Capitolo 9 - ANIMA CORROTTA - prima parte

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«Edgar, muoviamoci!»

Con un acuto rumore di ferraglia la gigantesca armatura fece un passo in avanti, poi un altro e un altro ancora. Rispondendo al richiamo della sua padrona, il grande automa incantato seguiva a breve distanza Esmeralda e Alteria, che cercavano a loro volta di inseguire quello strano essere alato.

«Ma cosa sarebbe quello?» domandò la più giovane delle maghe, indicando il servitore meccanico che le stava appresso.

«Si tratta di un golem, è la mia guardia del corpo!»

I golem erano esseri costituiti da materia inanimata, creati dagli stregoni tramite lunghi rituali e complicati incantesimi, fino ad ottenere esseri semi senzienti in grado di eseguire semplici compiti.

Un grido sofferente, potente come l'urlo di cento rapaci, sferzò il cielo azzurro: era il mezzodemone che si lanciava verso le nebbie che avvolgevano l'isola, nel tentativo di allontanarsi per sempre da quel luogo. Ma lo strano essere dalle ali corvine andò a infrangersi contro un'invisibile forza magica, emettendo uno stridulo urlo di disappunto.

«La barriera!» esclamò Esmeralda. «Zephir ha eretto un campo di forza attorno all'isola, ma non durerà per molto!»

Il posseduto, dopo aver sbattuto contro la barriera un altro paio di volte, ripiegò, lanciandosi ad altissima velocità verso il lato sud dell'isola.

«Dobbiamo prenderlo, se raggiungesse la terra ferma farebbe una strage.»

Il gruppetto accelerò il passo deviando verso la nuova direzione intrapresa dal fuggitivo. La creatura planò qualche istante, disegnando una spirale nel cielo, per poi atterrare in una fitta macchia di vegetazione, formata da altissimi alberi secolari.

«Dannazione, la Foresta dell'Illusione, non c'è posto migliore per nascondersi!»

«Che posto è?» domandò Alteria, cogliendo il disappunto dell'esperta arcimaga.

«Trattasi di un luogo impregnato dalla magia, dove nulla è come sembra.»

Era il sito dove gli stregoni delle prime generazioni della Torre Scarlatta avevano condotto i loro esperimenti magici, quando ancora molte branche della stregoneria risultavano sconosciute. Quegli innumerevoli tentativi falliti avevano permeato la foresta di oscure energie e strani sortilegi, che giocavano brutti scherzi alle menti meno avvezze con le discipline arcane. 

Le due ragazze, seguite dal golem, scalarono un piccolo gruppo di rocce, raggiungendone la sommità, potendo così ammirare lo spazio sottostante.

«Alteria, ascoltami; quando saremo nella foresta concentrati e affidati ai tuoi poteri che ti permetteranno di discernere ciò che è reale da ciò che rappresenta un inganno!»

«Sì, maestra Esmeralda!»

«E mi raccomando, non perdere mai di vista me ed Edgar!»

Dopo le raccomandazioni, scivolarono su un piccolo sentiero scosceso, infilandosi tra oscurità di quell'intricato labirinto di alberi secolari, pervasi da forze occulte.

***

«È impossibile per Edgar proseguire oltre.»

L'ingombrante armatura animata era palesemente in difficoltà a muoversi in quel luogo. I giganteschi fusti delle piante più vecchie si mescolavano ai giovani arbusti in un intrico di rami e liane che formava un tutt'uno, come se si trattasse di un enorme essere vivente con migliaia di piedi e decine di milioni di tentacoli. 

Il sole filtrava a fatica in quel luogo, rendendolo freddo e spettrale. Alteria era palesemente a disagio e parecchio dispiaciuta di dover abbandonare quel gigante di acciaio che le forniva un discreto senso di protezione. Da quando era entrata nella foresta si sentiva continuamente osservata, come se un'enorme coscienza collettiva controllasse tutto ciò che si muoveva.

LA TORRE SCARLATTA - Destini Intrecciati (Libro 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora