Miliardario?

4.2K 175 14
                                    

Sgranai gli occhi e feci qualche passo indietro barcollando.
Non riuscivo a credere alle mie orecchie.
Rimasi a fissare il pavimento a lungo prima di tornare a parlare.
"Pe-Perché non me lo hai detto?" Le chiesi infine senza alzare lo sguardo.
"Luke" Disse avvicinandosi a me e cercò di poggiare una mano sulla mia spalla ma io mi allontanai.
"Da quanto?" Domandai ancora una volta incrociando lo sguardo col suo.
Lei deglutì e si portò le mani al petto.
"Cinque anni" Biascicò timorosamente.
"Cin-Cinque anni!?" Esclamai sconvolto.
Me lo aveva tenuto nascosto per cinque anni.
Mi voltai mettendo le mani fra i capelli, me li scompigliai un po', dopodiché mi poggiai al tavolo.
"Perché non me lo hai detto?" Chiesi a bassa voce ma lei non rispose.
"PERCHÉ NON ME LO HAI DETTO?" Urlai voltandomi verso di lei e avvicinandomi di più. Non so cosa mi stava capitando ma non avevo più la mente lucida.
"TI HO MANDATO UNA LETTERA" Mi rispose lei chiudendo gli occhi e abbassando la testa.
"Co-Cosa?" Domandai  corrugando la fronte.
"Ti ho mandato una lettera tempo fa. Quando sei venuto qua con Ariel, mi hai chiesto di salutartelo ho capito che non ti era arrivata e allora non ti ho detto nulla" Spiegò e si andò a sedere al tavolo evitando i frammenti della tazza.
Se mia madre mi aveva mandato una lettera e io non l'avevo ricevuta, allora chi l'aveva presa?
No. Ariel non era capace di nascondermi una cosa simile e pur essendo non avrebbe mai fatto tutte quelle battutacce su mio padre senza scoppiare a piangere nella sua stanza due secondi dopo.
I Signori Obelion. Sì certo. Erano stati loro.
Non credevo si sarebbero spinti a così tanto. Erano delle persone meschine, avide ed egoiste ma perché? Perché nascondermi una cosa così importante? Non riesco ancora a concepire la malvagità di questa gente.
Io mi sedetti difronte a lei e mi misi una mano sulla fronte massaggiandomi le tempie.
"Cosa gli è successo?" Le domandai un'ultima volta deglutendo.
Lei mi prese una mano e me l'accarezzò. Poi mi fissò con sguardo dolce e mi fece un mezzo sorriso per darmi forza.
"Un'ictus. Lui soffriva di pressione alta e tutto lo stress accumulato non gli ha fatto bene" Spiegò e tutti si ricollegò alla mia partenza.
Sentii un grosso peso al cuore e in men che non si dica scoppiai in lacrime.
"Mi dispiace così tanto Luke" Disse lei con voce roca e si avvicinò a me facendomi appoggiare la mia testa sul suo grembo dopodiché mi abbracciò e io feci lo stesso. Per la prima volta mia mamma era lì, vicino a me, proprio quando ne avevo bisogno.
"Vorrei visitare la sua tomba" Dissi in seguito quando le mie lacrime si erano attenuate ed aveva assemblato del tutto la notizia.
"Oh certo Luke. Rachel è a scuola. Possiamo andare anche ora" Mi rispose lasciandomi per asciugarsi le lacrime.
Io alzai il capo e le feci un piccolo sorriso.
"Vado a cambiarmi" Dissi e così feci.
Scesi di sotto quasi dopo un'oretta e anche mia madre era pronta.
Mi fece un cenno di testa, dopodiché aprì la porta e aspettò che io passassi.
Durante il passaggio, mi scompigliò i capelli e mi diede una pacca sulla spalla.
Lo faceva sempre quando dovevo affrontare prove difficili. Per esempio il primo giorno di scuola da liceale, la prima audizione per il ruolo di capitano nella squadra di calcio della scuola, il vaccino e così via.
Mi scappò un sorriso capendo che non era cambiato quasi nulla dalla mia partenza.
Ci sedemmo in macchina e ci avviammo per il cimitero.
Quando arrivammo scesi subito e notai che c'era un fioraio proprio davanti al cancello di ingresso.
Andai dritto lì e mia madre mi seguì.
Presi qualche tulipano bianco dopodiché pagai e mamma mi accompagnò alla sua tomba.
Quando arrivai mi sentii nuovamente male.
Mi faceva sentire uno schifo leggere quella scritta su una lapide.
A Erik J. Pelgor , un padre, un marito ed un amico eccezionale.
Erano poche le parole ma racchiudevano tutto di mio padre. Se solo fossi stato a casa forse tutto ciò non sarebbe successo.
Posizionai i fiori vicino agli altri, dopodiché tornai vicino a mia madre con le mani in tasca.
"Mamma potrei... ecco... potrei stare solo per un po'?" Le chiesi e lei mi rispose con un cenno.
Mi stampò un bacio sulla guancia e se ne andò.
In seguito calò un silenzio tombale, nel vero senso della parola.
Con le mani in tasca fissavo dritto la lapide di mio padre. Non sapevo che fare e dire fino a quando non iniziai a tremare e a piangere.
