Lettera numero novantanove

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Profumo di ciliegio

Dopo tutto il buio
i pomeriggi scuri
le notti insonne
il cuore in ripostiglio,
vedo quanto di più bello c'è.

Penseresti sia tu,
questo sole che sorge adesso.
Dentro e fuori
me.

Mi piace pensare che sia tu,
quel sole che mi sorge addosso.
E ci piace pensare, che siamo noi
la luce in fondo al tunnel.
Che dopo tanto ha fatto breccia.

E non ho più paura delle notti,
se quelle notti sono con te.
E non temo più alcun male
se il male l'ho chiuso in un angolo.

Lontano da me,
da te
che ti proteggo oramai.
Perché so come muovere questo mondo che mi abita dentro.

C'è meno confusione sai?
Puoi stenderti tranquillo
ovunque vuoi.
Verrò anch'io senza tremare.
Perché non ne vale la pena
nascere per poi morire indegnamente
il giorno dopo.
Che il giorno dopo, ci sei tu.

Mi aspetti ridendo.
E rido forte.
Rido di gusto.
Senza ombre ad offendermi la vita.

Perché è una sola.
Dovrebbero saperlo tutti.
E lo urlo qui.

Prendiamoci tutto il nostro tempo.
Quello sprecato
quello vissuto
e divoriamoci anche le ultime briciole di questo giorno.
Che i respiri si fanno corti e fervidi di emozioni che sai regalare solo tu.

Abbracciami e non fuggiamo più.
Abbiamo pagato il prezzo di questo biglietto.
Direi che è momento di andare.

Buona vita.

Le cento lettere di me e di teWhere stories live. Discover now