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Cris POV

Lunedì mattina arrivo in ufficio alle nove.
Il motivo? Chiedetelo a Jennifer. Ogni volta che gli permetto di passare il weekend insieme, non fa che gironzolare nuda per il mio appartamento, costringendomi a passare più tempo in camera da letto che altrove.
Sarà che la totale assenza di personale la eccita? Chi lo sa, fatto sta che quella ragazza mi stende e vi lascio immaginare il perché.
La mia assistente, la formosa Sandy tutta gambe e niente cervello, mi viene incontro con in mano gli appuntamenti della giornata, i messaggi del fine settimana e fortunatamente, anche con la migliore tazza di caffè di tutta Los Angeles.
Lo so cosa state pensando e no, non ci sono ancora andato a letto. Non che l'idea mi disgusti, anche perché ho frequentato anche donne più stupide di lei.
Ma fin dal primo giorno in cui l'ho assunta mi sono ripromesso di non cedere.
Uno, perché non voglio problemi sul lavoro e due, perché non mi va di essere denunciato per molestie. Non sarebbe professionale, vi pare?
-" Buongiorno signore. La sue conferenze con il CEO della catena alberghiera Marshall e quello della Roger, sono state annullate. Le loro segretarie, mi hanno detto che al momento entrambi sono fuori per lavoro e che per loro è impossibile liberarsi. "- dice Sandy, mentre a grandi falcate mi dirigo verso il mio ufficio.
" Porca miseria."
-" Non ti hanno detto nient'altro?"-
-" No signore, ma mi hanno assicurato che quando sarà possibile le fisseranno un nuovo incontro."-
-" Di quanto tempo stiamo parlando?"- dico mentre dò una rapida occhiata ai miei messaggi in segreteria.
-" Non l'hanno specificato signore."-
"No, no, no!"
-" Dì al signor Geller di raggiungermi immediatamente in ufficio."-
-" Sì signore."-
" Cristo che sfiga!"
Ricordate Wolter Scott? Il CEO della grossa catena turistica Roger Travel? Ora si è aggiunto anche Rich James della Marshall a rendermi la vita difficile. Sono mesi che cerco di convincerli ad affidare a noi, l'allestimento delle loro strutture.
Mi siedo alla mia scrivania, inviando alla svelta una email per chiedere spiegazioni ad entrambi.
"Qui c'è qualcosa che non va, ma si sbagliano se credono che io molli l'osso così facilmente."
Ad un tratto sento qualcuno bussare.
-" Sì?"-
-" Sono Colin, mi hai fatto chiamare?"-
-" Vieni avanti e chiudi la porta."-
Fa come gli dico, sedendosi poi su una delle poltrone davanti alla mia scrivania.
-" Che succede amico?"- mi chiede, ancora ignaro della catastrofe in atto.
-" Succede che Siamo fottuti, ecco che succede! Roger e Marshall sono spariti."-
-" Che cosa? Ma non avevi una conferenza proprio oggi?"-
-" Già ma a quanto pare entrambi i CEO hanno disdetto l'incontro fino a nuovo ordine. Non abbiamo più niente Colin."-
Lo guardo frustrato, passandomi una mano fra i capelli.
-" Ma tutto il lavoro che hai fatto per convincerli ad affidarsi a noi? Insomma, credevo che l'affare ormai fosse bello che concluso!"-
-" Già, ma quegli idioti a quanto pare, ci hanno ripensato e noi non abbiamo più uno straccio di cliente. Porca miseria abbiamo investito tutto, tutto per poterli convincere. Sarebbe stato l'affare del secolo!"-
Poggio i gomiti sul tavolo, prendendomi la testa fra le mani.
-" B-beh non essere così tragico adesso. Abbiamo il complesso Parker e l'hotel Sigmon. Lo so bene che ormai sono progetti quasi conclusi, ma da qui a dire che non abbiamo più nessun cliente..."-
Lo fisso con aria minacciosa.
-" Forse non ti è chiaro, gran pezzo di idiota, ma la nostra azienda sta fallendo e se adesso ci si mette anche la concorrenza, abbiamo chiuso!"-
Penso a qualche alternativa, ma non passa molto, prima che io venga interrotto dalla mia assistente.
-" Mi scusi signore."-
Fa qualche passo verso di me, esitando prima di trovare il coraggio di guardarmi.
-" Che cosa vuoi?"- ringhio, in preda alla frustrazione.
-" Suo padre desidera vederla per una questione urgente."-
-" Digli che in questo momento sono occupato."-
-" Dubito che accetterà un no, come risposta."-
"Dannazione e adesso cosa diavolo vorrà?"
Mi alzo dirigendomi verso l'uscita, non prima però di aver incaricato Colin, di fare qualche indagine per scoprire con quale azienda la Roger e la Marshall sono in contatto.

