I like a guy... 🕷

901 65 30
                                    

[Superfamily stucky p.t. 12]

Per ricapitolare l'importante svolta che la sua vita aveva preso, Peter Parker aveva scaricato sul cellulare un'app molo simile al "Mio diario delle mestruazioni" per annotare tutti gli eventi che gli avevano fatto riscoprire un nuovo lato del suo...

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Per ricapitolare l'importante svolta che la sua vita aveva preso, Peter Parker aveva scaricato sul cellulare un'app molo simile al "Mio diario delle mestruazioni" per annotare tutti gli eventi che gli avevano fatto riscoprire un nuovo lato del suo carattere, tenuto chiuso e a bada nella testolina capelluta che si ritrovava.
Come primo punto aveva scritto su di una schermata rosa e a fiori bianchi, susseguito da una serie di annotazioni stile lista della spesa:

Essere stato adottato da una coppia omosessuale di super eroi del quale uno dei due ha un braccio meccanico con un'aura potentissima e tanta cattiveria per gli scherzi;

Ritrovarsi a vivere in un complesso da ricconi con tanto di coinquilini inquietati e fottuta figaggine, che Batman scostati;

Iniziare una carriera da scrittore di Fan Fiction porno tra i propri papà ispirate a fatti realmente accaduti;

Ricevere come regalo di Natale dallo zio Tony una tuta nuova e FA-VO-LO-SA

E come ultimo ma non meno importante:

Cambiare scuola e ritrovarsi a frequentare un istituto per mutanti.

Ecco, quello era uno dei cambiamenti più importanti della vita di Peter. Subito dopo le vacanze natalizie il ragazzo venne accettato senza troppi problemi alla nuova scuola; era stato semplice spiegare da parte di Steve e Bucky che il loro figlioletto speciale possedeva dei poteri da ragno che in un certo senso facevano di lui un mutante. La questione della genetica speciale di quella squadriglia di alunni era ben più complessa di quella del povero Peter, ma il vecchio pelato in sedia a rotelle, di nome Charles Xavier, aveva accettato con gentilezza e pacatezza l'iscrizione di Parker-Rogers-Barnes, mentre una ragazza di colore dai capelli bianchi accanto a lui aveva alzato gli occhi al cielo come per dire "Aggiungiamone ancora, chi più ne ha più ne metta".

Quello era il primo giorno di Peter alla scuola per mutanti di Charles Xavier. La struttura non era altro che un'enorme ed antico castello -Spiderman lo aveva etichettato in quel modo- con una marea di ragazzi vociferanti in fremito ordinato tra il giardino, i corridoi, le scale e le aule.
Peter strinse forte sulle spalle il suo zaino nero, facendosi piccolo piccolo mentre intorno a lui incombeva la possente grandezza dei muri sofisticati dell'istituto. Non poté fare a meno di esaminare attentamente ogni singolo ragazzo e bambino che scorrazzava sorridente con disinvoltura quasi serena; vide gente con la pelle di uno strano colore, ragazzini con code, ali e peli simili a quelli dei peluche, e tantissimi altri bizzarri individui con una particolarità distintiva. Peter deglutì, guardando fisso difronte a se e sentendosi, per la prima volta, un adolescente normale, messo a confronto con quei mutanti.
Si stava dirigendo alla biblioteca nell'ala est della scuola, dove un certo Logan lo stava aspettando. Xavier lo aveva affidato al suddetto Mr Howlett che non era un vero e proprio professore, ma semplicemente una specie di supervisione, un po' come i collaboratori della segreteria.
Una ragazza non molto più alta di lui urtò contro la sua spalla, deliziando Peter con una dolce imprecazione degna del ghetto maligno. Il ragazzo scrollò la testa, ricomponendosi con imbarazzo e confusione, osservando meglio la strana donzella;
Aveva i capelli neri rasati come un ragazzo, il naso all'insù, gli occhi scuri, e un rossetto viola melanzana che le contornava le labbra imbronciate, che accentuavano la sua eterna incazzataggine cronica.
«M-mi dispiace.» balbettò Peter per scusarsi.
«Tu sei nuovo di qui, non è così?» domandò lei con un gesto della mano, coperto da un guanto nero che le scopriva la punta delle dita.
«Si, oggi è il mio primo giorno.»
«Saresti...?» chiese ancora la ragazza, masticando la sua gomma al gusto di liquirizia con noncuranza.
«Peter, Peter Parker.»
«Oh, il figlio di Captain stellina e il soldato di primavera
«Scusa?»
«Io sono Ellie Phimister. Scommetto che stai cercando Logan, tutti i novellini vengono scaricati a lui da Xavier -Ellie iniziò a camminare, con tono serio, e senza troppi inviti fece capire a Peter di seguirla- Quel povero martire di Logan è stato costretto dal prof a restare in questa scuola dopo che lui e il cazzone di Scott hanno bruciato il giardino botanico durante il ballo di fine anno, erano così ubriachi cazzo.»
Peter fece silenzio e ascoltò la spiegazione della sua nuova conoscenza con espressione stranita, seguendola da dietro.
«Non credere di riuscire a trovare qualcuno di serio qui, è come stare in un fottuto manicomio; Xavier bomba alla sua età con il belloccio di Magneto, pensando che nessuno sospetti della loro luuunga relazione. Raven li ha sputtanati da quando ha messo piede qui, ovvero dall'età della pietra.» disse Ellie, tirando fuori dalla tasca della sua felpa il cellulare dal display scheggiato, digitando velocemente un messaggio, borbottando un qualche commento seccato. Non distolse lo sguardo dal suo telefono, fermandosi di fronte una porta, dove abbandonò Peter.
«Logan è lì dentro. Divertitevi tanto, e non farlo incazzate troppo o ti sviscera con gli artigli in stile kebabbaro rumeno; mi trovi nel dormitorio se non vuoi stare da solo a deprimerti durante l'intervallo. Ciao spiderboy.» lei gli ammicò con serietà, non distogliendo lo sguardo dalla sua sfilza di messaggi. Non diede più ascolto a Peter, che improvvisamente si ritrovò da solo, costretto ad entrare in quella grande stanza piena di libri dove un uomo con grosse basette e capelli bizzarri lo accolse con poco -pochissimo- entusiasmo.

One shots StuckyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora