Capitolo 18 - Non lo so

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"Sei uno stupido, Roman!" Esclamai arrabbiata contro il mio amico.
Dopo che ero tornata al dormitorio, il giorno dopo Roman era venuto a cercarmi e avevamo fatto pace.
Adesso erano passate due settimane, e lui era  sotto stress per il suo appuntamento con Ethan. Mi raccontò di come Mike, la sera che ero sparita, avesse fatto irruzione nella sua camera, e mi aveva giurato che si fosse spaventato di brutto.
"Adesso come va fra voi due?"
Lo guardai, era la stessa cosa che mi chiedevo anche io.
"Non lo so.." dissi sincera.
Sospirai, non volevo pensare a lui e ai suoi sbalzi d'umore. Anche se questa volta la colpa era mia.

"Come non lo sai? Quella sembrava quasi pronto ad uccidermi se non gli avessi risposto!" Esclamò, stupito dalla risposta che gli avevo dato.
Scrollai le spalle e alzai lo sguardo verso di lui, cercando delle parole adatte per potergli rispondere.
"Non è così facile, Roman." Sospirai e mi voltai verso la finestra della sua stanza. Pioveva leggermente.
"Oh andiamo..chiunque capirebbe che sei cotta di lui"
Arrossii leggermente,  non riuscendo a guardare il mio amico, che se ne stava seduto di fronte a me con lo sguardo apparentemente divertito.
"Eddai.." mi diede una cuscinata in pieno viso, facendomi quasi cadere.
"Ma..Roman!" Presi il cuscino e lo lanciai cercando di colpirlo, ma lo afferrò e rise.
"Pappamolle"
Scossi la testa: "Idiota! Piuttosto, mi racconti com'è nata questa cosa con Ethan?"

Quando sentì pronunciare quel nome, Roman si alzò nervoso e iniziò a mangiucchiarsi le unghie. Ridacchiai a quella scena. Sembrava una ragazzetta al primo incontro con il ragazzo tanto amato.
"Non pensare che io sia una ragazzetta" mi rimproverò.
Fui sbalordita da come avesse indovinato il mio pensiero, ed iniziai a ridere sonoramente.

"Ecco. Lo sapevo!" Sbuffò lui, sbattendo i piedi sul pavimento.
"Io non le penso ste cose" cercai di difendermi, ma fu ovvio che non mi credette.
"Come no" fece una smorfia prima di riprendere a parlare: " praticamente quando Mike è andato via dalla mia camera, Ethan è rimasto e abbiamo iniziato a parlare. Poi ci siamo guardati intensamente e mi ha baciato!" Battè le mani, iniziando a saltellare felice.
"Vedi che sembri una ragazzetta?" Lo presi in giro, beccandomi un occhiataccia.

"Dicevo: io non mi aspettavo che reagisse in quel modo. Mi ha pure detto che gli sono sempre piaciuto, e che quando mi ha visto con te, ha pensato che io fossi etero e che tu fossi la mia ragazza"
"Davvero?"
Lui annuì e si sedette di nuovo accanto a me.
"Giuro! Sono scoppiato a ridere"
"Non oso immaginare" risi.
Sentimmo che qualcuno bussò alla porta e Roman si alzò e andò ad aprire.
Ethan apparve sulla soglia della porta. Non appena mi vide un leggero rossore si formò sulle sue labbra.
Mi alzai afferrando la mia borsa con i libri.
"Beh, io vado. Divertitevi" sorrisi, e mi diressi fuori dalla camera. Guardai Ethan e gli sussurrai un "buona fortuna", Roman mi guardò male, scuotendo la testa.

Stavo ritornado in camera mia, quando la signora che mi aveva dato la camera all'inizio dell'anno, mi chiamò.
"Signorina, non so se è interessata ma, abbiamo le camere nuove libere, e se vuoi, puoi trasferirti lì" sorrise lei, gentilmente.
"Fantastico!" Sorrisi.
Finalmente non avrei più dovuto condividere la stanza con Mike. Anche se ciò che mi aveva detto non usciva dalla mia mente. Anche io avrei voluto dirgli ciò che sentivo per lui, ma la paura mi bloccava.
"Preparo le mie cose"
Mi diressi in camera, e Mike mi afferrò per il braccio, mettendomi contro la porta, precedentemente chiusa.

Il suo respiro era pesante, arrabbiato.
"Non puoi andare in un altra stanza!" Disse acido.
"Perché no?"
"Perché non voglio!" Diede un pugno contro la porta facendomi sobbalzare per la paura.
Misi le mani sul viso, iniziando a tremare. Mike si scostò velocemente, passando le mani fra i capelli.
"Ti prego..scusami..io.."
"Stammi lontano.." sussurrai tenendo lo sguardo basso.
"Alessandra.."

Mi avvicinai di fretta nel mio armadio prendendo le mie cose e gettandole alla rinfusa sul letto. Non capivo nemmeno io il motivo per cui avessi iniziato a piangere. I singhiozzi di fecero più forti, più evidenti.
Mike mi afferrò costringendomi a guardarlo negli occhi.
"Perdonami" sussurrò accarezzando le mie guance, e asciugando le mie lacrime.
"Non voglio che te ne vai" continuò.
Spostai lo sguardo da un altra parte, e lui afferrò il mio mento, facendomi voltare di nuovo.
"Alessandra.. non lasciarmi solo.."
Avvolsi le braccia attorno al suo collo, stringendolo forte. Continuavo a piangere, e le sue mani iniziarono ad accarezzarmi la schiena, lentamente.
"Mi sono sentito impazzire quando ho sentito la vecchia dirti che le stanze erano agibili.." mi guardò; "non mi sarei immaginato la stanza vuota..senza di te."
"Mike io.."
Non mi fece parlare. Iniziò a baciarmi stringendomi a sé.

N/A: scusate se ieri non ho aggiornato, ma non avevo capitoli pronti, e non mi sentivo molto bene.
Ecco il capitolo! Siamo a 4,4k e non so come ringraziarvi.
Cosa ne pensate?

Ps: Leggete la mia nuova storia su Mike "L'amore che ho per te" spero vi piaccia quanto questa.

A Lonely Night. ||Mike Bird||Where stories live. Discover now