SOLO UNA SCUSA

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Ma una piccola malattia? non grave eh, tanto quanto basta per essere ricoverata in ospedale. E la morte di qualche familiare, invece? Oppure due o tre bulli, del tipo che picchia? Me ne bastava una, non tutte, una sola di queste opzioni sarebbe stata sufficiente a giustificare la mia tristezza. 

E invece no, famiglia fantastica, casa fantastica, salute fantastica: I miei genitori sembravano usciti da un manuale per l'insegnamento dei figli e mia sorella era la persona più gentile e generosa di questo mondo, a volte anche troppo; la mia casa era la CASA IN CAMPAGNA che tutti sognano; bei mobili, bel giardino, cavalli, cani, gatti, galline. E' stressante quando non puoi lamentarti di nulla. 

Per quanto riguarda la salute, saranno stati anni che non avevo neanche una leggera febbre, quindi di malattie serie non se ne parlava proprio. Non che io avessi voluto essere malata, ma se avessi avuto un motivo per scusare il modo in cui mi sentivo forse, allora, avrei potuto parlarne con qualcuno. Se lo avessi fatto in quel momento probabilmente mi avrebbero presa tutti per matta.

L'unica cosa leggermente negativa della mia vita erano le relazioni con i miei coetanei (come li chiamava mio padre). Infatti, gli amici che ho avuto nel corso della mia esistenza si contano sulle dita della mano. Ci sono state Irene e Giorgia durante le elementari e le medie, ma poi avevo perso completamente i contatti con entrambe. C'è stata Matilda, ma dopo 3 anni che ci conoscevamo aveva deciso che non ero più alla sua altezza e mi aveva escluso dalla sua vita. Ci sono state Africa e Gioia, ma anche loro non erano delle vere e proprie amiche, uscivamo insieme solamente perché altrimenti avremmo passato l'intera estate sdraiate sul divano, ognuna in casa propria. Direi che questo è tutto se non vogliamo contare Alessia, la migliore delle migliori amiche che io abbia mai avuto. All'asilo. E visto che avevamo 3 anni ciascuna direi che non conta.

Insomma io ero depressa per la mancanza di amici veri. E intendo VERI nel senso di persone che capiscono ciò che provi al primo sguardo, che ti accompagnano e incoraggiano a vivere avventure meravigliose, che puoi chiamare alle 4 del mattino solamente per dirgli che hai perso un calzino e amici che possono per questo mandarmi a quel paese sapendo che tu non ti offendi. 

Lo so che è una versione un POOOOCHINO romantica dell'amicizia ma io non ero una delle persone a cui bastava avere tanti conoscenti da chiamare quando volevi uscire il pomeriggio o solamente quando ti serviva qualcuno con cui andare a una festa. Io volevo di più, anche se in cuor mio sapevo, anche allora, che l'85 % della mai generazione la pensava diversamente da me. Ed è per questo che pensavo di essere destinata a rimanere sola e sfigata e depressa.

I MORTI NON PARLANODove le storie prendono vita. Scoprilo ora