Prologo.

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Una voce rimbombò nella sala d'attesa dell'aeroporto di Londra

«Tutti i passeggeri del volo KST9010 diretti a New York J.F. Kennedy sono pregati di procedere al Gate 35 per l'imbarco. Ripeto Gate 35 per i passeggeri diretti a New York J. F. Kennedy.»

Presi la mia valigia e mi misi in coda dietro a una coppia di signori inglesi. Tirai fuori il mio passaporto e aspettai pazientemente il mio turno.

«Le previsioni danno bel tempo lì, non dovremmo avere problemi Cara...» stava dicendo l'uomo.

Tipico degli inglesi parlare del meteo. Qua in Inghilterra era talmente imprevedibile che era sicuramente uno di quegli argomenti Jolly da tirare fuori in qualsiasi situazione.

Non sapevi come continuare o iniziare la conversazione? Niente paura, il tempo inglese correva in tuo soccorso!

Già, peccato che a New York non avrei più potuto usarlo. O forse da un lato non era per niente male.

Avevo le tasche piene della pioggia, della neve e del sole nello stesso giorno, se non nella stessa ora.

«'Giorno!» la hostess mi sorrise e prese i miei documenti, scannerizzò il biglietto e controllò il mio passaporto.

«Grazie, arrivederci e buon viaggio!»

«Grazie, anche a lei!» purtroppo era troppo tardi quando mi accorsi che in realtà lei non avrebbe volato da nessuna parte. Avrei voluto scusarmi per la mia totale stupidità, ma lei era già passata al passeggero successivo.

Casi del genere probabilmente accadevano mille volte al giorno. Sicuramente non ero stata l'unica... Spero.

Entrai nell'aereo e cercai il mio posto.

"A22... A22..."

Misi la valigia nella bagagliera e presi posto di fianco al finestrino, mi allacciai la cintura di sicurezza e aspettai che tutti prendessero posto.

«Ciao!» una ragazza prese posto accanto a me e mi sorrise

«Ciao!» le sorrisi e poi cercai di ritornare a leggere il libro che avevo in mano. Non avevo proprio voglia di fare conversazione in quel momento, ma per mia sfortuna la mia vicina invece era decisamente chiacchierona.

«Sono Abigail, sto andando a New York a trovare il mio fidanzato, è da più di un anno che non ci vediamo. Lui studia alla Columbia con una borsa di studio, è così intelligente... E tu invece? Vai in vacanza?»

L'aereo iniziò a prendere quota e il suolo si fece sempre più lontano.

«No, io torno a casa.»

«WOW. E perché sei venuta qua nella noiosa Inghilterra? Cioè voglio dire, abitavi a New York! Nessuno vuole lasciare New York no? Deve essere così emozionante.»

«Sono stata obbligata a partire.»

New York City è una di quelle metropoli che si odia o si ama. Non c'è una via di mezzo. New York City è una di quelle città che ti risucchia l'anima, non dorme mai, è sempre sveglia e vigile. Ti entra sotto la pelle, ti entra dentro il cuore e non ti lascia più. Era la città della mia infanzia e sono sicura, sarà la città del mio futuro.

«Noo! E perché?»

Come un flash-back ebbi la visione di mio padre che mi diceva di preparare le valige che sarei partita immediatamente il giorno dopo, dopo la fine della scuola. Sarei stata a casa di alcuni parenti nel sud della Florida per tutta l'estate e poi a fine agosto sarei volata in Inghilterra e avrei frequentato un collegio religioso gestito da suore.

"Non puoi farmi questo! Ho una vita qui!"

"Non fare la melodrammatica!" mi aveva risposto mio padre "Ti rifarai una vita in Inghilterra, non è la fine del mondo!"

"Ma io non ci voglio andare!!" avevo iniziato a piangere, poi mi ero girata verso mia madre e mi ero buttata ai suoi piedi "Ti prego, fammi rimanere! Diglielo tu che non voglio andarmene" lei mi aveva guardato con amore e mi aveva accarezzato i capelli, ma non aveva fatto nulla.

"Perché Josh rimane?? Perché devo partire solo io?!" era così ingiusto.

"Non voglio più discutere su questa cosa."

Per mio padre l'argomento era chiuso.

"Ti odio!" avevo urlato prima di scappare via.

Solo più tardi, una volta raggiunta l'altra parte dell'oceano avevo conosciuto la verità.

«È stato per il mio bene.» risposi ad Abigail

«Ahia. Stavi prendendo brutte compagnie? Ho sentito che è un gran problema a New York, ci sono così tante gang che se vai nei quartieri sbagliati puoi non uscirci più.»

Sorrisi debolmente tra me e me, guardai fuori dal finestrino. Il sole stava tramontando, il cielo era completamente rosa, sotto di noi l'oceano si estendeva a perdita d'occhio.

«No» dissi alla ragazza che continuava a guardarmi in attesa di una risposta «Erano le brutte compagnie che stavano prendendo me.»


**************

Angolo dell'autrice

Ciao a tutti!

Questa è la mia prima storia su Wattpad, è da un po' che ci stavo meditando "Pubblicare o non pubblicare?" alla fine ha vinto la vocina che mi continuava a dire di pubblicarla! hahaha

Fatemi sapere cosa ne pensate con voti, commenti, qualsiasi cosa! Sono estremamamente utili per me, perché mi fanno capire se è meglio che mi ritiri oppure se continuare, oppure ancora se devo cambiare il mio stile o cose del genere :DD

Raumalainen


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