Cap. 13

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Adrien spense la televisione, guardando l'orario sul cellulare.

Erano le otto passate del mattino e non era riuscito a dormire dopo che era uscito dallo studio del padre: era preoccupato per Nathalie e per tutto ciò che sarebbe accaduto in seguito.

Lila era ancora libera e, in più, ora c'era quella donna che aveva informazioni su sua madre.

Tutto questo lo stressava parecchio.

Con uno sbuffo, volendo pensare ad altro, si alzò dal divano bianco, volendo andare in bagno a farsi una doccia fresca.

Anche di notte faceva terribilmente caldo e non gli piaceva essere sudato.

«Niente visita alla tua amata, ragazzo in calore?» domandò divertito Plagg, guardando il suo portatore mentre prendeva un paio di bermuda ed una canottiera nera dall'armadio, rotolandosi sul cuscino morbido.
«Forse più tardi. Ora ho voglia di farmi una doccia.» rispose, recuperando anche l'intimo.
«Almeno il suo corpo sarà inviolato. Anche se ancora per qualche ora.» aggiunse con un sospiro.
«Ma perché tu parli solo di queste cose?» domandò curioso e allo stesso tempo preoccupato. «Non dormi che ti sta iniziando a piacere il corpo femminile.»
«Cosa?! No! È solo che volevo iniziare un discorso con qualcosa che ti piace, tipo cercare di avere fisicamente la tua ragazza.»

Adrien spalancò la bocca, non sapendo cosa rispondere.

Certa volte quel kwami lo preoccupava.

«Se vuoi parlare di qualcosa di serio allora fai pure, ma non ti intromettere nei discorsi tra uomini.»
Il felino sbuffò. «Sei un verginello in piena crisi ormonale, non ti definirei mai un uomo. Non ancora almeno.»

Il biondo lo fulminò con lo sguardo e, sbraitandogli contro, entrò in bagno, accendendo l'acqua e cercando di sbollire l'arrabbiatura.

Plagg lo fissò mantenendo un'espressione annoiata, ma solo quando chiuse la porta abbassò le orecchie ed i suoi occhi si riempirono di preoccupazione.

Non era riuscito a dirglielo nemmeno ora.


La doccia era stata davvero utile.

Ora aveva le idee più chiare, anche se il problema di Lila e la donna misteriosa rimanevano comunque.

Con un sospiro, si buttò sul letto, l'asciugamano ancora legato attorno alla vita ed il corpo umido d'acqua.

Non aveva più sentito il suo kwami.

A quanto pare si era spostato su qualche mobile a mangiare Camembert.

Meglio per le sue orecchie.

Sentendosi stanco per la notte in bianco, chiuse gli occhi e spalancò le braccia per sentire più fresco possibile, ma le sua mano si posò su qualcosa di morbido.

Credendo fosse il cuscino, strinse leggermente, ma aveva una forma strana per essere un cuscino.

Sembrava un...

«A-Adrien...»

Uno squittio lo costrinse a spalancare gli occhi, voltandosi verso la cosa morbida che aveva in mano e accorgendosi solo ora che la sua mano era sul petto di Marinette e le stava stringendo...

«Scusami!» urlò staccando la mano e mettendosi a sedere, divenendo rosso quasi quanto la sua ragazza, mentre dalla scrivania udì Plagg ridere a crepapelle.
«Te l'avevo detto che non se ne sarebbe accorto!»
«Plagg. Quanto ti odio...» gemette Tikki frustrata, portandosi una zampetta alla fronte.

Adrien tornò a guardare Marinette, che era sdraiata sull'altro fianco, raggomitolata nel suo imbarazzo.

«M-Mari, mi dispiace... Non ti avevo vista.» disse, sfiorandole la spalla.

Masque sans visageWhere stories live. Discover now