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La sigaretta tra le mie dita non sembra più così leggera.

Sono mesi che cerco di non pensarci. È quasi un anno che mi tengo distratto più che posso pur di non soffermarmici troppo.

Quasi stavo iniziando a credere di non ricordare neanche più tutti questi dettagli.

Con la mano un po' tremante, me la riporto comunque alle labbra.

Ancora leggermente scosso, provo a chiudere gli occhi per concentrarmi solo sul bruciore famigliare che mi infiamma la gola mentre aspiro la nicotina e lascio uscire il fumo in un gesto meccanico.

Accade di nuovo.

Erano le prime ore del pomeriggio e, in compagnia di Ashton e Luke, eravamo di ritorno da casa di Michael.

Eravamo in prossimità all'uscita del parco che spesso usavamo come scorciatoia per arrivare prima.

Luke aveva appena finito di esporre una delle sue profonde riflessioni secondo cui, affinché venisse rispettata la giusta alternanza tra i mesi di trenta giorni con quelli di trentuno, per essere equi sarebbe stato opportuno aggiungere un mese in più da trenta giorni tra luglio e agosto.

Ashton ovviamente non perse tempo nell'osservare che fosse meglio cedere qualche giorno in più a febbraio piuttosto che aggiungere un tredicesimo mese e allungare inutilmente un anno.

Ricordo perfettamente di come scossi la testa per nascondere una risata  mentre cercavo di digitare un messaggio di risposta a quello appena ricevuto da Aleesha.

Non sembrava arrabbiata, ma questo non voleva dire che avesse creduto pienamente alla scusa usata per giustificare la mia fuga a capodanno.

Non ero così stupido da sottovalutarla. Dal modo in cui si era fatta da parte per lasciarmi i miei spazi, era ovvio che si fosse resa conto della piega che stava prendendo la nostra relazione.

Forse, a differenza mia, aveva addirittura capito cosa mi stesse frullando per la testa in quell'ultimo periodo.

I miei amici non perdevano occasione per rimproverarmi e incoraggiarmi a prendere una decisione, ma mi stavo perdendo talmente tanto nei miei pensieri da non riuscire più a distinguere le mie paure dai miei sentimenti nei suoi confronti.

L'unica cosa su cui non avessi dubbi era che Aleesha mi piaceva.

Mi piaceva la sua compagnia, mi piaceva scherzarci, mi piaceva il suo spirito di avventura quando mi chiamava, proponendomi di andare da qualche parte fuori città per l'intera giornata per visitare i posti vicini a Sydney.

Mi piaceva il come cercasse di coinvolgermi il più possibile nella sua vita, il come preferisse fidarsi ciecamente piuttosto che chiudersi nelle quattro mura metaforiche della sua testa.

Su questo non avevo dubbi. Mi piaceva.

Temevo solo di non provare alla stessa maniera il sentimento che provava lei nei mei confronti.

I miei tentativi di non ferirla erano decisamente inutili mentre cercavo una soluzione che giovasse a entrambi.

«Quella non è la ragazza di capodanno?» chiese d'un tratto Ashton, interrompendo il dibattito filosofico che avevano intrapreso sul concetto del tempo.

«Non era bionda quella a cui hai rovesciato la birra addosso?» sentii replicare da Luke.

«Sto parlando con Calum.» borbottò leggermente contrariato Ashton, facendomi alzare lo sguardo dal display del telefono.

«Hai tradito Aleesha?» chiese allora Luke con tono di voce incredulo e pieno di rimprovero.

«Cosa? No!» esclamai offeso da quell'insinuazione, ma Ashton era impegnato a dedicare le sue attenzioni altrove.

Twelve Minutes// Calum Hood Where stories live. Discover now