Attimi

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Cara nonna, volevo dirti che mi manchi. Che mi torna la pelle d'oca ogni volta che penso all'ultimo contatto che ci fu tra noi, nel Natale di due anni fa, quando ti abbracciai maifestandoti il mio affetto. Se solo avessi saputo che quel tocco sarebbe stato l'ultimo... ti avrei stretto più forte. Ti avrei dato un bacio sulla fronte. Avrei sfiorato con una carezza quel viso che ho sempre immaginato nel pieno della tua giovinezza, bellissimo, condividendo ogni volta la decisione del nonno di aver scelto te. Io.. ecco... ora vorrei tornare indietro, entrare in te e togliere quello stupido cancro dal tuo corpo, nonna. Ma ormai é troppo tardi. Ormai, tu non ci sei più.
Guardami, vedi come sono pallido? Venerdì ero a Parigi. Venerdì sono uscito per la prima volta dall'Italia, ed é stata un'esperienza bellissima. Venerdì mi sono divertito. Ma
a qualcuno, questo, non é importato. Ero lì, seduto accanto a un tavolino, fuori da un bar, che mangiavo con i miei amici, mentre il vento giocava con i miei capelli, e i miei occhi guardavano l'imponente Tour Eiffel. Sedici anni di vita trascorsi attimo per attimo, continuavano a fare il loro corso, nonna. Ma a qualcuno, questo, non é importato. Qualcuno ha ritenuto più importanti i propri ideali. Più della mia vita e di quella di tutti. Non ricordo cosa stavo mangiando, rammento che era buono, molto buono. Ad un trattο, un'esplosione... Una sensazione fredda sostituì bruscamente il dolce sapore che percepivo. La mia bocca era finita dall'altra parte della strada, qualche metro lontana dal mio cervello. Il mio occhio sinistro, sul tavolino, vide, anche se offuscato dal sangue, una figura cupa, dal capo coperto. Essa urlò qualcosa, e dopo un attimo, un suo braccio volò accanto al mio occhio. Una sua mano, sulla strada, sfiorava una mia gamba.
Nonna, venerdì qualcuno ha interrotto la mia vita.
Venerdì qualcuno mi ha fatto esplodere.
Nonna, oggi vengo a trovarti.

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