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Vic's POV:

Avevo lasciato del lavoro a Kellin al piano di sopra stavolta. Almeno se fosse entrato qualcuno, me ne sarei occupato io. Ad un certo punto pero', decisi di andare a vedere come se la stesse cavando.

Salii dunque le scale a chiocciola e mi ritrovai davanti alla porta,ma mi bloccai. Qualcuno stava cantando. E immaginai che quel qualcuno fosse Kellin, dato che eravamo gli unici in negozio e non era entrato nessuno.

Restai ad ascoltare per un po'. Era bravo. No, era bravissimo. So che l'ho gia' detto, ma potevo restare cosi' per ore. Decisi pero' di entrare. Non si accorse subito di me perche' stava pulendo degli scaffali.

Non lo disturbai e cominciai a pulire anch'io. Lui continuo' a cantare,fino a quando non ci scontrammo. Abbasso' lo sguardo, imbarazzato. "Da quant'e' che mi stai ascoltando?". "Vuoi la verita'? Un bel po'. Che stavi cantando?". "How you remind me, dei Nichelback" disse. "Oh!Si', la conosco anch'io. E' davvero...davvero bella". Il tutto si trasformo' in un silenzio imbarazzante. Anche se poi non mi trattenni e mi si formo' un sorriso da ebete in faccia. "Vic perche' sorridi?" mi domando' Kellin. Sinceramente, non lo sapevo proprio. Come mai stavo sorridendo?

Riflettei su cosa rispondere a Kellin, ma in queste situazioni non ero particolarmente abile, cosi' decisi di andare da lui e abbracciarlo. Lui era un po' titubante inizialmente, ma poi ricambio' e anche se non potevo vedere la sua faccia, dato che i suoi capelli mi coprivano la visuale, giurai di averlo visto sorridere. "Non mi hai ancora risposto Vic". Soffocai una risatina e gli diedi una pacca sulla spalla. "Era questa la risposta" gli dissi. 

Kellin continuo' a sistemare gli scaffali con un sorriso stampato in faccia e ne fui decisamente contento. Era...era...meraviglioso. Era semplicemente il suo e nonostante fosse una delle prime volte che lo vedevo, mi colpii subito, tanto da rendere gioioso anche me. 

Alle 19:00 uscimmo dal negozio e facemmo un tratto di strada insieme: superammo l'incrocio e arrivammo al fiume. Kellin si fermo' davanti ad una villetta a schiera proprio dove si scendeva a riva e tiro' fuori dalla tasca dei jeans un paio di chiavi. "Oddio, tu vivi qui?" gli domandai senza smettere di guardare la casa. Annui':"Ti piace?". "Amico, e' fantastica!" esclamai. "V-vuoi...entrare?" mi chiese. Non volevo disturbare, ma dentro di me ci avrei messo piede immediatamente. 

Non volevo dirgli di no, ma ero incerto sul fatto di rispondere con un si'. Nel frattempo, mi accorsi che Kellin era gia' alla porta. "Allora vieni?". Lo seguii ed entrammo. All'interno, la casa sembrava ancora piu' grande di com'era al di fuori, tanto che spalancai gli occhi. Ero semplicemente a bocca aperta. Mi guido' in camera sua e ci sedemmo sul letto. Iniziai a sentirmi particolarmente a disagio, ma non ci facevo molto caso, dato che ero troppo occupato ad osservare ogni singolo poster sulle pareti. Kellin inizio' a ridere. Non volevo interrompere la sua stupenda risata, ma non capivo cosa ci fosse di tanto esilarante. "Come mai ridi Quinn?". "Sembri una ragazzina con gli ormoni a mille" mi disse. "Parla quello che ha i poster attaccati per tutta la stanza". Scoppiammo a ridere entrambi. Con Kellin stavo bene e lui stava bene con me, almeno, questo era cio' che pensavo.

Notai che aveva tre chitarre appese alla parete: una acustica e due elettriche. Cominciammo a strimpellare qualcosa insieme, fino ad arrivare a collegare gli strumenti all'amplificatore e a fare un caos che avrebbe potuto svegliare anche trenta elefanti. Ad un certo punto mi accorsi dell'ora. "Cazzo devo rientrare, mio fratello mi avra' dato per disperso". Vidi il volto di Kellin mutarsi in un'espressione di tristezza. Andai da lui e lo abbracciai nuovamente. "Ci vediamo domani, Kells. E' stato bellissimo, grazie". 

Mi riaccompagno' di sotto fino alla porta e proprio prima che stessi per uscire, sentii una mano prendermi il polso. Rabbrividii. "Era da tanto che non mi divertivo cosi', Vic. Ecco io volevo dirtelo sai perche'...ecco...". Risi. Quel ragazzo mi faceva tenerezza. Adoravo quando cercava di assemblare le giuste parole. "Kells, non preoccuparti. Puoi tranquillamente finire la frase. Non c'e' pericolo di incontrare Preciado qui". Sorrisi e lo fece anche lui. Chiusi la porta e tornai alla pensilina, giurando di aver sentito un:"Grazie, davvero" da parte di Kells, prima di andarmene del tutto. 

Presi il pullman e arrivai a casa con dieci minuti di anticipo. Bussai e mio fratello Mike si materializzo' davanti alla porta. "Che sei?Un ninja?" gli domandai con il sorriso sulle labbra. Entrai e mi sedetti sul divano per rilassarmi un secondo. Mio fratello fece lo stesso. Continuo' a fissarmi per un po', con un ghigno' stampato  in faccia. "Ma...a che stai pensando?" gli dissi con espressione confusa. "Sei arrivato in ritardo oggi. Intendo parecchio in ritardo". Sospirai, alzandomi dal divano con un sorriso sulle labbra. "Mio fratello ha combinato qualcosa...eh?". Risi: "Sono solo andato al lavoro, ho istruito il mio nuovo collega e sono stato un po' a casa sua a suonare". "Mmh...tu non me la racconti giusta. Comunque, chi e'?Lo conosco?" mi domando'. Feci segno di no con la testa. "Si chiama Kellin Quinn Bostwick" gli dissi senza togliermi quel sorriso da idiota dalla faccia. "E questo Kellin dev'essere particolarmente simpatico no?Non ti ho mai visto cosi' felice". "E' davvero in gamba" continuai, mentre sistemavo lo zaino. "Mmh...gia' gia'". Salii le scale e mi rifugiai in camera mia. Mi buttai sul letto. Era tardissimo e non avevo per niente fame. Continuai a pensare a come sarebbe stato il lavoro domani: Preciado mi si sarebbe scannato contro di nuovo, ma di sicuro, ora che era arrivato Kellin, sarebbe stato tutto diverso. Diverso in una maniera decisamente migliore. In una maniera decisamente troppo bella.

Spazio autrice:

Da qui inizia il bello e...anche il caos c: non odiatemi.

El.









Living like a king (a kellic story)Where stories live. Discover now