Back Then

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«Ah, finalmente ti sei svegliato» sentì dire mettendo a fuoco il viso della sua migliore amica.
Sara era rimasta seduta al suo capezzale nelle ultime due ore, così come aveva fatto la prima volta che era stato male dopo aver perso il controllo di una breccia.
«Scusa tanto se ho rischiato di morire!» rispose Paco in finto tono tragico, portandosi una mano alla fronte per calcare la teatralità delle sue parole.
Sara rise e gli diede un colpetto sulla spalla. «Stai benissimo, idiota».
«Perché la dottoressa Snow è un angelo disceso dal cielo per salvare il culo a noi sfigati!» ammise il ragazzo.
«Ora non esageriamo» disse Caitlin entrando. «Scusatemi, avrei dovuto bussare?»
«No, figurati!» rispose Sara con un sorriso. «Grazie ancora per quello che hai fatto. Non avevi idea di chi fossimo e cosa volessimo, ma tu non hai esitato un attimo ad aiutare Paco».
«È solo il mio lavoro» sminuì Caitlin. «Ero passata a controllare come stessi, comunque» aggiunse, rivolgendosi a Paco.
«Molto meglio, grazie» rispose il ragazzo.
«Bene» gli sorrise Caitlin controllando i suoi valori sul proprio tablet. «Pensavo che... potremmo parlare un po', cercare di conoscerci» suggerì dopo aver verificato che fosse tutto okay.
«Certo» assicurò Paco.
«Potreste... ecco, descrivermi la vostra Terra?» chiese Caitlin. Avvicinò un'altra sedia al lettino di Paco e si sedette alla sua sinistra, di fronte a Sara.
«Be', è coperta per la maggior parte di oceani, ha cinque continenti, c'è il regno animale, quello vegetale... Forse dovresti essere un po' più specifica» suggerì Paco, piuttosto diverto.
«Sì, hai ragione» ammise Caitlin. «Forse dovremmo iniziare da qualcosa di più semplice, come la vostra città. Com'è la vostra Central City?»
«Be', ecco...» provò Paco, ma le parole sembrarono morirgli in gola.
«C'è una gelateria di fronte alla grande piazza dove il sindaco celebra le cerimonie pubbliche» disse invece Sara. «È lì che ho conosciuto Paco. Abbiamo frequentato entrambi la Central City University. Lui studiava ingegneria, io psicologia... Eravamo due nerd in una gelateria» raccontò con un sorriso lontano e gli occhi fissi sulla propria mano intrecciata a quella dell'amico. Il suo viso si incupì all'improvviso, strinse più forte la mano di Paco: «Poi sono iniziate le anomalie. Sembravo essere l'unica a ricordare che le cose fossero state diverse...»
«Perché sei nata sulla Waverider, nella zona temporale» disse Paco, ricambiando la stretta dall'amica. «Nessuno di noi si rendeva conto dei cambiamenti intorno a noi. Era la nostra storia, non la tua...»
«Come avete fatto a capire?» chiese timidamente Caitlin.
Sara la guardò con aria comprensiva e grata insieme: «Come avete fatto voi».
«Quando Sara ha imparato a controllare i suoi poteri, ha mostrato a me e agli altri membri del nostro team ciò che avete visto anche a voi» spiegò Paco.
«Avete un team?» domandò Caitlin sorpresa ed emozionata. «Conoscete un'altra me?»
Il viso di Sara si indurì. «Sì, conoscevamo Caity...» rispose, quasi fra i denti, come se dirlo le costasse un certo sforzo.
«Sara» chiamò Barry dalla soglia dell'infermeria. «Se non ti dispiace, Julian vorrebbe farti qualche test per... imparare a conoscerti».
«Certo» disse la ragazza scattando in piedi, sollevata.
I due uscirono dall'infermeria, lasciando Caitlin e Paco da soli in silenzio.
«Non prendertela, non hai detto niente di male» dichiarò alla fine il ragazzo.
«Allora perché sembrava così... ferita?»
«La Caitlin che conoscevamo...»
Caitlin portò istintivamente una mano al ciondolo a forma di fiocco di neve creato per lei. «Si è trasformata in un mostro?»
Paco la guardò perplesso. «No» disse seccamente. «Ma lei, il nostro team, sono tutti... spariti».

«Cosa vuoi che faccia?» chiese Sara. Se ne stava in piedi con le mani in tasca davanti a Barry, Julian e Cisco, un po' in imbarazzo, ma sollevata all'idea di essere stata tratta in salvo dalla piega che la conversazione con Caitlin aveva preso.
«Vorremmo sapere da quale Terra vieni» rispose Barry cercando di rendere la questione il più semplice possibile.
«E come?» replicò Sara. Fece passare lo sguardo sui tre ragazzi, aspettando che uno di loro rispondesse.
Alla fine fu Julian a parlare: «Confronteremo la frequenza a cui vibri con quella di un abitante della nostra Terra, che per comodità chiameremo Terra 1, e a seconda di quante variazione riscontreremo, sapremo dire a quante dimensioni di distanza ti trovi da casa tua».
«E come farete a sapere a che frequenza vibro?» fece il segno delle virgolette con le dita usando quell'ultimo verbo.
Questa volta fu Cisco a spiegare, sfoderando due grossi elmetti coperti di cavi: «Tu ed io indosseremo questi, che saranno collegati a una specie di... elettrocardiografo, chiamiamo così, il quale misurerà la frequenza alla quale vibrerò toccandoti».
«Allo stesso tempo io e Barry ci occuperemo di fare i calcoli» aggiunse Julian.
«Ma non è pericoloso?» chiese Sara. Si voltò a guardare Paco, oltre i vetri dell'infermeria. «Non potresti farti del male usando i tuoi poteri?»
Cisco seguì lo sguardo della ragazza. «Non aver paura» disse, cercando di suonare il più rassicurante possibile. Sara tornò a guardarlo, questa volta con sincera fiducia negli occhi. «Non mi accadrà niente».
«Va bene, allora» acconsentì la ragazza.
Lei e Cisco indossarono i caschi e Julian eseguì i collegamenti. «Siamo pronti. Quando vuoi, Ramon».
Cisco porse la mano e Sara la strinse.

Terra 117Where stories live. Discover now