"Mi dispiace papà, avrei dovuto essere qua durante i tuoi ultimi giorni. Avrei potuto fare qualcosa. Avrei.."
C'erano così tanti avrei nella mia testa ma non era esattamente così. Sapevo benissimo che non mi era possibile fare nulla di ciò che stavo liberando dalla bocca, anche volendo. Perché io ero dagli Obelion. E poi il destino non si può cambiare.
"Ci sono così tante cose che avrei voluto dirti. Tante cose sulle quali avrei voluto dei consigli. Vedi papà ho fatto una cazzata, mi sono innamorato di Ariel Obelion. Sì credo tu la conosca. Lei è... semplicemente fantastica e... perfetta. Dico che è una cazzata perché i suoi non mi permetteranno mai di stare con lei e anche se fosse non sarei in grado di darle la vita che si merita. Io... non so che fare papà. Non faccio che pensare a lei continuamente... anche ora. Ora che dovrei pensare a te. Questa mi fa sentire uno schifo credimi ma... non riesco a cacciarmela dalla testa. Cosa devo fare?" Dissi come se lui era lì, vicino a me in carne ed ossa ma quando tornò il silenzio capii quanto ero stato ridicolo.
Abbassai il capo e strinsi i pugni.
"Se solo... se solo tu fossi qui, forse avresti potuto darmi un consiglio" Conclusi a denti stretti.
In quel preciso istante mi squillò il telefono, rovinando tutta l'atmosfera.
Lo presi e vidi il nome sullo schermo. Era il padre di Alison.
Fissai la lapide per qualche secondo poi sospirai e risposi.
"Io e te dovremmo parlare" Iniziò il discorso.
"Senta mi dispiace per quel che ho fatto ad Alison. Se non mi vuole più avere fra i piedi lo capisco" Dissi con voce ancora un po' roca.
"Mia figlia si è presa tutte le colpe ieri sera" Rispose dopo un breve silenzio.
Io allontanai un po' il telefono e rimasi a fissare il vuoto.
"Cosa?" Chiesi riavvicinandolo all'orecchio.
"Già e non so perché lo abbia fatto Luke. Sapevo la verità perché avevo visto un giornale il pomeriggio" Continuò ma nella sua voce non c'era rabbia.
"In quella città non si può fare nulla..." Commentai in bassa voce. Era davvero snervante.
"Senti Luke. Mia figlia ti vuole bene e so che gliene vuoi anche tu"
"È ovvio signore e solo che-"
Stavo per spiegargli quanto successo ma lui mi bloccò.
"Zitto non voglio sentire più nulla"
"Sì signore" Dissi mettendomi sull'attenti come se fosse difronte a me.
"Allora. Tieniti forte ragazzino" Continuò schiarendosi la voce.
"Cosa?"
"Ti ho preparato un incontro là, a Leicester, e indovina chi ci sarà!? No ok te lo dico io! Jacob Jonson! Uno dei più importanti manager dell'Inghilterra!" Raccontò tutto estasiato.
Io sgranai gli occhi e rimasi a bocca aperta per un po'.
"Aspetta cosa?!"
"Se ti chiede di chiamarlo JJ è fatta! Puoi diventare miliardario!" Riprese ignorandomi.
"Ripeto... cosa?" Richiesi incredulo.
Io? Miliardario?
"Suvvia ragazzo! Ci vediamo domani alle 15:30 nella Xen-Do Box" Mi disse ancora lasciandomi intendere quanto fosse felice. Poi per cosa? Sarei stato io a ricevere soldi, non lui. Certo lui si sarebbe preso il merito per aver creato un campione.
Ok sì. Ne aveva motivo.
"Continuo a non capire" Dissi facendo il finto tonto.
"A domani!" Mi salutò e chiuse la chiamata all'istante.
"A-A domani" Gli risposi allontanando il cellulare anche se in ritardo.
"Miliardario?" Ripetei fissando il display. Ero incredulo. Avevo realmente questa opportunità e non ero intenzionato a sprecarla.
All'improvviso il vento mi colpì alle spalle e io mi strinsi nel giubbotto. Mi voltai e fissai a lungo la lapide di mio padre poi mi venne un'idea.
"Oddio! Papà! Non ci credo" Esclamai e feci un sorriso enorme. Feci una sorta di inchino e mi voltai correndo verso l'uscita per incontrare mia madre.
"Mamma!" Urlai andandole incontro.
Lei si volto verso di me e spalancò gli occhi sorpresa.
"Cosa c'è?"
"Mamma ho una possibilità!" Esclamai afferrandole le spalle sorridendo.
"Cosa? Con chi?" Domandò lei confusa.
"Con Ariel!" Le risposi e l'abbracciai.
Ariel mi aveva chiesto di smetterla di lottare ma se ciò mi avrebbe reso miliardario realmente, per noi ci sarebbe stata qualche possibilità.













SALVE! 🏳️‍🌈
Come va?
Spero abbiate passato una bella befana, con ciò intendo spero abbiate ricevuto delle belle caramelle 🍭😋
Come sempre spero che il capitolo vi sia piaciuto e spero abbiate un buon rientro a scuola.
Ho finito con gli spero! Alla prossima
~Pia

Don't let me goDove le storie prendono vita. Scoprilo ora