#01 - The Hunger Games

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Cari curiosoni e curiosone, come avrete già notato dal titolo la mia prima cavia non è altro che il celebre romanzo di Suzanne Collins, il primo libro della trilogia di The Hunger Games. Ho scelto di modificare la prima parte del secondo capitolo, divertendomi a snaturare il contesto dell'estrazione dei tributi. È inutile dire che la serie è molto bella e se non l'avete fatto vi invito a recuperarla e a leggerla! 

Una volta, mentre ero nascosta su un albero e aspettavo immobile che un qualche tipo di selvaggina passasse da quelle parti, mi addormentai e caddi da un'altezza di tre metri, atterrando sulla schiena

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Una volta, mentre ero nascosta su un albero e aspettavo immobile che un qualche tipo di selvaggina passasse da quelle parti, mi addormentai e caddi da un'altezza di tre metri, atterrando sulla schiena. Quando lo dissi ai miei, mi diedero anche il resto. Fui soprannominata Pera Secca e vinsi il premio Scemo del Liceo "Distretto 12" di Panem e Nutella. 

È così che mi sento ora. Cerco di ricordare come si fa a respirare, sono incapace di parlare, frastornata, e quel soprannome continua a rimbalzarmi nella testa. Pera Secca. Qualcuno mi ha afferrato per un braccio, maledetti venditori ambulanti, non ho bisogno di calzini e non te lo offro il caffé, o forse era la mia compagna di banco. Deve esserci stato un errore. Non è possibile che ci siano venditori ambulanti a scuola. 

Non è possibile che stia accadendo questo. Prim era solo un unico nome in mezzo a tanti altri sul registro! Le probabilità che venisse scelta erano così remote che non mi sono nemmeno presa il disturbo di preoccuparmi per lei. Non ho fatto tutto il necessario, forse? Non le ho detto di saltare la prima ora di Matematica? Un nome. Un nome fra tanti altri. La buona sorte era dalla sua parte. Ma non è bastato. 

In lontananza posso sentire i miei compagni di classe sghignazzare e godere come maiali nel fango, come fanno sempre quando viene scelto qualcun altro, perché tutti pensano a salvarsi le chiappe. 

E poi vedo lei, sbiancata in volto, una bestemmia trattenuta tra i denti, le mani strette a pugno lungo i fianchi, che avanza rigida, a piccoli passi, verso la cattedra, il patibolo, passandomi accanto, e vedo che la camicetta le è uscita di nuovo sulla schiena e adesso penzola sulla gonna. Non aveva aperto i libri manco per sbaglio. 

È questo particolare, il lembo pendente della camicetta, che mi riporta alla realtà. «Prim!» Il grido soffocato mi esce dalla gola e i miei muscoli ricominciano a muoversi. «Prim!» Non ho bisogno di sgomitare tra i banchi. Gli altri ragazzi mi fanno subito largo, aprendomi una via diretta fino alla cattedra. 

La raggiungo proprio quando sta per sedersi sulla seggiola. Con un unico movimento del braccio la spingo dietro di me. «Mi offro volontaria!» ansimo. «Mi offro volontaria all'interrogazione!» C'è un po' di trambusto in aula. La VE non ha un volontario da decenni e il protocollo si è arrugginito. 

La regola vuole che, quando il nome di uno studente è stato nominato dal docente, un altro ragazzo o un'altra ragazza che rispondono ai requisiti possono farsi avanti e prendere il posto del ragazzo o della ragazza di cui è stato letto il nome. 

In certe aule, nelle quali farsi interrogare è considerato un grandissimo onore e la gente è impaziente di farsi notare dalla professoressa, offrirsi volontari è complicato. Ma nella sezione E, dove il termine interrogato è quasi sinonimo di cadavere, i volontari sono praticamente inesistenti. 

«Splendido!» dice la professoressa Trinket. «Però credo che prima si debba presentare chi ho chiamato alla cattedra e poi chiedere se ci sono volontari, e se qualcuno si offre, allora...» La sua voce si spegne. Anche lei non sa che fare. 

«A che serve?» ribatte il Rappresentante di Classe. Mi sta guardando e il suo viso ha un'espressione addolorata. Non mi conosce bene, ma ha una vaga idea di chi sono. 

Sono la ragazza che fa sempre i compiti per casa. La ragazza di cui i professori parlano sempre bene all'incontro scuola-famiglia. La ragazza che due anni fa gli stava di fronte nella fila, e durante il compito di Filosofia non l'aveva fatta copiare. Perché la prossima volta studi e non rompi le scatole a me. Se lo ricorda?

