Papà

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"Cosa? Dove?" Domandò lui perplesso.
Io gli sorrisi e lo abbracciai avvicinando il mio volto al suo orecchio.
"Non lo so, ma il più lontano possibile da qua" Gli sussurrai.
Lui mi allontanò dalle spalle e mi fissò dritto negli occhi poi spostò lo sguardo sui miei.
"I-Io ora non posso e neanche tu. Devi finire il college" Sospirò infine.
Io mi voltai verso i miei e notai che ci fissavano confusi. Wanda lo era più di tutti e inspiegabilmente aveva anche gli occhi lucidi.
Mia madre era felice di quel che aveva appena visto tutto sommato.
"Ok... allora facciamo che quando finirò il college ce ne andremo immediatamente"  Dissi voltandomi verso di lui una seconda volta e lo fissai con decisione.
Ci fu un silenzio tombale. L'unico rumore che si sentì fu quello dei passi di Patrick che procedeva verso noi.
Quando Noah lo notò spostò subito lo sguardo.
Non so cosa si dissero con solo lo sguardo in quel momento ma lui mi prese le spalle e fece un mezzo sorriso.
"Affare fatto"

Luke's POV
Dopo più di tre ore, fra traffico e soste, arrivai finalmente a casa. A Leicester.
Erano successe così tante cose negli ultimi giorni che non riuscii a ricordare neanche se avevo avvisato mia madre oppure no.
Beh. Lo avrei scoperto presto.
Presi tutte le valigie e salutai l'autista che era stato così gentile, dopodiché mi diressi verso la porta e suonai il campanello.
Lì, davanti a quella porta, mi tornarono in mente tutti i bei ricordi della mia infanzia.
La nascita di mia sorella. Le corse per giocare a nascondino. Le prime ginocchia sbucciate.
Tutto in un secondo mi fece piangere e non riuscii più a trattenermi quando mia madre aprì la porta.
"Luke" Disse incredula, il che mi fece capire che non l'avevo avvertita.
L'abbracciai immediatamente e lei ricambiò subito dopo.
"Sc-Scusa, io l'ho dimenticato. Ho dimenticato di avvertirti" Dissi con voce sommersa dalle lacrime.
"Non preoccuparti Luke-" Mi rispose accarezzandomi la schiena poi io le parlai sopra.
"Sono successe così tante cose che io..."
"Shhh. Lo so" Disse lei sussurrandomi in un orecchio.
Io sgranai gli occhi e mi allontanai un po'.
"Eh? Cosa sai?" Domandai perplesso.
Lei si guardò attorno dopodiché si spostò per farmi entrare.
"Entra"
Seguii i suoi ordini e mi diressi verso il salotto lasciando mia mamma indietro.
"Fratellone!" Esclamò Rachel e mi venne incontro allargando le braccia. Io l'afferrai e l'alzai da terra.
Dopodiché si liberò e mi afferrò le spalle.
"Io lo sapevo!" Urlò entusiasta.
Io sgranai gli occhi e mi voltai verso mamma.
"Rachel" la rimproverò lei.
"Cosa sai Rachel? Anzi no... cosa sapete ?!" Domandai accigliato.
Mi sentivo in preda ad una confusione assurda.
"Luke siediti" Mi consigliò mamma e io dopo aver spostato lo sguardo per tutta la stanza mi sedetti.
"Ecco. Ora parlate?" Le supplicai con gli occhi.
"Io sapevo che avevo già visto Ariel da qualche parte!" Esclamò entusiasta Rachel sedendosi vicino a me e afferrandomi il braccio.
"Ariel?" Chiesi confuso voltandomi verso di lei lentamente.
Lei s'accigliò e incrociò le braccia sul petto.
"Aria? Come la vuoi chiamare tu"
Sgranai gli occhi e spostai lo sguardo sul pavimento.
"Luke perché ci hai mentito? L'avremmo potuta ringraziare a dovere, invece per poco non parlavamo male della sua famiglia" Mi rimproverò mamma con un tono di voce angosciato.
Io corrugai la fronte e scrollai il capo.
"Ok... sapete che Aria in realtà è Ariel ma che c'entra ciò con quel che hai detto prima davanti la porta?" Chiesi incrociando il suo sguardo.
Lei, senza darmi risposta, lanciò un'occhiata a mia sorella che prese il telefono in un battibaleno.
"Ecco, tua sorella era sui social poco fa..." Disse con un tono di voce basso e Rachel mi passò il telefono.
Il mio cuore cessò di battere per un secondo.
"Non ci credo... così presto" Risposi incredulo.
Sullo schermo appariva la foto di una rivista. Sulla copertina c'eravamo io ed Ariel. Ci avevano fotografato proprio nell'attimo del bacio. In un angolino c'era una foto in primo piano di Noah. Era chiaro ciò che mirava la copertina e lo esprimeva bene il titolo.
Per loro ero io il motivo della rottura fra Ariel e Noah. Così lei non ci faceva una bella figura.
Non era giusto. Non era colpa sua eppure tutto portava lei sotto una cattiva luce.
Come abbiamo fatto ad essere così idioti? Non avrei mai immaginato di essere fotografato da un paparazzo. Non in quel momento. Mi sentivo piuttosto violato.
Ora capivo come si deve essere sentita lei per tutto questo tempo.
"Luke... Io non so cosa è successo ma vorrei tanto saperlo. Sia perché sei mio figlio sia perché quando ci avete fatto visita lei ha detto che eravate fidanzati mentre dopo qualche giorno mi hai scritto che era finita e ancora, dopo, che stavi con una certa Alison che io qua non vedo" Disse con le mani sui fianchi.
