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"Se guardo quella foto io mi chiedo se sei tu che guardi il cielo o lui che guarda te.,,

Un mese dopo.

Sophia.

Mi alzai per l'ultima volta dal letto della casa di mio padre a Londra. Ai piedi del letto c'erano già le valigie quasi del tutto pronte. Karen mi aveva accolto e trattato come fossi sua figlia, e né lei né papà mi avevano mai chiesto nulla quando, durante la prima settimana soprattutto, uscivo di casa la mattina e tornavo solo la sera. Passavo tantissimo tempo da sola, camminando senza sosta per tutta la città con le cuffie nelle orecchie.
Mi era persino venuto in mente che, dopotutto, a lui Londra piaceva. Era uno dei posti dove avremmo voluto andare insieme. Ma tutto ciò che mi aveva detto aveva cancellato ogni cosa. Ogni volta che vedevo la notifica di un messaggio sul telefono, mi trovavo a sperare che fosse lui a scrivermi.
Ma sapevo anche che non sarebbe potuto succedere. Infatti non mi aveva mai scritto. Non dovevo nemmeno pensarci: ero venuta a Londra per distrarmi e per poter pensare tutto e non lui, ma mi ero trovata a pensare solo a lui meno che tutto. C'era stata una notte in cui avevo fatto un incubo. Mi ero svegliata di soprassalto nel mezzo della notte, probabilmente alle quattro. Avevo immediatamente e meccanicamente aperto la chat di Ben, ma mi ero bloccata in tempo dallo scrivere. Non so nemmeno cosa volessi scrivergli. Lui mi aveva lasciata sola. Fatto sta che rimasi lì, così, a fissare il nome che era rimasto lo stesso da quando l'avevo salvato la prima volta e quel suo 'online'.
A chi scriveva? E che cosa si stavano dicendo?
Aveva conosciuto qualcuno da quando me n'ero andata?
Era diventato importante per lui? Più di me?
E a me ci pensava, qualche volta?
Mi aveva davvero mandata via perché fossi più al sicuro o era stato perché semplicemente si era reso conto che quello che gli davo non era più abbastanza?
Mi faceva male la testa quando tutte quelle domande  si mettevano ad urlare.
Ero rimasta a fissare il suo nome e la scritta 'online' per non so nemmeno quanto, ma di sicuro troppo. Ad un certo punto si era trasformata in uno 'sta scrivendo', ma era durato solo per pochi secondi. E allora, come se fosse stato sempre quello che stavo aspettando, spensi il telefono, lo misi accanto a me e mi addormentai.
Forse, per la prima volta dopo tanto tempo, l'avevo sentito vicino. Ed era questo che mi aveva dato sicurezza.
Benjamin e Federico avevano pubblicato il loro secondo album. Ricordo che sussultai quando lessi il titolo. Ad un'intervista, una ragazza chiese loro:-0+ è anche il nome del vostro gruppo sanguigno, che è indispensabile perché, in certi casi estremi, il sangue può salvare dalla morte. Avete voluto attribuire alla musica il valore del sangue? È lei che vi ha salvato?-
Sullo schermo della tv, avevo visto Benjamin abbassare lo sguardo. Chi aveva risposto era stato Federico. -È la musica che ha salvato entrambi, ma anche io nostro sangue non ha scherzato, in un momento difficile.-
Era così. Avevano chiamato l'album "0+" perché era solo grazie al sangue di Rico se Benjamin era ancora vivo.
Sarebbero partiti presto con il loro primo tour, tante date erano già sold out, e dovevano ancora fare molti instore.
Benjamin era stanco.

Glielo si leggeva negli occhi vuoti che gli mancava qualcosa.
Ma era una mazzata allo stomaco tutte le volte quando mi ricordavo che quello che gli mancava non ero io.

Le sue foto su Instagram, Facebook, Twitter.
Tante volte, magari anche senza accorgermene, scorrevo in giù tutte le foto dei suoi profili social fino a trovare quelle in cui eravamo insieme. C'era poco da fare quando scoppiavo a piangere, leggendo le frasi che mi aveva dedicato.
"I love you dangerously, more than the air that I breathe."

"La corsa con te in braccio fatta per le scale,
confondere lo zucchero al posto del sale
e ridere di niente che poi ci porta a foto di noi ad un selfie venuto male.
La pioggia allunga il cocktail fatto per restare
ed il tuo mondo vola e intanto il ghiaccio cade
tu piano ti addormenti che poi ti porto dentro se vuoi, mentre ti resto a guardare.
Dimmi qualcosa, qualcosa che resta,
senza fare di più che la scena è perfetta
se quando ti guardo è già tutto migliore.
Perdo le parole,
e prova con gli occhi a dirmi ciò che non riesci
quando il centro sei tu con i tuoi movimenti
se quando capisco che esiste l’amore, perdo le parole."

"Mi sono sempre chiesto perché quelli che dicono di essere innamorati guardano spesso il vuoto. Quando ti ho conosciuto ho cominciato a capirlo. Voglio dire, persino persino la cosa più insignificante mi ricorda te quando non ci sei."

" 'I will protect you with my life', cause 'I'm in love with you and all your little things'. 'I'm half a heart without you', so 'stay' cause 'with your love nobody can drag me down'. And don't worry about 'all of the rumors, all of the fight' cause 'nothing can come between you and I'."

Ero sempre ferma al punto di partenza quando si trattava di andarmene, soprattutto con lui.
Mentre per lui sembrava così dannatamente facile andare avanti con la sua vita senza di me.
___

Dopo aver salutato Karen, mio padre ed i piccoli Skylynn e Stephen, le ore in aeroporto e quella di volo, mi ritrovai ancora una volta a Modena. L'ultima volta che ero scesa da un aereo qui, ero con lui.
L'avrei incrociato ancora per la strada?
E... E nella mia vita in generale?
Non ce l'avrei fatta a reggere un confronto con i suoi occhi quando ormai sapevo che non saremmo stati più come prima.

Non sapevo nemmeno dov'era, eppure volevo essere con lui.

Non importava dove, bastava essere insieme.

Tra le sue braccia.
Con il suo profumo sulla felpa.
Ad abbracciarsi, fare l'amore, baciarsi o semplicemente perdersi l'uno nell'altra.

Certe volte mi sentivo persa senza la sua risata.

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  commeeeeent
  ah e continuate a consigliarmi delle canzoni nice peoplee :)
 
  love you to the moon and back,
C.
 

without you / benjamin mascoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora