Gennaio=ANSIA

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Caro Diario, ci siamo lasciati qualche mese fa con i miei buoni propositi. Propositi non "okay, lo faccio". Per il momento diciamo che me li conservo per il prossimo anno .
Che ansia gennaio. Primo mese dell'anno, ultimo mese del primo quadrimestre e primo mese del secondo.
Se sapessi disegnare (non so neanche prendere in mano una matita) lo rappresenterei come un funambolo. Gennaio sta in bilico tra il passato e il presente, è solo una fase di transizione, è solo una tappa necessaria per scoprire le altre.
Sì ma che ansia: troppe verifiche, interrogazioni, troppe emozioni. Troppe parole soffocate, cose non dette, troppe occasioni mancate.
Ci dicono che il prossimo anno ci sarà l'UNIVERSITÀ; ce la presentano come una tappa intermedia tra il liceo e la disoccupazione. Ci dicono che la maturità non ha alcun valore ma ci abbassano i voti del primo quadrimestre perché "troppo alti se viene un esterno", ci dicono che non sappiamo scrivere, dicono che non ce la faremo mai, troppo lenti, troppo liceali, troppo stupidi.
Ci ricordano che "l'Università non è come il liceo, non ci saremo più noi". A sto punto menomale!
Non so come sarà febbraio o marzo o addirittura giugno ma so che voglio farcela, voglio stupirli tutti sti qua. Voglio andarmene da quel posto e spiccare il volo. Voglio sbagliare, voglio che i miei genitori capiscano che sono grande, che so badare a me stessa, che al cuore non si comanda. Voglio dimostrare al mondo che quella lì, quella di Classicisti Disperati a cui non dai troppa soddisfazione e non saluti nemmeno, pur essendo nella stessa scuola, perché in effetti non è nessuno, ha le capacità e la voglia di spaccare il cielo, di credere nei suoi sogni e di farcela.
Ci vediamo tra un po' caro diario, grazie per lo sfogo.
Ne avevo bisogno.

DIARIO DI UNA CLASSICISTA DISPERATAWhere stories live. Discover now