9. Non sono più debole

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È tutto così buio. L'aria è fredda al punto da non sentirmi più le mani e i piedi ma continuo a pedalare, devo tornare a casa. Ho paura, ho la sensazione che qualcosa non va. Troppo silenzio, io odio questo tipo di silenzi, quello che assomigliano molto hai film horror in cui da un momento all'altro uscirà fuori qualcuno che mi vuole uccidere.
Nessuna macchina mi sfreccia accanto, nessuno dei lampioni che costeggiano la strada si accende, eppure solo le otto. Devo superare il castello è poi finalmente sarò arrivata a casa. Devo solo andare più veloce, nessuno mi segue ma quella strana sensazione continua ad impossessarsi di me. Sono vicino al castello del paese illuminato da alcune luci che gli danno un'aria oscura, ma allo stesso tempo misteriosa, devo solo superarlo e tutto andrà bene. Più mi avvicino, più lo noto. Un camioncino senza telo che mette in mostra alcune statue. Raffigurano donne con in mano delle caraffe piena d'acqua, tartarughe, santi come Padre Pio o la Madonna, tutti fatti di terracotta, sono bellissime. Accanto a loro seduto in una sedia di plastica c'è un uomo. Cosa ci fa un uomo nell'oscurità del paese. Non mi piace per niente. È basso con folti capelli neri, grasso con i denti gialli è con un viso che mi incute paura. Appena mi vede si alza come se si volesse avvicinare, vorrei costringere le mie gambe a pedalare più velocemente, vorrei mettere più forza superarlo e dimenticarmi di averlo visto. Lui mi vede è mi sorride.
Scappa Azzurra! Scappa, scappa, scappa. Non so cosa mi dice la testa quando mi fa segno di avvicinarmi è io come una vera stupida mi avvicino. Devo andare via, non devo dare confidenza agli estranei eppure... eppure entro nei parcheggi del castello in cui si trova il camioncino è mi avvicino a lui.
-Ciao bellissima.-
Gli sorrido cordialmente mentre la mia testa continua ad urlarmi di essere una stupida, continua ad urlarmi che se stasera succederà qualcosa di brutto sarà solo colpa mia.
-Ho bisogno di un aiuto, vuoi aiutare un povero uomo?-
Non gli rispondi, non mi muovo lo vedo solo avvicinarsi a me, mentre la mia testa continua ad urlarmi di scappare.
-Dammi la mano.-
Non parlo, non allungo la mano. Vedo dove tiene posizionata l'altra, sulla patta dei suoi pantaloni. Ho paura, perché mi sono fermata? Perché non ho fatto finta di non vederlo e non sono corsa a casa. Sono intenta a tirarmi indietro con la mia bicicletta per ritornare sulla strada quando lui mi afferra per il polso. Tanta la forza che ha usato per poco non mi cade la bici, unico mezzo con cui posso scappare da tutto questo.

Ho paura che tutto possa degenerare e sarebbe così se qualcuno non si fosse messo in mezzo e avesse allontanato il mio polso da quelle schifosissime mani.
-Non avvicinarti a lei lurido barbone.-
Il cuore mi batte a mille, l'uomo davanti a me mi guarda fisso negli occhi, poi sposta lo sguardo sul resto del mio corpo come se si volesse accertare che io stia veramente bene. Ha intensi occhi castani, capelli ramati e due forti braccia nascoste da un giubotto di pelle.
-Stai bene ragazzina?-
Non parlo, non ci riesco. Fisso i suoi occhi, ci vedo oscurità. Sembra un angelo dalle ali nere venuto, non so da dove, per protegermi.
-Perché ti sei messo in mezzo Joe, volevo solo divertirmi un po.-
Il barbone alla nostra spalle parla barcollando un po. Che stupida che sono, non mi sono accorta che è ubriaco marcio.
-Portatelo via, altrimenti lo pesto a sangue.-
Sento rispondere Joe mentre alcuni uomini alle mie spalle si avvicinano all'uomo ubriaco. Non posso restare qui, nonostante sia circondata da uomini che non conosco, nonostante mi facciano paura riesco a recuperare un po di coraggio e scappo. Joe mi guarda ma non mi rimcorre, mi guarda senza dire nulla mentre io continuo a correre senza sosta.

