Egoista

4.1K 174 12
                                    

Lo sentii tirare su con il naso dopodiché aprii gli occhi e rimasi in silenzio quando si infilò in macchina.
"Ariel io ho mantenuto la mia promessa, ora tocca a te seguire i miei ordini" Disse poco prima di chiudere la portiera.
Deglutii e gli feci un cenno con la testa.
Quando il tassista accese il motore e il taxi iniziò a muoversi lungo il vialetto mi accorsi che era tutto fino e con tutto intendevo proprio tutto.
Era iniziato tutto con una promessa e finiva tutto con un'altra.
Non potevo stare ancora fuori altrimenti mi sarebbe preso qualcosa ma non potevo rientrare neanche dentro come se nulla fosse e affrontare gli sguardi di tutti.
La scomparsa dell'auto mi fece tornare alla realtà. All'improvviso mi accorsi quanto freddo faceva. Avevo le mani e il viso congelato. Iniziai a tremare fino a quando le gambe non riuscirono più a reggere il peso del mio corpo. Caddi sulle ginocchia sul terreno bagnato e misi le mani sul viso. Mi portai i capelli bagnati indietro e alzai il volto verso il cielo singhiozzando.
Presto arrivò Josh con un ombrello e tentò di afferrarmi un braccio per alzarmi.
"Lasciami" Bisbigliai abbassando il volto quando la mia visuale fu interrotta dalla stoffa dell'ombrello.
"Ti prego Ariel entra dentro" Mi supplicò con voce roca cercando ancora di alzarmi dal braccio ma io lo tirai dietro.
"Come siamo arrivati a questo punto Josh?"
"Cosa?"
Alzai gli occhi e mi voltai per guardare la porta. Non c'era nessuno sulla soglia ed ero più che sicura di aver sentito urlare mia madre.
"Non voglio entrare, preferisco stare qua al bagnato..."
"Ti prego Ariel non fare l'idiota, credo di aver sentito bene la promessa fatta a Luke" Mi rimproverò lui e io sentii un groppo in gola.
"Se entro non starò bene per nulla" Mi giustificai disegnando cerchietti sul terreno.
"Ma qua fisicamente potresti stare ancora peggio" Continuò porgendomi la mano.
Lo fissai in volto poi mi guardai le mani. Erano raggrinzite e nere per via dello sporco del terreno.
Rimasi in silenzio per un bel po' poi afferrai la sua mani ma feci comunque fatica ad alzarmi.
"Dai" Disse con un sospiro.
Quando fui in piedi lui mise un braccio intorno alle mie spalle e mi strinse a sé per riscaldarmi un po' mentre ci avviammo alla porta. Fece entrare prima me poi chiuse l'ombrello ed entrò anche lui chiudendo la porta.
Ero pietrificata. Non riuscivo a muovermi.
I miei erano vicino al divano in piedi e quando si accorsero della mia presenza conclusero i loro discorsi per fissarmi con puro odio. Erano arrabbiati e non ci voleva un genio per capirlo.
Wanda venne verso di me con un asciugamano ma quando stava per porgermela mia madre la fermò.
"No" Urlò.
Poi si avvicinò velocemente e rimase ferma davanti a me per un bel po'. Alzai lo sguardo pian piano fino ad incontrare il suo. Era tutta rossa in volto.
"Perché sei così stupida!" Esclamò e alzò una mano che un'istante dopo fu a contatto col mio viso. Involontariamente e con l'aiuto della sua mano inclinai la testa. Spalancai gli occhi e cercai di non piangere ma fu inutile. Lo schiaffo sul mio viso congelato aveva fatto un male cane e continuava a bruciare.
"Ho cercato di nasconderlo a tuo padre in tutti i modi, e tu... e tu..." Disse e alzò ancora una volta la mano che questa volta, però, fu fermata da Wanda.
"La prego! Non lo faccia" Urlò mettendo una mano di fronte al mio viso.
"Non intrometterti nei nostri affari!" Urlò a sua vola mia madre cacciandole la mano.
"Signora sta soffrendo!" Esclamò ancora una volta ma fu prontamente fermata dalla voce di mio padre.
"Sta' zitta!" Gridò dall'altra parte della stanza.
La sua voce mi fece saltare il cuore. Spostai il viso lentamente per riguardare mia madre ma lei non aveva cambiato per nulla espressione.
"Ti abbiamo concesso tutto..." concesso cosa? "Ti abbiamo dato tutto" parlava di cose materiali? "Ti abbiamo dato la nostra fiducia. Ti avevamo avvertito e tu ora combini questi casini!?"
"Io-"
"Tu cosa!? PERCHÉ SEI COSÌ EGOISTA" Urlò e tutto il mio mondo si fermò a quella parola. Egoista. Io ero egoista? Cosa avevo fatto per risultare esserlo?
Lasciai le braccia cadermi lungo i fianchi e abbassai lo sguardo a terra.
"E-egoista?" Chiesi lentamente scandendo bene ogni singola sillaba.
"Siamo tornati non appena abbiamo appreso la notizia di te e Noah. E tu quindi in questi giorni con la nostra assenza ti sei data alla pazza gioia, ah?" Continuò ignorandomi.
