dieci

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Fra dieci minuti la cotta liceale durata cinque anni arriverà sotto il dormitorio femminile del campus per portarmi fuori a cena.
Mi guardo allo specchio e passo le mani sul golfino di lana per lisciarlo cercando di far notare il meno possibile che non è stirato.
<<andiamo Jen>>
Mi dico guardandomi negli occhi.
<<qualcosa! Prova qualsiasi cosa! Farfalle nello stomaco...nervoso... anche la nausea va bene!>>
È impressionante come la mia immagine riflessa mi stia praticamente mandando a quel paese.
<<è stata la tua cotta per cinque anni! Cinque anni Jen! Dovresti essere nervosa o eccitata di avere un appuntamento con lui!>>
La porta della mia stanza si apre rivelando Michel che mi guarda con un sopraciglio alzato.
<<stavi parlando da sola?>>
Dice deglutendo ad occhi sbarrati.
<<si>>
Rispondo a testa bassa.
<<stavi parlando da sola, davanti allo specchio indossando i vestiti di mia nonna?>>>sospira e prima che possa dire qualcosa mi interrompe alzando un dito <<e dico mia nonna perché la tua è una nonna da sposare, anche se ha i suoi settant'anni e io sono gay>>

<<tua nonna si veste bene allora... >>
Aggiungo senza dire altro.

<<felice?>>
Mi sorride falsamente.
<<non devi fingere che ti piaccia, Michel... so che lo odi>>

Michel ha sempre odiato Nicholas visto che durante il liceo mi snobbava e non mi degnava di un solo sguardo...
Nonostante i miei molteplici tentativi d'approccio ovviamente falliti miseramente.

<<non lo odio Jen... mi sta diversamente simpatico>>
Usa come scusa.

<<sono cinque anni che dici così>>

<<sono cinque anni che mi sta diversamente simpatico>>
Continua a giustificarsi.
Il mio telefono vibra e capisco che probabilmente è lui giù che mi aspetta.
Mi volto verso Michel e apro le braccia per indicare tutta me stessa.
<<allora? Come sto?>>
Finalmente sono nervosa! È una buona cosa, giusto?

<<stai come una ragazza che ha svaligiato un negozio "over 70"... il che è un bene così Nicholas non proverà a baciarti, gli sembrerà di baciare la sua pro-pro-zia Olga>>

Sorrido per la sua battuta, almeno credo fosse una battuta, gli vado incontro e gli do un bacio sulla guancia.

<<Jennifer se ti fa qualcosa gli stacco lo scroto e ci faccio un porta monete...>>
Promette guardandomi serio.
Rido sapendo che in parte è vero e mi decido a scendere.
Esco dalla mia camera e prima che possa andare una voce mi ferma.
<<Jennifer...>>
Dice Caleb.
<<ciao Caleb>>
Mi sforzo di sorridere e di tenere il suo sguardo.

<<ho visto che fuori c'è l'idiota patentato... uscite insieme?>>
Lo vedo stringere i pugni e guardarmi speranzoso.
Allargo il sorriso e guardo per terra.
Dovrebbero darti un Oscar...

<<si, quindi se permetti ora devo proprio andare>>
Faccio per andare ma lui mi trattiene prendendomi per un polso.

<<bambinetta... possiamo parlare di quello che è successo lunedì?>>

<<non c'è niente di cui parlare>>
Non riesco più a fingere e il sorriso abbandona il mio volto.
Lui mi tira ancora più a se e mi abbraccia... Dio mio, è talmente lunatico.
Cosa starà pensando? Meno male che siamo noi ragazze quelle complicate...

<<Caleb...>>

<<altri... altri due secondi, ti prego>>
Mi stringe più forte a se, il mio cuore accelera,  mi mancano i suoi abbracci, poggio un orecchio sul suo petto e sento il suo cuore battere quanto il mio... le lacrime cercano di farsi strada... perché tutto deve essere così complicato? Non potevamo essere una normale coppia? Non poteva essere tutto speciale?... no... non sarebbe stato Caleb.
Lui poi mi lascia e per un secondo mi è sembrato un addio... non un addio fisico, un addio delle nostre... anime?
Con questo abbraccio ci siamo allontanati più di quanto non abbiamo mai fatto.
Poi mi squadra come faceva agli inizi e sul suo volto appare un sorriso beffardo.
<<sei vestita come mia nonna>>
Ride e poi se ne va senza dire altro...
Dovrei essere triste visto che ci siamo allontanati, eppure, finalmente è come se fosse riiniziato tutto da capo, come era una volta... lui che mi prende in giro e io che non ci posso fare niente.

Esco dal dormitorio e davanti a me c'è Nicholas,in tutto il suo splendore che si guarda attorno.
È poggiato con la schiena alla sua auto sportiva rosso fuoco, si passa una mano tra i capelli biondi e subito dopo la porta alla bocca per mangiare una pellicina.
I suoi occhi, anche se da lontano, sono blu mare e la sua mascella pronunciata viene messa in evidenza quando stringe i denti.
Deglutisco... è forse un sogno?
No... no, non lo è... sennò sarebbe Caleb con la sua Jeep nera e non questo qui.
Ignoro la mia coscienza e vado verso di lui.
Quando mi vede mi sorride mostrandomi i suoi denti perfetti.

<<Jennifer...>>
Dice facendo un cenno con la testa.
Viene anche lui verso di me e io istintivamente gli porgo la giacca di quella sera.
Lui la prende alzando un angolo della bocca e poi mi prende la mano per trascinarmi in macchina.

<<allora? Niente male la mia quattro ruote, vero?>>
Chiede orgoglioso mentre apre la portiera.
Io entro e guardo la macchina per sapere se dover mentire o meno.
È piccola, i posti sono solo davanti, i sedili sono in pelle bianca e il volante pure... in più c'è un fortissimo profumo di pino.
<<carina...>>
Sorrido mentendo alla fine.
<<allora? Che mi racconti?>>

Io e Nick abbiamo parlato tutto il tempo, non solo per evitare silenzi imbarazzanti, ma perché trovavamo argomenti di cui discutere, entrambi esprimevano la nostra e raccontavamo di quello che è successo in questo periodo nel quale non ci siamo sentiti.
Con Caleb solitamente parlavo solo io e lui mi ascoltava senza perdere attenzione, mi guardava distrattamente mentre guidava e se aveva da obiettare lo faceva senza se e senza ma...
Ora che ci penso... so così poco di Caleb, eppure, probabilmente, so molto più di altre persone.
Caleb... perché alla fine penso sempre a lui?

<<okay, siamo arrivati>>
Dice, la macchina si ferma e lui scende e, prima  che io possa aprirmi la portiere da sola, lo fa lui al posto mio.
Mi guardo attorno.
Siamo in un parco inglese con in mezzo un enorme schermo da cinema.
Davanti ad esso ci sono coppiette stese su delle tovaglie intente a mangiare la cena, ridere in modo soave e guardarsi sdolcinatamente.

<<Pic Nic e Film?>>

<<non un film qualsiasi Jules & Jim... uno dei migliori classici francesi, con sottotitoli ovviamente>>sorride, poi, probabilmente per aver interpretato male la mia faccia incantata dalla scelta del miglior film francese al mondo, mi guarda preoccupato  <<non ti piace? Vuoi cambiare posto?>>
Chiede.

<<no... e perfetto>>

Quel coinquilino snervante 2 - You were on my to do listDove le storie prendono vita. Scoprilo ora