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Vic's POV:

Mi svegliai a causa del rumore della pioggia mattutina e in quel momento, mi accorsi di aver dormito fin troppo. Andai a farmi una doccia, dato che indossavo ancora i vestiti di ieri e poi diedi un'occhiata al cellulare, ma per una delle poche volte, non trovai nessun nuovo messaggio. Nemmeno da Preciado, che solitamente mi scriveva frasi del tipo: Sveglia Fuentes! Oggi ti voglio puntuale! oppure: Fuentes! So che stai ancora dormendo! Alza quel culo dal letto e fatti trovare in negozio tra un'ora e mezza esatta o ti taglio le mani e mi costruisco dei fottutissimi fermacarte! Ma si', ormai avete capito com'e'.

Mi cambiai in fretta lo stesso, presi il mio zaino e feci per uscire di casa, quando giurai di sentire il campanello suonare. Chi cazzo e' a quest'ora?  Aprii la porta e mi ritrovai davanti il mio capo, che mi squadrava con aria superiore. 

Deglutii a fatica, osservando l'uomo che avevo davanti che continuava a fissarmi. "Fuentes! Ti avevo detto che sarei arrivato in ritardo oggi. Ed e' cosi'. Devo andare a trovare mia zia in ospedale...ma insegna al tuo collega cio' che dovra' fare e come dovra' essere con me. Intesi?" mi disse borbottando. Annuii obbediente e gli risposi che mi dispiaceva molto per sua zia, anche se dentro di me esultai del fatto che per un po' di tempo, oggi, non sarebbe stato presente. Da una parte toccava a me mostrare il negozio al ragazzo nuovo, ma andiamo: non sara' cosi' difficile no?

Preciado sospiro' in segno di sollievo e poi se ne ando', come al solito senza neanche salutarmi o dirmi:"Oh grazie Victor per quello che fai, come farei senza di te?" Perche' in effetti era vero, non per essere modesto,ma senza di me, avrebbe chiuso il suo negozio, se non avesse trovato un sostituto.

Mi resi conto solo in quel momento che, se non mi fossi dato una mossa, il nuovo collega sarebbe rimasto chiuso fuori dal negozio. Corsi fino alla fermata del bus e lo presi per un pelo. Stava gia' andando, ma feci segno all'autista di fermarsi un secondo e mi fece gentilmente salire.

Mi ritrovai di nuovo in mezzo ad un sacco di gente: persone schiacciate contro le porte di uscita, altre contro i pali e un povero cane che doveva guardarsi i capelli di un omone per tutto il viaggio.

Io riuscii lo stesso a perdermi nella musica. Come avrei fatto a vivere senza non lo so. Ovviamente pero', qualche frenata non manco' nemmeno stavolta e un ragazzino mi venne addosso, senza chiedermi scusa...

Arrivato in pensilina scesi e camminai lentamente, dato che ero in orario. Al famoso incrocio a t, incrociai una persona. Una persona che mi sembrava aver gia' visto da qualche parte.

Ma certo! Era il ragazzo di ieri! Quello del fiume! Gli sorrisi e lui fece finta di nulla guardandosi le scarpe. Attraversai e con mia grande sorpresa, notai che mi seguiva. Girai l'angolo e dopo pochi passi mi trovai davanti al negozio. E dietro, anche il ragazzo si era fermato. Cosi', immaginai che quel ragazzo fosse proprio il mio nuovo collega di lavoro: Kellin.

Presi le chiavi che Preciado mi aveva affidato, dicendomi severamente che se le avessi perse, mi avrebbe potuto trasformare in polvere da sparo. Risi tra me e me e poi aprii la porta ed entrai, seguito da Kellin.

Kellin's POV:

Mi trovavo finalmente in quel fantastico negozio. Non c'ero mai entrato, ma un amico mi aveva detto che era davvero stupendo all'interno e, effettivamente,mi sentii in dovere di dargli ragione.

Avevo constatato che, il mio nuovo collega, era anche il tizio che avevo visto al fiume ieri. Una parte dentro di me era spaventata, dall'altra un senso di felicita' mi pervase,ma non vi so dire il perche'. Mi fermai sulla porta del negozio, con lo sguardo abbassato e un sorriso timido e mi misi a guardare le mie scarpe, proprio come facevo quando mi trovavo in situazioni di totale imbarazzo.

Vic's POV:

Stavo sistemando lo zaino, quando notai che il ragazzo si era fermato sulla porta con fare timido. Non volevo fissarlo, ma non potevo neanche farne a meno. Aveva dei capelli neri, lunghi circa fino alla spalla, piu' o meno come i miei ed era abbastanza alto, beh, sicuramente piu' di me. Purtroppo,in altezza non ero stato molto fortunato.

Decisi di avvicinarmi a lui lentamente, come se fosse quasi un oggetto fragile, che si fosse potuto rompere con un solo tocco. Ci ritrovammo uno di fronte all'altro. Non mi ero mai sentito cosi' strano.

Iniziai io la conversazione, perche' pensavo che lui non volesse proprio cominciare. "Allora...tu sei Kellin, giusto?" gli chiesi cercando di sfoggiare il mio miglior sorriso rassicurante. Il ragazzo senza alzare lo sguardo, annui'. Almeno mi aveva dato un accenno di risposta. "Io sono Victor Fuentes, ma chiamami Vic" continuai. Annui' di nuovo. "Kellin Quinn Bostwick, ti do il permesso di parlare" gli dissi, cercando che lui cogliesse quella nota di ironia. E cosi' fu. Avrei giurato di averlo sentito ridere. Due punti per me. Fu proprio in quel frangente che alzo' lo sguardo e io riuscii' a scorgere il colore dei suoi occhi: erano di un verde spento, enormi quasi come due smeraldi. Bellissimi. Ovviamente questo era un parere mio, di uomo etero.

"Quanti anni hai Kellin?" chiesi. Lui indugio' un po' sul rispondere, ma poi lo disse:"Diciannove". "Io ne ho ventitre". Il ragazzo accenno' un sorriso. Si notava che aveva paura del giudizio altrui, ma sinceramente non sapevo il perche' di tutto questo timore. Non mi azzardai a domandarglielo, dopotutto, l'avevo appena conosciuto.

Non volevo raccontargli subito di Preciado. Insomma, non volevo spaventarlo piu' di quanto gia' era. Cosi', iniziai a fargli fare un giro del negozio, a mostrargli il magazzino e tutto cio' che doveva sapere. Mi stupii quando inizio' a parlare:"Da quanti anni lavori qui, Vic?". Mi voltai e gli sorrisi:"Ho iniziato quando avevo la tua eta'".

Kellin si guardava intorno estasiato. Mi ricordava tanto me il mio primo giorno. "Kellin, cosa ti piace fare?" gli chiesi. Il ragazzo abbasso' lo sguardo:"Adoro la musica. Senza di essa mi sentirei perso" mi disse.

Ero curioso di sapere che musica ascoltasse,ma avevo gia' un indizio. Cosi' iniziai a cantare True Friends dei Bring Me The Horizon, sperando che la riconoscesse.

"I wouldn't hold my breath If I was you, cause I'll forget but I'll never forgive you".

Lui continuo' e fui felice di scoprire che aveva una voce bellissima:

"Don't you know don't you know? True Friends stab you in the front"

Mentre Kellin cantava, fingeva di avere tra le mani una chitarra. Risi come poche volte avevo riso nella mia vita.

Spazio autrice:

Buon pomeriggiooo rockers e non. Lasciate un commento e votate se vi piace il capitolo c:

El.

Living like a king (a kellic story)Donde viven las historias. Descúbrelo ahora