"Io... egoista?" Ripetei una seconda volta ancora incredula. Era come se il mio cervello si rifiutasse di elaborare le altre frasi. Captava solo quella maledetta parola e la faceva ripetere e ripetere nella mia mente.
"Dio Ariel perché non mi ascolti!" Urlò dandomi un piccolo schiaffo sulla testa che mi scompigliò i capelli ancora bagnati.
"Perché io?" Domandai ancora col volto un po' inclinato.
"Oh santo cielo!" Esclamò alzando le mani e poi si diresse verso il marito.
"Ti avvertiamo un'ultima volta... o Zack o Noah" Disse una volta al suo fianco.
"Io..." Cercai di dire ma non riuscii a continuare.
"Ti prego Ariel. Cresci" concluse.
Io sgranai gli occhi e alzai il volto di scatto.
Eccola. La goccia che fece traboccare il vaso. Ci mancava questa. Cresci. Anche Luke me lo aveva detto una volta. Forse dovevo crescere realmente ma come... cosa doveva fare? Come dovevo comportami?
"Signora cred-" Tentò di dire Wanda osservando la mia reazione.
"Ho detto che potevi parlare?" L'interruppe ancora una volta mia madre.
"Scusi" Disse deglutendo.
I miei si voltarono e arrivarono all'inizio delle scale poi mia madre si voltò verso di me.
"Ariel, vai a farti una doccia perché così fai davvero schifo" Disse con una smorfia.
Strinsi i pugni così forte che mi provocai delle ferite anche i palmi delle mani.
"PERCHÈ IO!?" Urlai facendo qualche passo verso di lei.
"Eh?" Pronunciò sorpresa e si voltò anche mio padre.
"PERCHÈ... DITEMI PERCHÉ?" Continuai portandomi le mani fra i capelli.
"Ariel per favore calmati" Disse Wanda afferrandomi il braccio.
Io mi allontanai e fissai una volta lei poi mia madre iniziando a muovermi nervosamente.
"NO! NO!" Urlai stringendo forte gli occhi.
"Ariel" Mi chiamò ancora lei preoccupata.
La testa e il petto mi facevano così male. Erano tornati tutti quei pensieri che poco prima mi stavano tormentando e se ne aggiunsero altri, ancora più brutti. Con le mani premetti forte contro le tempie cercando di fermare il dolore con altro dolore sperando che anche il petto mi passasse.
Era impossibile. Mi sentivo oppressa, volevo urlare. Stavo realmente impazzendo.
Caddi a terra sulle ginocchia ancora una volta poggiando la testa a terra, continuando a tenerla fra le mani.
"Oddio!" Esclamò Wanda avvicinandosi di più a me.
Poggiai le mani a terra e alzai il volto per guardare i miei che mi fissavano come se avessero una bestia immonda davanti gli occhi.
"Io ci ho provato in tutti i modi. Ho-ho fatto tutto quella che mi chiedevate di fare. Ho represso i miei sentimenti. Ho cercato di essere la figlia perfetta che volevate fossi. Allora perché!? Ho cercato così disperatamente la vostra approvazione... Allora ditemi perché... perché non me l'avete mai data? Che cosa ho fatto di sbagliato? Mi sono innamorata di un ragazzo... io... io..." Dissi disperatamente ma mi bloccai poiché non riuscivo più a respirare. Mi mancava il fiato e iniziai a tremare. Stavo avendo un altro attacco di panico ma più non volevo, più avevo paura di averlo e più i sintomi uscivano fuori uno dopo l'altro.
"Ariel calmati per favore!" Esclamò Wanda piangendo.
La guardai un nano secondo poi tornai a fissare i miei che avevano assunto un'espressione indifferente.
"Portala sotto la doccia" Rispose infine mia madre. Questa risposta mi fece impazzire ancora di più.
Abbassai lentamente il capo fissando il pavimento bagnato sia per via delle mie lacrime sia per i miei capelli ancora fradici.
"È questa la sua risposta?" Domandai a bassa voce fra me e me.
Strinsi gli occhi che bruciavano sempre di più.
"È QUESTA LA TUA RISPOSTA!?" Urlai e poco dopo alzai il volto ma loro non si voltarono e continuarono a salire le scale.
"RISPONDETEMI!" Urlai ancora una volta ma nulla.
Non gli importava nulla di me. Erano loro gli egoisti non io, perché incolparmi per cose che non ho fatto?
A quel punto liberai un grido che li fece saltare.
Portai le mani al petto stringendomi con le spalle. Non riuscivo a respirare. Affannavo, tremavo e piangevo.
Avevo promesso a Luke che sarei stata bene, che ci avrei provato... ma come vivendo in questa casa?













Ciao 👋🏻
Come va?
Raga è Dicembre! ❄️
Questo vuol dire che avrò molto più tempo libero, adoro.
Vabbè. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi ringrazio tantissimo per i commenti sul precedente!
Alla prossima❤️
~Pia

Don't let me goDove le storie prendono vita. Scoprilo ora