Prologo

2.7K 112 31
                                    

[Ashton]


Quando ho deciso di accettare un lavoretto estivo come bagnino nella piscina comunale, non mi aspettavo che la mia vita sarebbe diventata ció che è adesso.

L'idea di mettere da parte dei soldi facili senza fare altro che richiamare bambini troppo rumorosi, di un'abbronzatura da far invidia una volta tornato all'universitá e di vedere bei ragazzi in costume da bagno bagnati ed attillati mi ha convinto subito, e così non ho potuto dire di no quando il mio vicino di casa mi ha proposto il lavoro.

E ora come ora, dire di no sarebbe impossibile.

Specie con il mio pene tra le labbra di Calum Hood.

"Porca miseria" mi ritrovo a ansimare mentre le mie dita si intrecciano tra i capelli del moro che sorride, passando malizioso la lingua lungo la mia erezione prima di farla sprofondare nuovamente nella sua bocca, facendomi morire e risorgere nella spanna di pochi secondi.

"Dio, Calum, se non la smetti di giocare e non ti metti all'opera, io...".

Un gemito che sfugge alle mie labbra mi impedisce di portare a conclusione la mia minaccia che rimane nell'aria mentre il moro deliziosamente abbronzato comincia a fare sul serio, facendo su e giú con la testa mentre getto la mia all'indietro, completamente sopraffatto dal piacere.

Sapevo dalla prima volta che l'ho visto che sarebbe stato perfetto per questo genere di lavori.

Senza dire nulla comincio a dettare io il ritmo, spingendo maggiormente la mia erezione tra le sue labbra, facendolo quasi soffocare attorno al mio pene, ma lui, per niente dispiaciuto, geme, mandando vibrazioni che mi spingono ad andare piú veloce, il piacere ormai dannatamente vicino finchè, con un ultimo movimento, non vengo lungo la sua gola, facendogli stringere gli occhi mentre manda giù, battendo poi piano sul mio fianco per farmi cenno di uscire dalla sua bocca.

"Cristo santo, Cal, lasciatelo dire: hai delle labbra da sogno" sussurro con un sorriso, completamente senza fiato mentre raccolgo una goccia di seme dal suo mento, passandolo piano lungo le sue labbra prima che le socchiuda, succhiando maliziosamente il pollice ed infine le sue labbra guardandomi con tutta l'aria di chi vuole provocare.

E se non fossi appena venuto, sicuramente adesso avrei il costume macchiato.

"Non troverai mai nessuno più bravo di me nei lavori di bocca, mio caro" sorride, alzandosi da terra e pulendosi con fare disfattista le ginocchia, come a sottolineare il fatto che si sia appena comportato da poco di buono.

Beh, alla fin fine è quello che è.

Sará anche il mio migliore amico, ma basta dirgli "ho un problema" che si mette in ginocchio.

O sopra di me, ma questo è un discorso che fa soltanto quando è triste e ha bisogno di sentirsi amato.

E cosa c'è di più amorevole di una lunga notte di sesso?

"Aiutami a sistemare le sdraio, presuntuoso" lo rimbecco dolcemente, lanciando un veloce sguardo all'ora.

Sono le nove meno un quarto e tra un quarto d'ora cominceranno ad arrivare bambini urlanti e mamme in preda alla menopausa.

E non abbiamo sistemato neanche una sdraio.

"Antipatico" mormora, lasciandomi comunque un veloce bacio sulla guancia prima di prendere due sdraio di plastica bianca senza alcun problema, così come me.

"Allora, è una settimana che lavoriamo qui e non mi hai ancora detto se hai adocchiato qualcuno di interessante" comincia, lanciandomi un occhiolino che dice tutto, ma io mi limito a scrollare le spalle, stiracchiando le spalle prima di aprire le varie sdraio.

"Nessuno che abbia catturato la mia attenzione. Beh, Jack Hemmings è stato un panorama allettante, peccato che se ne sia andato dopo meno di un'ora borbottando qualcosa su suo fratello".

"Ben?".

"No, mi sembra il più piccolo, Luke. Non lo vedo da quando aveva quattordici anni" commento, sistemando altre sdraio e cercando a tutti i costi di ricordare il più piccolo dei fratelli Hemmings.

Ricordo perfettamente Jack, di quattro anni piú grande, che veniva in classe con me e con cui mi sono diplomato.

Ricordo anche il più grande, Ben, che ha da poco scoperto di star per diventare padre (e non smette di ricordarlo a tutta la popolazione di Instagram), ma Luke è un'incognita enorme.

Quando aveva quattordici anni veniva a scuola con le converse rosa, questo è l'unico dettaglio che ricordo del più piccolo degli Hemmings.

Chissà com'è ora, a diciassette anni.

E chissà se gli piace ancora il rosa, soprattutto.

Un sorriso bastardo fa la sua comparsa sulle labbra del mio migliore amico, che si gira a guardarmi con un sopracciglio inarcato.

"Cosa?".

"Davvero non lo sai? Di Luke Hemmings, intendo" domand, ed io mi limito a scuotere la testa, ormai incuriosito.

Cosa ci potrà mai essere da sapere su un ragazzino scheletrico con le converse rosa?

"Allora non vedo l'ora di vedere la tua faccia quando lo rivedrai".

Babydoll || LashtonWhere stories live. Discover now