Mi risveglio completamente sudata. Tra tutti gli incubi che faccio quasi ogni sera questo e quello più "dolce", quello che mi ricorda l'incontro con l'uomo che nonostante all'epoca non mi conosceva, mi aveva salvata.
Joe. L'angelo dalle ali nere che dal primo momento ha sempre sentito un certo senso di protezione nei miei confronti è non solo quello. Piango mentre penso a lui, e da tanto che non lo vedo, precisamente da quando ho deciso di smettere di gareggiare. Lui ha accettato la mia scelta, non mi ha mai cercata, non perché non voleva lui. Anzi, se fosse stato per lui sarebbe stato costantemente al mio fianco. Sono stata io a chiedergli di lasciarmi andare, e lui lo ha fatto.
Piango mentre posso notare benissimo il succhiotto che Nick mi ha lascisto. Nonostante lo specchio dal letto dista un po, il succhiotto è così marcato che sarebbe impossibile per me non vederlo.
Non so che cosa fare, se continuare a piangere, urlare, rompere qualcosa per la rabbia. So solo che se Joe fosse qui in questo momento, mi avrebbe baciato delicatamente le labbra e poi sarebbe andato ha fare fuori Nick senza pensarci due volte.

Lo ammetto, speravo di incontrarlo alla corsa dell'altra sera, ma lui non era lì. Che cosa mi potevo aspettare? E l'uomo più importante di questa zona. Controlla tutta la provincia è lui che ha dato vita alla cerchia di sangue. Cerchia di cui lui avrebbe voluto che facessi parte, ma che ho sempre rifiutato. Se Jack mi voleva come pupilla, Joe mi avrebbe resa una regina. Ma ho rifiutato, ho sempre rifiutato. La mia intensione era quella di fare soldi e non di far parte di qualche cerchia mafiosa.
Perché lo ha fatto, perché doveva marchiarmi in quel modo?!
Alzo lo sguardo intenta ad alzarmi per dirigermi in bagno per farmi una doccia, quando la vedo.

Jessica, appoggiata alla porta della mia stanza che mi guarda senza dire nulla. Sposta i suoi occhi del mio volto, poi al succhiotto sul mio collo e poi di nuovo sul mio volto ormai rigato da innumerevoli lacrime.
Si avvicina lentamente al mio letto, come se avesse paura di fare un passo falso.
-Mi dispiace così tanto Azzurra.-
Mi abbraccia come una mamma abbraccerebbe una figlia che è stata appena mollata.
- Odio tuo fratello, l'odio con tutta me stessa. -
Piango, piango senza smettere. Non mi importa che sia suo fratello, voglio che tutti sappiano l'odio che provo per lui.
- In questo momento l'odio anche io.-
Mi risponde mentre continua ad abbracciarmi. Mi allontano lo stretto necessario per guardarla in viso, anche lei sta piangendo.
Non voglio la sua pena per me, non voglio la consolazione di nessuno. Mi allontano abbastanza per potermi alzare in piedi.
-Perché sei qui?-
Non vorrei avere una voce dura con lei, ma è quello che mi esce. Una voce dura, piena di rancore e puro e dolce odio, per quanto l'odio possa essere dolce.
-Nick è tornato a casa fuori di testa, ho capito subito che si trattava di qualcosa che ti riguardava.-
-Mi ha marchiata, ora tutti possono fare di me quello che vogliono.-
Allontano i capelli e gli mostro il regalo che il suo amato fratello mi ha fatto.
- Sai perché lo ha fatto? Perché pensa che io sia andata a letto con Oliver. Tuo fratello è malato. Come può anche solo pensare che io mi conceda al primo che passa.-
Non mi risponde, si sofferma solo a guardarmi.
- Gliela farai pagare.-
Mi risponde mentre si alza dal mio letto è si avvicina.
-Forse non dovrei dirlo perché è mio fratello, ma non mi importa. Tu sei diversa da tutte le altre donne che ha avuto nella sua vita. Non doveva comportarsi in questo modo. Proprio per questo ti aiuterò ha fargliela pagare.-
Mi sorride è vorrei veramente fidarmi di lei, ma è sua sorella e non so fino a che punto si può spingere.
Ma ha ragione, Nick me la pagherà. Non mi sono fatto mettere i piedi in testa da Joe che è il boss di tutta la provoncia, di sicuro non ci riuscirà un idiota come Nick.
-C'è qualche festa questa sera?-
Gli chiedo guardandola attraverso lo specchio della mia camera.
-Si a casa mia. Nick ha invitato un po di gente. Ma tu non ci devi venire per forza.-

Mi volto è la guardo. Come fa una come lei ad essere sorella ad un mostro come Nick, la natura e veramente molto strana.
- Torna a casa a prepararti, non appena sono pronta ti raggiungo.-
- Che cosa hai in mente? -
Mi chiede mentre mi rispecchio ancora una volta nello specchio della mia stanza. Guardo quel cassetto che rinchiude tutti i miei segreti e mi ricordo che non sono più  quella ingenua ragazza di una volta. Il mio sguardo attraverso lo specchio non promette nulla di buoni.
-Ancora non lo so. So solo che stasera mi divertirò.-
Non mi risponde annuisce soltanto. Questa sarà la mia notte.

Angolo Autrice
Chiedo infinitivamente scusa per gli errori.
Commentate è ditemi cosa ne pensate.

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