 «A che serve?» ripete con voce rauca. «Lasciate che venga.» Prim è dietro di me, e grida, isterica. Mi stringe come in una morsa con le sue braccine magre. «No, Katniss! No! Non puoi!» «Prim, lasciami andare» le dico in tono duro, perché sono sconvolta e non voglio piangere. 

Quando andrà via la professoressa Trinket, alla terza ora, tutti vedrebbero le mie lacrime e verrei considerata un bersaglio facile. Un soggetto debole. Una Pera Secca. Non darò a nessuno questa soddisfazione. 

«Lasciami andare!» Sento che qualcuno me la stacca dalla schiena. Mi volto e vedo che Gale ha sollevato Prim da terra e lei si dibatte tra le sue braccia. «Va', Catnip» dice, sforzandosi di tener salda la voce, poi allontana Prim e la porta al suo banco. 

Mi faccio forza e avanzo. «Bene, brava!» si esalta la professoressa Trinket. «Questo è lo spirito della scuola!» È compiaciuta di avere finalmente una classe con un po' d'azione. «Come ti chiami?» Deglutisco a fatica, non si ricorda nemmeno il mio nome. «Katniss Everdeen» rispondo.

 «Mi sarei giocata la testa che quella era tua sorella. Non vogliamo che ci rubi tutta la gloria, vero? Coraggio, allora! Facciamo tutti un bell'applauso al nostro nuovo volontario!» trilla la professoressa Trinket. 

A eterno merito della gente della VE va detto che nessuno batte le mani. Nemmeno quelli che qualcosa l'avevano studiata nel pullman, quelli che di solito sono al di là della compassione. Forse è perché mi hanno conosciuta ai distributori o hanno copiato la mia versione di latino o hanno incontrato Prim, a cui nessuno può fare a meno di voler bene. 

Così, invece di rispondere all'applauso, me ne resto lì immobile, mentre loro mettono in atto la più audace forma di disapprovazione di cui possono disporre. Il silenzio. Che dice che non siamo d'accordo. Che non perdoniamo. Che tutto questo è sbagliato.

Poi accade qualcosa di inaspettato. O almeno sono io che non me l'aspetto, perché penso che la VE non sia un luogo in cui ci si preoccupa per me. Ma qualcosa è cambiato, dopo che mi sono fatta avanti per prendere il posto di Prim, e adesso sembra che io sia diventata una persona cara. 

Prima uno, poi un altro, poi quasi tutti i componenti della classe portano il dito medio della mano sinistra alle labbra e lo tendono verso la cattedra. È un antico gesto della nostra scuola, un gesto che si usa di rado e si vede qualche volta nei corridoi. Significa va' a cagare, significa ammazzati, significa fanculo al sistema. 

Ora corro davvero il rischio di mettermi a piangere, ma per fortuna Haymitch il bidello sceglie proprio questo momento per attraversare la porta barcollando e venire a congratularsi con me.

 «Guardatela. Guardate questa qui!» urla mettendomi un braccio intorno alle spalle. «È sorprendentemente forte, per essere una secchiona.» «Mi piace!» Ha il fiato che puzza di liquore ed è parecchio che non si fa un bagno. «Ha un gran...» Per un attimo non trova la parola. «...fegato!» esclama trionfante. «Più di voi!» Mi lascia andare e si porta sul davanti alla cattedra. «Più di voi!» grida, rivolto direttamente ai miei compagni. 

Parla alle prime file o è così ubriaco da schernire i banchi ed i borselli? Non lo saprò mai, perché proprio mentre apre la bocca per continuare il suo discorso, la professoressa Trinket lo accompagna fuori. «Sì sì, molto bravo Haymitch, adesso vai a prendere le tue medicine.»

È proprio un bel personaggio.

Spazio del rovinatore
Povera Katniss, costretta ad andare alla cattedra pur di salvare la sorella! Quante volte sarà stata bocciata per stare nella sua stessa classe? Ahah
Spero che questa mia versione vi sia piaciuta e che vi abbia divertito. Come scritto nel regolamento sono disposto a fare la stessa cosa con le vostre storie, se me lo chiedete. Prendetela come un'occasione per divertirci e per farvi pubblicità! Ovviamente di tanto in tanto mi dedicherò a qualche altra opera famosa ahah
Fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate di questo The School Games e se volete vedere qualche romanzo in particolare cadere tra le mie grinfie!

Come ti rovino la storiaWhere stories live. Discover now