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||per un po' la storia riprenderà ad essere in prima persona perché sono stupida||

Pov. Levy
Non mi ero mai sentita peggio di così. Nemmeno quando mi dissero che i miei genitori erano morti. Certo, quello non fu il miglior giorno della mia vita, ma ero piccolissima, e imparai ad accettarlo; ma come mi sentii in quel momento fu orribile.

Quando ero a casa mi aggiravo per le stanze vuote come un fantasma, in pigiama, gli occhi gonfi e rossi e una faccia da spavento.

Vedevo Gajeel solo a lavoro, per fortuna.
Avevo ancora bisogno di vederlo per stare un pochino bene, e nonostante tutto, mi facevano piacere i suoi tentativi per cercare di farsi perdonare.
Lo apprezzai moltissimo, anche se ovviamente non lo diedi a vedere. Ero ancora arrabbiata con lui, quasi furiosa. Mi aveva lasciata da sola tutto quel tempo, per poi andare a spassarsela con un'altra tipa, dopo avermi promesso che non mi avrebbe mai lasciata.
Credevo di avercela fatta, di essere entrata nel suo cuore, di aver potuto almeno scalfire quella stupida corazza che si è costruito per proteggersi dal male.
La sera in cui se ne andò di casa dopo la prima giornata di lavoro disse a Lily di amarmi. Era una cosa che aveva ammesso a sé stesso da un po' da quello che capii, ma io fui così stupida da pensare solo al fatto che mi avesse abbandonato.
Continuavo a chiedermi perché non avesse parlato con me dei suoi problemi, come di solito facevamo sempre quando eravamo in missione.
Che cosa c'era di sbagliato in noi? Perché non potevamo parlare come due persone normali?

Era passato circa un mese.
Gajeel aveva ricominciato ad essere una parte fondamentale della mia vita, mi accompagnava a casa, passavamo del tempo insieme, ridevamo e scherzavamo insieme. Io non gli facevo domande riguardo la sua vita sentimentale, e lui non le faceva a me.
Non che ci fosse molto da dire poi.

Ero appena tornata a casa da un turno di cinque ore al bar, e come al solito Gajeel era con me.
Era tornato quasi tutto alla normalità.

Poggiai la borsa e la giacca sul divano in salone e guardai tra le lettere
che mi erano arrivate.

«Oh mio Dio» esclamai guardando una busta.

«Che succede?» chiese Gajeel allarmato. Non risposi, ero troppo scioccata per poter dire qualcosa, così si avvicinò a me. «Perché il Concilio della Magia ti scrive?»

Mi girai per guardarlo. Non ne avevo idea.
Aprii lentamente la busta, e ciò che vi era all'interno era sconvolgente.

«È un'offerta di lavoro?!» chiese confuso Gajeel. «Dammi un po' qua!»
Gajeel prese la lettera e la lesse ad alta voce così che anche noi tutti potessimo sentirla.
«Signorina Levy McGarden, il Concilio della Magia del Regno di Fiore è lieto di informarLa della Sua vittoria al concorso, istituito dal Concilio stesso, per un posto di lavoro come analista alla sede centrale di Magnolia.»

Gajeel mi riconsegnò la lettera e si mise seduto sul divano, guardò un punto indefinito del muro davanti a sé e non disse una parola. Affianco a lui, Lily era nella stessa posizione.

«Be' che vi prende ora?», chiesi confusa. Ero al settimo cielo. «Cavolo ragazzi! Questo è il lavoro dei miei sogni! Ovviamente dopo Fairy Tail, ma si tratta pur sempre del Concilio!»

«Andrai in missioni pericolose.» replicò Lily.

«Incontrerai delle persone malvagie che si approfitteranno di te», continuò Gajeel.

Cosa?
«Ma che cavolo dite? Ci sono persone del genere ovunque! E poi ho affrontato il peggio del peggio, letteralmente, quando ero a Fairy Tail, che cosa c'è di diverso ora?»

Lily sospirò.
Gajeel puntò i suoi occhi rossi nei miei e capii che ero totalmente sua, nonostante tutti i miei sforzi. «Noi non ci saremo.»

Set me freeWhere stories live. Discover now