venticinque

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<<mamma?>> chiedo ancora confusa... che ha detto? Mio padre sta male... ospedale...

Sbarro gli occhi e d'istinto tiro una sberla sul petto di Caleb che si sveglia pienamente all'istante.
Si guarda intorno confuso, come se fosse stato appena svegliato da una scossa di terremoto.

<<Jennifer? Dove sei?>> la sua voce è dolorante, come se le fosse appena caduto il mondo addosso... e lei mi ha sempre detto che il suo mondo è papà e noi.

<<io... sono in biblioteca... cosa è successo a papà?>> ho una scarica improvvisa di adrenalina.

Ma la chiamata viene interrotta, è caduta la linea... la pecca di questo posto? Non prende.

Guardo il telefono... non c'entra il segnale... mi son dimenticata di mettere il telefono in carica.
Merda.

<<Caleb alzati>>
Gli ordino, lui deve aver capito dalla mia faccia che è qualcosa di grave, per questo mi ascolta senza fare storie.

Scendiamo velocemente le scale a pioli, passiamo in mezzo alla biblioteca, prima di uscire poggio velocemente e chiavi della stanza segreta sul bancone urlando qualcosa del tipo " le ho trovate in giro" o " sono tue queste?" a Rachel.
Tutto di corsa.
Non so cosa mi passi per la testa, Caleb non fa domande e gliene sono grata perche potrei impazzire da un momento all'altro.
Mio padre è in ospedale... mia mamma non avrebbe mai mentito su una cosa del genere, mai e poi mai, ho sentito le lacrime nella sua voce.
Però una persona non finisce in ospedale da un momento all'altro.

Salgo in macchina, il mio coinquilino è alla guida aspetta che gli dica dove andare... ma io non lo so...
Qual'è l'ospedale più vicino? E se poi non è quello giusto?

<<bambinetta calmati>> mi poggia una mano sulla spalla e solo dopo mi accorgo di star facendo dei corti respiri... mi manca l'aria.

<<non... non so dove dobbiamo andare...>> dico guardandolo preoccupata.

<<Jennifer? Chi era al telefono? Cosa voleva?>>
Ora ce ci penso non gli ho detto niente , lui mi semplicemente seguito solo vedendo la mia faccia...

<<era... mia mamma... mio padre sta male, è in ospedale ma il mio telefono è morto e non so in quale ospedale sia... e... e...>> lui guarda dritto davantia se a e senza dire altro fa partire la macchina <<... e... dove stai andando?>> chiedo più che confusa.

<<se sono in un ospedale sarà quello in cui ti hanno portato l'ultima volta, non credi? Stiamo andando lì... tranquilla Bambinetta arriveremo in tempo>>

In tempo... per cosa? Cosa sa Caleb che io non so ? Lo guardo mentre spedito cerca di superare tutte le macchine che incontriamo, non usa nemmeno un minimo di delicatezza, sterza di colpo e io vado contro la portiera.

Lui sbarra gli occhi e mi guarda a spezzoni per riuscire a concentrarsi sulla strada.

<<bambinetta... non hai messo la cintura?>> è visibilmente arrabbiato.
Con un gesto fulmineo si allunga verso di me, prende la cintura e me la allaccia.
È stato talmente veloce ma sono riuscita a sentire l'odore di miele nei suoi capelli quando mi sono passati sotto al naso.
<< reggiti, stiamo entrando in auto strada e intendo accellerare>>

<<stai già andato a cento kilometri orari, Caleb, non accellerare! Va bene così...>>

Lui guarda avanti e annuisce, mentre paga il tassello.

La barra si alza, sento il motore che sista raffreddando nell'attesa di ripartire...

Una scossa improvvisa mi attira alla pelle del sedile... ha accellerato, e anche di molto.

Guardo a quanto sta andando:
Centoventi, centotrenta, centocinquanta, centosettanta... duecento.

Allungo istintivamente un braccio verso di lui e gli stringo la spalla, affondo le unghie nella sua carne, lui stringe i denti ma non si lamenta.

<<idiota, ti ho detto di non accellerare!>>
Lui, senza dire niente, mi toglie la mano dalla sua spalla e me la stringe intrecciando di forza le mie dita con le sue.
Faccio caso a quel piccolo gesto.


Quando arriviamo in ospedale mi accoglie un leggero senso di nausea... non posso pensarci adesso, mio padre sta male e devo andare da lui.

Entro nell'atrio e vado subito dall'infermiera dietro il bancone.
È una ragazza svampita, bionda con gli occhi azzurri, è rilassata come se avesse appena preso una dose di anestesia dritta nel cervello.
Lei mi sorride gentilmente e con tutta la calma del mondo.

<<come posso aiutarti?>>
Caleb mi raggiuge mentre si mette le chiavi della macchina in tasca, poggia una mano dietro la mia schiena e la fa andare su e giù lentamente per calmarmi ma non ci riesce nemmeno lui questa volta.

<<io devo vedere mio padre,mia madre è già qui, lei ha detto che il mio papà è stato portato qui in ospedale->>
L'infermiera alza un dito per interrompermi e risponde al telefono.

<<salve New York Hospit-... Melany, tesoro ciao...>>

<<ma stiamo scherzando>> sussurro... okay, sto perdendo la pazienza, prendo il colletto dell'infermiera e l'avvicino a me più di quanto volessi <<ascoltami bene... smettila di parlare al telefono e dimmi dov'è mio padre, adesso ti darò il suo nome e cognome e tu mi dirai in che stanza è, ci siamo cap->>

<<tesoro?>>
La voce di mia madre mi è familiare... mi volto e lascio il colletto della biondina... le passo una mano sul tessuto che ho appena sgualcito per metterlo in ordine e mimo un "scusi" con le labbra... cosa mi è preso?
Lei mi fissa disgustata.
Vado da mia mamma e l'abbraccio.

<<mamma... papà sta bene vero?>>

Il suo sguardo si spegne e viene riacceso da compassione e tristezza.

<<forse è meglio che ti siedi>>
Mi poggia una mano sulla spalla e io inizio a presumere il peggio.

Ciao 🤓
Spero che il capitolo vi sia piaciuto🙇🏻‍♀️❤️, vi mancavano i Jaleb insieme? A me tantissimo infatti ho amato scrivere questo capitolo... ho voglia di farvi un sacco di domande!
Vorrei sapere qual'è stato la vostra parte preferita in questo libro e chi è il vostro personaggio preferito (tranne i Jaleb ovviamente).
Volevo anche avvisarvi che è uscita un intervista sul blog di Top Girl, se volete andare a leggerle e poi farmi sapere cosa ne pensate mi fareste molto piacere! ( http://www.topgirl.it/2017/05/29/professione-wattpadder-intervista-a-kora-smoosh-autrice-di-quel-coinquilino-snervante/ )
Ciao|!|!|!|🙇🏻‍♀️🤓♥️
PS: di dove siete che magri organizzo qualcosa, vorrei tanto incontrarvi!

Quel coinquilino snervante 2 - You were on my to do listDove le storie prendono vita. Scoprilo ora