco con Adam...verrà a prendermi Alex, lo hai conosciuto se non erro, sai, alla conferenza stampa"
Sì ce l'avevo fatta, avevo vinto io, i suoi occhi ridotti in due fessure, il colore delle sue iridi era passato dal verde smeraldo al nero più cupo, digrignando i denti tornò con gli occhi sulla sua scrivania, fingendo di riprendere a lavorare senza preoccuparsi di rispondere alla mia provocazione.

Vorrei dire che ero dispiaciuta e invece non me ne fregava davvero nulla, se l'era cercata e io, sebbene non di abitudine, ero piuttosto vendicativa, si era permesso di trattarmi con sufficienza, senza alcun motivo, questo era il minimo che si sarebbe potuto aspettare, si era preso troppa libertà per i miei gusti.
Guardai velocemente l'ora e notai con la coda dell'occhio che anche lui oggi non si era preso il disturbo di vestirsi elegante, indossava infatti degli skinny jeans neri, che fasciavano a meraviglia le sue lunghe gambe, una semplice camicia bianca lasciata un po' aperta nei primi bottoni e degli stivaletti decisamente casual, anche la sua chioma folta era spettinata, conferendogli un aspetto decisamente più selvaggio, davvero sexy e infatti dovetti fare uno sforzo immane per rimanere ferma nella mia determinazione.

Mentre mi riprendevo dai miei pensieri mi resi conto che era arrivato il momento di andare via, presi tutto l'occorente e corsi in bagno per potermi cambiare.

Infilai l'abito, sciolsi i capelli (che stranamente avevano preso una bella piega) mi truccai con un rossetto rosso acceso e controllando un ultima volta il risultato allo specchio uscii dalla toilette.

Harry di stava infilando il cappotto di camoscio, sistemandone il risvolto del collo e quando voltandosi ni vide rimase di stucco...io dal mio canto non lo degnai neanche di uno sguardo mentre mi affrettavo a raccogliere la borsa e prendere il mio cappotto.

"Liz" mi chiamò ad un passo dalla mia schiena, finsi volontariamente di non averlo sentito..."Liz" ripeté, questa volta più vicino, talmente vicino che potevo sentire il suo fiato accarezzarmi la nuca. Mi ci volle tutta la forza che avevo per non voltarmi e stringermi a lui, come avrei desiderato in quel momento.
Così mi voltai e lui non si nascose per niente mentre mi osservava partendo dalle gambe, risalendo lungo il vestito, con la sua profonda scollatura, il collo, le labbra...oddio, mi fissava come se potesse mangiarmi, nessuno mi aveva mai osservata con tanta dedizione.

"Liz, ti prego, non andare" disse in un sussurro e non mi diede neanche il tempo di ragionare che le sue labbra furono sulle mie, in un bacio intenso, ma, davvero breve perché sebbene non potevo negare a me stessa di non desiderare nient'altro che lui, sapevo che non avrei dovuto dargliela vinta, non dovevo cedere.
Lui al primo piccolo, minimo dubbio su di me, mi aveva allontanata subito e fu quello che feci io in quel momento, mi scansai anche se decisamente controvoglia e lo lasciai lì "Buonanotte Signor Styles" in piedi davanti alla porta del suo ufficio mentre io velocemente premevo il tasto dell'ascensore con poca  convinzione e lo guardavo un ultima volta mentre le porte si chiudevano.

Come promesso è passato poco tempo e così sarà per i prossimi capitoli...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 18, 2021 ⏰

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