(7)Casualmente.

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Benjamin's POV.

Cercai in tutti i modi
Di tener quella porta chiusa,
Chiamai invano mia madre più
Volta senza ottenere alcuna risposta,
Un sospiro mozzato,
Sapevo che mio padre poteva
Fare qualsiasi cosa quando
È ubriaco, ma,
Non avevo mai testato,
Sentii la porta cedere,
Sbuffai mentre con la schiena
Spingevo con forza contro
Questa,
Ma era notte,
Avevo sonno,
Volevo dormire,
Ero stanco
E la forza cedette,
Cedetti lentamente scivolando
Piano verso il pavimento,
La porta si aprì,
Indietreggiai instintivamente
Mentre cercavo di guardare
Nel buio,
La luce era spenta,
L'interruttore era troppo lontano
Ormai,
Non avevo tempo per nascondermi,
Non avevo più tempo.

Degludii,
Tastai con i polpastrelli il muro
Cercando un appoggio mentre
Vedevo la figura di mio
Padre avanzare,
Corsi in avanti,
Cercando di sfuggirgli,
Sentii il tessuto della pigiama schrocchiare,
Mi afferro con forza il braccio
Tenendomi fermo,
Mi dimenai in silenzio
E per fortuna vi sfuggi,
Il dolore del calcio che
Mi diede prima di fuggire
Era rimasto e pulsava,
Corsi verso la camera
E velocemente mi vestii,
Sentivo solo silenzio,
propabilmente
Era svenuto come già spesso
Accadeva,
Indossai le prime cose
Che trovai e di corsa
Uscii di casa,
In piena notte,
Portai con me il cellulare.

Mi rifugiai in un
Supermercato,
Quelli che nel mio paese
Sono sempre aperti 24/24,
Vi entrai,
Non potevo tornare a casa
Per ora,
Sospirai,
Comprai qualcosa da mangiare
Per la fame che mi era presa,
Era deserto,
C'ero solo io e dei commessi.

Rimasi qualche istante lì
Dentro fingendo di
Comprare qualcos'altro
Quando vidi una figura
Entrare,
Mi voltai,
Sembrava una figura femminile
Ma non mi fidai di me in
Quel momento,
Avevo troppo sonno,
Non ero molto lucido ed
Ero ancora sconvolto per
Mio padre.

-Benjamin?-

Mi voltai instintivamente,
Scorsi dei capelli castani,
Poi misi a fuoco il suo volto,
Mi sembrò proprio lei,
Rachel.

-Hey.. Che ci fai qui?-

Domandai,
Ero stordito,
Confuso,
Sorpreso, stupito e altri
Aggettivi I quali non ho voglia
Di elencare.

-Mio fratello è piccolo e sta male,
Mia madre non può lasciarlo
A casa solo perciò mi ha mandata
A comprare delle medicine e
Dei vasetti-

-Ahh.. Mi dispiace..
Vuoi che ti aiuto-

-Ti va?-

-Certo-

Mi sorrise,
il suo sorriso,
Mi piaceva.

-E tu invece come mai qui?-

-Diciamo che non posso
Tornare a casa prima di mattina-

-Perché?-

-Mio padre.. È instabile-

Sospirai mentre allungavo
La mano per prenderle
Dei vasetti.

-Grazie-

-Prego, ti accompagno
A casa se vuoi,
Non ho nulla da fare-

-Va bene-

Cercai di ammazzare
Il tempo in quel modo,
Avevo paura a tornare
A casa,
Il giorno, il sole
Mi avrebbero dato
Più coraggio,
Ci sarei tornato,
Lo giurai.

Intanto che Rachel pagava
Alla cassa tentai per
L'ennesima volta di chiamare
Mia madre, ma anche questa
Fu vana,
L'unica risposta che ricevevo
Era quella della segreterie
Telefonica.
Sbuffai,
Sentivo una strana sensazione
In me,
Un brutto presentimento,
Odiavo i brutti presentimenti..
Sospirai avvicinandomi a
Rachel la quale aveva finito.

-Aspetta hai scordato questo!-

Dissi afferrando un vasetto
Di carne di pollo mostrandoglielo.

-Ah sii!-

Disse aprendo la busta,
Io inserii dentro l'oggetto.

Sentivo che piano
Piano stavo riuscendo ad
Avvicinarmi a Rachel,
Con dei soli piccoli gesti
Riuscivo davvero a vedere
Il suo sorriso,
Ma se sono felice, allora
Perché non riesco a mostrarle
Il mio vero sorriso?
Mi morsi il labbro
Cercando di cancellare
L'immagine oscura di mio
Padre che regnava la mia mente.

Faceva freddo,
Era la prima volta
In vita mia che uscivo
Da solo a quell'ora,
Vidi Rachel stringersi
Nel giaccone scuro.

-Hai freddo?-

Eravamo illuminati
Dalla luce fioca di pochi lampioni,
Alcune di queste balugginavano,
Le macchine erano poche
Ma queste sfrecciavano
Veloci scomparendo nell'ombra.

-Un po'..-

Presi la sciarpa che tenevo
Legata al collo e che mi
Nascondeva il collo avvolgendola
A lei,
Non dissi niente,
Restammo semplicemente
In silenzio,
Immobili.

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