Cambiamenti

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Il niente.
E poi, un po' perché finalmente ero nei miei pensieri, nel mio camminare, con la musica giusta in cuffia, dopo una giornata a scuola usare il cervello per quello che dicevano loro, e un po' perché era una cosa che mi portavo avanti da tempo, ferma lì, in un angolo polveroso dalla mia testa, in attesa di essere razionalizzata, riuscii a vederla, limpida e cristallina, di fronte a me, che mi guardava, con quegli occhi verde speranza e mi sussurrava: "Che aspetti? Sono qui", la mia utopia. E con lei la voglia di urlare ad ogni passante 'È QUESTO, CAZZO, CHE VA FATTO!' a metà tra rabbia e orgoglio, desiderio e paura: una voglia elettrizzante, incontrollata, incalzante: la voglia di cambiare il mondo. Perché tu hai capito, sei libero. Loro sono ancora prigionieri.
Libero di sentirti cittadino del mondo e non legato ad un qualcosa di più piccolo.
Libero di sentirti vita e per questo possedente del libero arbitrio.
Libero di fare la cosa giusta da solo senza che nessuno venga a ricordarti che va fatta perché è una regola.
Perché nessuno conosce te meglio di te stesso, e nessuno può essere in grado di dire qual è la cosa giusta da fare per te, se non tu. Voglio un mondo senza quel conformismo che rovina tutto.
Voglio un mondo dove l'istruzione sia cultura vera, non studio per il merito, del quale l'unica cosa che conta è il giudizio di un'altra persona, no! Voglio la Scuola come corsa alla vita, non come corsa al credito! Dove i professori emozionano e lasciano il segno, non dove parlano, parlano, con te in fondo a rollarti la sigaretta, che il giorno dopo ti interroga e tu hai imparato a memoria i paragrafi con più parole in grassetto, no!
Io voglio un mondo dove tutti, prima che sia troppo tardi, d'improvviso si mettano le mani nei capelli e dicano: "QUANTO CAZZO AVEVA RAGIONE SOCRATE!"... 'Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta'. Perchè dobbiamo morire, questa vita non ha senso. Non ha uno scopo, se non quello che ti assegna la società. "Studia che poi diventi avvocato!", "Studia che farai l'ingegnere!", "Lo sai che casa puoi comprati se diventi un ingegnere o un avvocato di successo?!", "Muratore, comincia a costruirla". E così impegniamo il nostro tempo, mentre le lancette scorrono inesorabili e l'unica cosa che conta davvero, la testa, la usiamo nel modo sbagliato.
Bravo, stai lì a programmare la tua vita secondo i bisogni degli altri per poi, in punto di morte, accorgerti di non essere mai vissuto. Stai lì agonizzante, a chiederti le origini della vita quando non puoi più prendere il libro e cominciare a studiare. Stai lì a chiudere gli occhi e accorgerti solo allora che è davvero finita e che non verrà un dio a prenderti e portarti via in stato di grazia. Accorgiti che per tutta la vita hai creduto ad un mito come un altro quando non c'è più tempo per restare tutta la notte a guardare il cielo.

Oppure fermati. Girati, cambia direzione. All'inizio il vento ti darà un po' fastidio ma... ti ci abituerai. Non avere paura di scompigliarti i capelli. Ignora gli omologati che notano straniti il tuo cambiamento, dopo un po' non li vedrai neanche. Perché starai volando. E quando avrai preso il volo, sarai invincibile. Scommettiamo?

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