-" La mia assistente mi ha detto che avevi qualcosa di cui parlarmi."- dico, appena entro nel suo ufficio.
Mio padre se ne sta in piedi, davanti all'enorme porta finestra che si affaccia sulla città. Spalle dritte, sguardo fiero e occhi persi nell'orizzonte.
-" Siediti Ian."-
"Porca miseria, l'ultima volta che mi ha detto di sedermi eravamo in sala riunioni e mi ha dato un fottuto anello, adesso cos'avrà in mente?"
-" Una persona di fiducia, mi ha appena fatto avere alcuni documenti importanti, che credo tu debba vedere."-
Lo guardo con aria scettica, vedendolo intercettare il mio sguardo per la prima volta, da quando sono entrato.
-" Che genere di documenti?"- mormoro con tono freddo e distaccato.
Si accomoda davanti a me.
-" Cose personali che ti riguardano da vicino. Sia chiaro, potresti anche scegliere di non vederli per quanto mi riguarda, ma credo sia giusto informarti sulla faccenda."-
Aggrotto la fronte, non capendo a cosa si stia riferendo.
-" Si tratta dell'azienda?"-
-" No, ma voglio che tu mi prometta che qualunque cosa succeda, proverai a mantenere la calma. Vedi figliolo, tutto quello che faccio è solo per il tuo bene e sono fermamente convinto che tu abbia tutto il diritto di sapere quello che ti succede intorno e com'è davvero fatta, la gente che ti circonda."-
"Ok, adesso comincio ad innervosirmi."
Lo guardo negli occhi e lui regge il mio sguardo, impassibile.
-" Taglia corto ed arriva al punto."-
Piega le labbra, in un sorriso maligno che mette i brividi.
-" Beh se proprio insisti, mi piacerebbe prima sapere cosa sai attualmente sulla vita privata di Grace Miller."-
Mi basta sentire il suo nome per scattare sull'attenti.
-" Grace? Cosa c'entra adesso con tutta questa faccenda?"-
-" Tu rispondi prima alla mia domanda."-
Faccio un respiro profondo, deglutendo nervosamente.
-" Nulla."- mormoro a denti stretti.
-" Dici davvero? Possibile che tu non sappia se quella ragazza attualmente è fidanzata con qualcuno?"-
Il pensiero di lei tra le braccia di un'altro mi disturba.
-" Non capisco dove tu voglia arrivare. Perché adesso, tutto d'un tratto mi fai tutte queste domande?"-
Lo guardo: ha un sorriso tranquillo e sembra non aspettare altro, che il momento in cui darmi il colpo di grazia.
-" Apri il fascicolo davanti a te e capirai."-
Faccio come mi dice e mi basta vedere le foto di Grace a cena con un'altro uomo, per sentirmi il sangue gelare.
"Non è possibile."
Sono in un lussuoso ristorante e lei indossa un elegante abito nero, mentre lui la guarda con desidero.
Sembra felice e non so se sia più questo a farmi male, oppure il fatto di vederla con un'altro uomo che non sono io.
-" Tu sapevi della sua relazione, Ian?"- la sua voce si snoda come un viscido serpente.
-" No."- mormoro con un filo di voce.
"Non sento niente, non sento più niente."
-" Eppure sembra avere un colloquio molto intimo con quell'uomo."-
-" Beh... Potrebbe tranquillamente trattarsi di un amico, questo non ci è dato saperlo."- biascico, sentendo il mio cuore battere ad un ritmo forsennato.
Alza un sopracciglio.
-" E invece sì."-
Da un'altra busta tira fuori altre fotografie, questa volta fatte in quello che sembra in parcheggio.
Grace che sorride.
Grace che si ferma davanti alla sua auto e...
-" No."-
Vedo le labbra di quell'uomo sulle sue, mentre sembra accarezzarla con dolcezza.
-" Come è possibile?"-
Il mio petto si comprime in preda agli spasmi, facendomi quasi mandare il respiro.
"Grace."
-" Beh di certo non poteva restare ad aspettarti in eterno, ti pare?"-
-" No, certo che no."-
-" E poi anche la tua vita ora ha preso una piega differente."- continua con voce vellutata.
-" Sì, infatti."-
-" Fra meno di un mese sposerai Jennifer, a proposito come stanno andando i preparativi?"-
Fisso la foto davanti ai miei occhi, provando con tutto me stesso a controllare il mio respiro.
" Non è possibile."
-" Ian, mi stai ascoltando?"-
Mi irrigidisco, tornando a guardarlo.
Tiene le mani incrociate davanti alla sua bocca, mentre mi guarda con aria soddisfatta.
-" Ma certo. I preparativi? Stanno andando alla grande, ora però ho alcune faccende da sbrigare."-
-" Non preoccuparti, vá pure figliolo."-
Mentre mi alzo, afferro la foto nascondendola nella tasta interna della giacca.
Sento le gambe pesanti ad ogni passo e più provo a nascondere il mio malessere, più esso sembra aumentare.
-" Signor Smith la sua fidanzata Jennifer ha provato a cercarla qualche minuto fa."-
Sandy fa qualche passo verso di me, ma con un gesto della mano le intimo di tacere.
-" Dille che la richiamo più tardi."- sussurro, sentendo la mia gola restringersi.
-" Ma signore..."-
-" Sta zitta e sparisci!"- le urlo addosso, prima di richiudermi la porta del mio ufficio alle spalle.
"Cristo che male."
Mi porto una mano al petto, provando ad arginare il dolore.
Mi gira la testa, non riesco più a respirare e a stento mi reggo in piedi.
"Che diavolo mi sta succedendo?"
Provo a bere un po' d'acqua ,ma neanche questo mi aiuta.
" Forse dovrei chiamare un dottore? No, ma che sciocchezze vado blaterando. Io sto benissimo, devo solo rilassarmi e andrà tutto bene."
Mi ci vogliono ben dici minuti prima di stare meglio.
Dieci. Lunghi. Minuti.
E sapete a cosa ho continuato a pensare per tutto il tempo?
Provate ad immaginare.

Perché Sei Tu [Vol.2]Where stories live. Discover now