Certo, molto probabilmente lo era ma non volevo presentarla come la mia ragazza, solo come una semplice amica, che era anche madre di mio figlio, ma questo non l'avrei specificato.

<<Ti presenterei come un'amica, non mi sembra che ci sia nulla di sbagliato>> le spiegai brevemente.
<<Non lo so Chris...>>.
<<Andiamo, sappiamo entrambi che ami il cibo fatto in casa>> le sorrisi consapevole del fatto che stesse per cedere, <<e poi se vai a casa ti toccherà o non mangiare, sconsigliabile nel tuo stato, o comportarti... come ha detto Jocelyn? Ah sì, "da adulta">> mimai le virgolette.
<<Okay, quattrocchi vengo>> sbuffò trattenendo una risata, <<ma che sia chiaro: io amo ogni genere di cibo e vengo solo perché sto morendo di fame>> mi puntò un dito contro con fare intimidatorio.
<<Come vuoi>> risi cominciando ad incamminarmi verso la macchina, <<e poi non avevi detto che non mi chiamavi più quattrocchi?>>.
<<Ho cambiato idea>> alzò le spalle, <<meriti di essere chiamato così>> esclamò sicura alzando il capo fiera.
<<Sai, non è così male se detto da te>> confessai pensando ad alta voce, <<suona bene...>>.

Fortunatamente eravamo giunti all'auto e così potei nascondermi dietro essa mentre aprivo lo sportello per poi salire velocemente sul veicolo.

Ma come mi era saltato in mente?!

<<Andiamo subito là?>> domandò cambiando discorso, forse notando il mio imbarazzo.
<<S-sì, se non è un problema>> mandai giù rumorosamente la saliva mettendo in moto.
<<Meno male, ho una fame da lupi!>> la sentii sorridere e come una calamita mi voltai a guardarla.
<<Ho solo una domanda: ma tu mangiavi così tanto anche prima o è solo perché sei incinta?>> chiesi curioso. Cavolo, era magra come un chiodo ma mangiava quasi più di me!

<<Sono sempre stata una buona gustaia e soprattutto ho sempre amato mangiare>> si fece piccola piccola nel sedile e si mise a guardare fuori.
<<Ho detto qualcosa di sbagliato?>> domandai notando il suo cambio d'umore.
<<No, niente>> scosse la testa tornando a rivolgermi la sua attenzione.

Era brava a fingere che non fosse successo nulla ma, anche se non sapevo il perché, non riuscivo a cascarci. Era palese che qualcosa la turbasse ma, come al solito, non erano affari miei.

<<Metto un po' di musica?>> chiesi cercando un modo per tirarla un po' su di morale.
<<Come vuoi...>>.

Fortunatamente per radio passarono quasi tutte canzoni che la rossa conosceva e che la fecero cantare per tutto il viaggio, facendole recuperare il buon umore.

Ma quando parcheggiai davanti casa vidi Hope fare un bel respiro. Sembrava tesa, come se avesse paura di ciò che sarebbe successo. Non era l'unica se poteva consolarla.

<<Andrà tutto bene>> mi trovai a dire stringendole dolcemente il braccio mentre eravamo ancora seduti in macchina.
<<Sicuro che non sia un problema? Posso andare benissimo a casa...>> mi guardò con occhi da cerbiatto ferito e preoccupato per l'avvenire.
<<Fidati di me>> le sorrisi facendole una piccola carezza sulla mano.

Appena le mie dita entrarono in contatto con la sua pelle morbida, una serie di piccole scariche mi si propagò per tutto il corpo dando una scarica anche al cuore.

Non mi capacitavo di come quella ragazza riuscisse a farmi tale effetto.

<<Andiamo?>> chiese ad tratto interrompendo quel contatto.
<<S-sì>> scossi il capo tornando alla realtà.

Nonostante Tutto Io Ci SonoNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