Alzai gli occhi al cielo e mi massaggiai le tempie.
"Io e Ariel non siamo mai stati insieme, io e Alison sì ma abbiamo rotto poco fa per ciò" Le risposi ritornando il telefono a Rachel infine.
Lei si inginocchiò davanti a me e poggiò le sue mani sulle mie ginocchia.
"Eppure tu e la signorina Obelion eravate piuttosto convincenti" Continuò sfoderando un'enorme sorriso.
"È chiaro perché" Sbuffai.
"Davvero?" Domandò cercando il mio sguardo facendo un sorrisetto malizioso.
Io abbassai la testa come per nascondermi.
"Non me lo far dire mamma" Risposi stringendo i pugni. Sentivo il volto in fiamme.
"Lei non è così importante se te ne vergogni" Mi provocò.
Alzai lo sguardo e la fissai dritta negli occhi a lungo. Ammettere i miei sentimenti davanti ad altre persone mi era sempre stato difficile, figuriamoci davanti mia madre e mia sorella.
Sbuffai chiudendo gli occhi. Poi mi alzai all'improvviso e mi spostai dall'altra parte della stanza.
"La amo, ok?" Le risposi gesticolando.
Lei sorrise si avvicinò afferrandomi le mani.
"Allora perché sei qua?" Domandò dolcemente accarezzandomi il viso. Proprio come avrebbe fatto Wanda.
"È complicato" Risposi afflitto abbassando il capo.
"Perché!?" Urlò Rachel venendomi incontro.
"Non posso stare con Ariel... Rachel i suoi non approverebbero mai"
"E allora?" Domandò ancora inarcando una sopracciglia. Era ancora troppo giovane per capire quali erano i miei limiti. Per lei i limiti non esistevano.
Forse non ce n'erano realmente ma io me li imponevo.
"Non puoi capire" Le dissi spostando lo sguardo.
"Io-" Cercò di dire ma la bloccai.
"Per favore. Possiamo parlarne un altro giorno?" Chiesi esausto.
Loro due si scambiarono qualche occhiata poi tornarono a fissarmi.
"Va bene... scusaci"
Sorrisi poi mi spostai per prendere le valigie e mi diressi verso le scale.
"Grazie. Vado a sistemare le mie cose, credo di ricordare dove è la mia stanza" Dissi facendo il primo gradino.
"Sempre là. Non ho spostato nulla. Pensavo ti facesse piacere" Rispose ridendo con un po' di timore.
"Infatti" Dissi ridendo anche io immaginandomi le lenzuola di Thor e i poster di Batman.
Ero una sottospecie di Nerd a quei tempi. Amavo i fumetti, i videogiochi e tutto ciò che riguardava la Marvel e la Dc.
Arrivai in cima e mi accorsi che mancava qualcosa. Mi sentii vuoto all'improvviso e non era per Ariel.
Scrollai il capo liberandomi da tutti i pensieri negativi e mi diressi verso la mia stanza.
No. Le lenzuola non c'erano più ma i poster erano tutti là.
Buttai le valigie sul letto e mi soffermai ad ammirare la mia stanza.
Chiusi la porta e la controllai. Quando trovai ciò che stavo cercando spalancai gli occhi per la felicità.
Ogni anno facevo delle tacche per vedere quanto ero cresciuto d'altezza e l'ultima tacca risaliva proprio a quando avevo 16 anni. Era stato mio padre a farmi iniziare a 5 anni.
Presi una penna, mi misi con le spalle alla porta e feci un'altra tacca.
Dopo 8 anni non ero cresciuto di molto ma quell'arco di tempo mi pesava tanto.
Disfeci le valigie, dopodiché mi buttai sul letto e il sonno ebbe la meglio.
Il giorno dopo mi svegliai con un lenzuolo sopra di me e capii che mamma mi aveva fatto visita la sera prima.
Mi cambiai velocemente e scesi di sotto.
Scesi con entusiasmo perché finalmente avrei rivisto anche mio padre.
Mio malgrado quando arrivai in cucina non c'era. C'era solo mamma.
"Buongiorno" Dissi controllando le stanze.
"Buongiorno!" Mi rispose subito dopo.
Mi fermai e mi diressi verso il tavolo della cucina.
"Mamma..." La chiamai sedendomi su una sedia.
"Sì?" Domandò confusa voltandosi verso di me con una tazza in mano.
"Dove è papà?" Chiesi corrugando la fronte.
Il suo sorriso svanì e sgranò gli occhi sorpresa.
La tazza le cadde a terra e io mi alzai immediatamente.
"Mamma?!" Esclamai avvicinando a lei.
Lei si appoggiò al lavandino e si portò una mano sull'addome.
"Mamma cosa è successo?" Chiesi ancora più preoccupato.
Era chiaro che c'era qualcosa che non andava ed era anche chiaro che era successo qualcosa a mio padre.
"Lui non c'è più" Disse con un filo di voce.
Sgranai gli occhi e il mio cuore cessò di battere.
"Cosa?" Domandai fissando a terra i frammenti della tazza andata in mille pezzi.
Non ero così stupido da non averlo capito ma non volevo accettarlo. Non volevo credere alle mie orecchie ma poi mi fu impossibile non darle ascolto.
"È... è morto"















Salve!
Felice anno nuovo!🍾
Sì sono in ritardo...chiedo venia.
Come avete passato il Capodanno? Io beh. Uno schifo ma dettagli! :D
Btw... Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Alla prossima
~Pia

Don't let me goWhere stories live. Discover now