#24

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"Cambia il cielo,
i tuoi occhi no. […]
Sei un viaggio che non ha metà ne destinazione,
sei la terra di mezzo dove ho lasciato il mio cuore.,,

Fede.

Abbracciai Sierra e ci spinsi di lato.
Cademmo a terra, entrambi, ma prima sentii qualcosa di affilato passare di striscio sulla mia gamba.
Istintivamente, portai una mano sulla ferita.
Sangue.
Guardai la pelle. C'era solo un graffio, ma non perdeva tanto sangue.
Il proiettile mi aveva solo sfiorato.
Mi voltai di scatto.
Ben?
Perché non era in piedi?
E Sophia?
Perché era stesa sulla schiena di Ryan, ma la testa adagiata per terra?
Era svenuta, realizzai. E anche Ryan.
Ma Benjamin?
Sentii le sirene dell'ambulanza. L'aveva chiamata la polizia?
A fatica, zoppicai fino al mio migliore amico, allungai poi le gambe, anche quella leggermente ferita, alzai la sua testa dall'asfalto e la posai su una gamba.
La polizia lo lasciò nella stessa posizione. Solo, si raggrupparono attorno al suo addome. Il proiettile aveva colpito la sua parte sinistra. Lui sì, lui perdeva sangue.
-Ohi Penc.- Dissi con voce tremante, prendendo le sue guance pallide tra le mie mani per muovergli la testa.
-Ben... Benjamin.- Continuai a chiamarlo.
In modo sfocato, accanto a me vidi Martina e Sierra accanto ai paramedici che stavano velocemente caricando Sophia su una delle due ambulanze.
Tornai con lo sguardo su di lui. Stavano tentando di togliere il proiettile.
Gli tirai una leggerissima sberla. -Non avrai deciso di addormentarti proprio ora, pezzo di mucca che non sei altro? Ehi... Ti ricordi quando eravamo a Mirandola a suonare, io mi sono messo a correre e per poco non sbattevo la testa contro a quel palo, talmente forte da lasciarci la pelle? Okay, è comprensibile che tu voglia farmela pagare, ma almeno apri gli occhi, Ben.- Gli dissi, mentre la mia voce si faceva sempre più debole.
I medici lo alzarono e assicurarono ad una barella.
E lo portarono via.
Che io non avevo ancora capito se era vivo o no.

-Andiamo alla reception, veloci.- Disse Martina, con la voce ferma. Era impressionante come quella ragazza riuscisse a mantenere sangue freddo anche quando accadevano cose del genere.
Zoppicavo sempre un po', per cui lei, forse senza nemmeno accorgersene o volerlo, mi prese la mano.
Sierra corse dalla receptionist. -Benjamin Brian Mascolo e Sophia Porter, per favore.-
La donna, abbastanza giovane, smanettò per qualche secondo sulla tastiera del computer. -Benjamin Mascolo è al blocco operatorio, terzo piano. È appena arrivato.-
Lo so bene, avrei voluto dirle.
-Sophia Porter è tenuta sotto controllo al secondo piano, nelle stanze specializzate alla fine del corridoio che si trova dritto davanti all'ascensore.
Senza dire nulla, entrammo velocemente, per quanto mi.permetteva la gamba, in ascensore. I medici avevano disinfettato la ferita e messo un cerotto. Non era nulla di grave.
Le due gemelle si fermarono al secondo piano. Volevano solo accertarsi che Sophia stesse bene.
Sierra mi avrebbe raggiunto una volta saputo il suo stato.
Camminai, piano fino al blocco operatorio.
Mi sedetti su una delle sedie di plastica, allungando la gamba.
Mi accorsi di avere i pugni stretti, le nocche scorticate a causa della caduta.
Aspettavo di non esplodere, e magari anche un medico che mi venisse a spiegare che cosa diamine stesa  succedendo là dentro.
Se non ce l'avesse fatta non me lo sarei mai perdonato.
Avrei dovuto spostare anche lui dalla traiettoria dei proiettili.
Portai la testa tra le mani e riempii la bocca di aria per impedirmi di urlare. Mi alzai e feci per tirare un pugno contro il muro, ma mi trattenni.
Una presenza mi fece girare.
Un medico era uscito dal blocco, e andava verso alcune infermiere. -Richiedete sangue. Sangue 0+. Ripeto, sangue 0+. È questione di vita o di morte. Non ce n'è abbastanza. Sbrigatevi, per favore.- Loro se ne andarono velocemente. La visita.
Irrigidii i tratti.
Tre giorni prima, alla visita delle corde vocali.
Cos'aveva detto il dottore?
"Gruppo sanguigno? Non se lo ricorda, immagino" ridacchiò "non la contraddisco, a volte nemmeno io ricordo il mio, ma è sempre utile saperlo, per cui vediamo la sua cartella... Zero... Zero positivo. Perfetto".
0+.
Io e Benjamin avevamo lo stesso sangue.
Mossi le gambe alla massima velocità che mi era permessa e afferrai il braccio del dottore un secondo prima che rientrasse.
-Io sono zero positivo. Posso donarglielo io il sangue.-
Perse un secondo guardandomi negli occhi, come se non potessi essere sincero, e poi mi tirò dentro. -Vieni.-
Senza tanti preamboli verificò se il mio sangue fosse veramente dello stesso gruppo sanguigno di Ben, e quando se ne fu assicurato ne prelevò una sacca.
-Come sta?- Chiesi mentre il mio sangue scorreva nel.tubo di plastica.
Il dottore sospirò, anche se tentò di non darlo a vedere. -Non credo che tu lo voglia sapere davvero.-
-La prego, dottore.-
Mi guardò un'altra volta negli occhi.
-Non bene.- Disse solo.
E poi se ne andò.
Premetti di più il cotone sulla ferita lasciata dall'ago.
-Dai amico.-
Sussurrai.
-Hai anche il mio sangue ora, trattalo bene.-

/

  io depressa.
  mi manca.
  sto ascoltando la sua canzone preferita e mi riporta a lui, che gioia lalalala
 
  so che fa schifo come capitolo, ma in questi giorni scrivo tantissimo, e questo è
  commentate? altrimenti perdo la voglia anche di continuare, e tipo già che non ho voglia di fare nulla in questi giorni :)
 
  baci alla pesca,
C.

without you / benjamin mascoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora