16. Sto bene.

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Se volete vedere Crystal, date un'occhiata allo spazio autrice :3

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-Uff... quando esce dalla doccia?- Sbuffò tra sè e sè, annoiato, tornando in corridoio osservando i passi che faceva, salendo gli scalini a due a due mentre Crystal continuava a seguirlo. -Che c'è? Ti annoi pure tu?- Ridacchiò tra sè e sè, scoccando una vaga occhiata alla gatta mentre si girava per entrare nella camera di Chuuya.

Con gli occhi percorse tutta la stanza, in penombra per via delle tende socchiuse, soffermandosi a guardare l'armadio a muro.

Si avvicinò al mobile con un vago ghigno, spalancando le ante iniziando a rovistare all'interno, trovando per sua sfortuna solo qualche vestito e nient'altro.

-Deve aver portato via tutto il resto...- Borbottò tra sè e sè, chiudendo l'armadio e appoggiandosi ad esso con le spalle.

Solo allora notò, in fondo alla stanza, proprio di fronte a sè, diversi teli da muro che, se accostati, formavano la figura di un albero dai fiori rosati al tramonto.

-Perchè togliere tutto tranne questi?- Si chiese avvicinandosi alle pitture, sfiorandole con un dito notando delle macchie bordeaux-nero sparse un po tra i fiori e un foro in alto a destra. -Che diamine...?-

Si mise di poco in punta di piedi, togliendo i teli appesi al muro, lasciandoli cadere a terra non appena vide ciò che nascondevano.
Era tremendo.

Restò immobile ad osservare la parete nella penombra, con il volto pallido e inespressivo.

Si avvicinò fino a quasi urtare con il naso, assottigliando leggemente lo sguardo come a cercare di vedere qualcosa di differente dalla realtà.

Spostò anche gli altri quattro teli, scuotendo lentamente la testa, sconcertato da quanto vedeva.

-Oh cazzo...- Mormorò Dazai, passandosi le mani tra i capelli in un istintivo gesto disperato.

"Sto bene".
Questa era la scritta che era stata scritta dieci, venti, trenta, cento, duecento, cinquecento, settecento, mille volte.
Era una callegrafia piccolissima, parole scritte come sull'ultima riga di una pagina, quando non vuoi utilizzare un altro foglio e decidi di economizzare lo spazio.
Alcune erano rese illeggibili da sbavature, orme e ditate bordeaux, altre invece strappate da tracce di proiettili.
Poi, con quello che sembrava essere stata incisa con una lama molto tagliente, c'era la parola "NON", che ricopriva diagonalmente una parte della parete marchiata.
Le linee erano quasi tratteggiate, disconnesse, come se mentre incideva quelle lettere le sue braccia, il suo intero corpo stesse tremando violentemente.

-Che cazzo..- Sfiorò con le dita una delle porzioni rovinate dalle impronte, rabbrividendo nel riconoscere quella sostanza un tempo liquida -Chuuya, sei davvero così pazzo?- Sussurrò tra sè e sè, controllando ancora una volta riga per riga tutte le parole.

Era a conoscenza della parte schizzata di Chuuya, che di solito mostrava con Corruzione o quando voleva tenere qualcuno alla larga, ma non pensava che essa facesse parte della vita di tutti i giorni del rosso.

Improvvisamente si rese conto di non essersi mai preoccupato troppo per Chuuya, senza mai fermarsi a riflettere su cosa potesse fare negli attimi di solitudine.

-Chuchu... che cosa nascondi?- Tracciò con le dita il vocabolo di dimensioni maggiori, stringendo la giacca felpata che indossava con l'altra mano -Chi ti ha reso cos-

Strozzò in gola la voce, inarcandosi leggermente sentendosi strattonare all'indietro dal cappuccio.

Sentì una presa ferrea afferrarlo e stringergli i capelli, tirandolo, mentre una lama ghiacciata si poggiava sul suo collo, all'altezza del pomo d'Adamo.

Stay. Forever. •Soukoku• ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora