#17

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"Io non posso prometterti che ti salverò, ma giuro, puoi scommetterci che ci proverò. Sono un perdente e tu sei tutto quello che ho; comunque vada non aver paura: io ci sarò.,,

-Ben...- Mormorai, incerta su cosa dire. Sapevo che se fossimo tornati insieme avrei sofferto ancora. Ma se restavamo separati? Avrei sofferto anche il doppio senza di lui.
-Che cosa ti sei fatta?- Chiese abbassando gli occhi un'altra volta. Vidi la ferita che stava fissando.
-Cosa... Oh, non è niente...-
-Quando è successo?-
-Nell'andare via da casa tua... Sono inciampata e caduta, ma davvero, non è niente.-
-Ha ripreso a sanguinare.- Osservò con voce ferma. Non mi diede tempo di ribattere. -Vieni a casa, ti curo io.-
Vieni a casa. Come se casa mia fosse sempre stata la stessa in cui abitava lui. Come se per trovarci a casa dovessimo essere insieme.
-Non serve, davvero, posso andare a casa mia e...-
-Ehi...- Mi strinse di più la mano. Negli occhi con cui mi guardo, lessi soltanto che non gli importava se lo avrei perdonato o no: lui ci sarebbe stato sempre e comunque quando sarei stata male.
Senza lasciare la mia mano cominciò a camminare verso casa sua. Non potei fare altro che seguirlo, con la musica che ancora scorreva nella mia testa.
Guardavo le nostre mani che combaciavano così perfettamente da sembrare di essere fatte solamente l'una per l'altra, per completarsi come io e Ben facevamo da quando ci eravamo conosciuti.
Come arrivammo a casa sua, cominciai a salire le scale, ma il dolore causato dalla ferita sulla gamba si fece lancinante tutto d'un colpo. Mi lasciai sfuggire un gemito.
-Tutto bene?- Fece lui, girandosi allarmato.
Rimasi con le mani sulle sue spalle, così da sostenermi in piedi. Stringevo leggermente gli occhi dal dolore, ma non era nulla che non potessi sopportare.
Senza aspettare una risposta, Ben mi prese per i fianchi per poi sollevarmi senza alcuna difficoltà. Allacciai le mie gambe attorno al suo bacino per evitare di cadere, mentre non trovavo il coraggio di guardarlo negli occhi.
Come mi era saltato in testa che lui non fosse più capace di prendersi cura di me?
Mi lasciò solo quando entrammo in casa sua, dove raggiunsi il divano mentre lui, senza dire niente andava a prendere disinfettante e cerotti. Come tornò e mi toccò la gamba, ebbi un sussulto.
-Scusa.- Sussurrò, dispiaciuto. Scossi la testa, come per dire che era colpa mia.
Imbevve il cotone nel disinfettante, lo passò sulla ferita, facendola bruciare e mise un cerotto sul punto dal quale usciva il sangue.
Dovevo avere il viso contratto in una smorfia di dolore, perché mi chiese:-Non va meglio?-
Alzai leggermente le spalle senza riuscire, per un attimo, a parlare.
Senza che me ne accorgessi, si fece avanti velocemente quanto bastava per far sì che le nostre labbra si toccassero.
-E ora?- Mormorò una volta riprese le distanze di sicurezza.
Sospirai. -Non l'hai ancora capito che mi basti tu per stare meglio?-
Fece un sorriso triste. -Allora qualcosa la so fare.-
-Vieni qui stupido.- Dissi attirandolo a me perché mi baciasse, senza più riuscire a trattenere un sorriso. Mi trovai presto stretta tra il suo petto e le sue braccia, come fosse niente, come sempre (riferimenti puramente casuali hehe).
-Ti amo.- Mugolai chiudendo gli occhi.
-Sempre.-
Non so esattamente quando, ma si sporse leggermente dal divano per afferrare il collo della chitarra e cominciò a pizzicare le corde dolcemente, mentre io me ne stavo rannicchiata tra il suo petto e la chitarra, circondata dalle sue braccia.
- I know you've never loved the sound of your voice on tape
You never want to know how much you weigh
You still have to squeeze into your jeans
But you're perfect to me
I won't let these little things slip out of my mouth
But if it's true, it's you, it's you, they add up to
I'm in love with you and all these little things
You never love yourself half as much as I love you
You'll never treat yourself right darling but I want you to
If I let you know, I'm here for you
Maybe you'll love yourself like I love you oh
I've just let these little things slip out of my mouth
Because it's you, oh it's you, it's you they add up to
And I'm in love with you (all these little things)
I won't let these little things slip out of my mouth
But if it's true, it's you, it's you they add up to
I'm in love with you, and all your little things.- Cantò.
-Come mai tu sei così intonato ed io se provo a cantare sembro un'anatra con gli spasmi?- Chiesi provando ad imbracciare la chitarra.
Lui rise leggermente, sistemandomi le dita tra le corde e la postura. -Modestamente le ho conquistate tutte così.- Si pavoneggiò, l'idiota. Gli tirai uno schiaffo sulla gamba ridendo.
-Guarda... Prova ora.- Disse sempre con quel sorriso sulle labbra. Le sue dita ricoprivano le mie nella posizione che erano tra le corde. Riconobbili poi tra gli accordi che si susseguirono nell'aria quelli di "New York". Lui iniziò anche a cantare, e davvero pensai perché diamine a me non era capitata una voce così.
La canzone fu spezzata dal suono del campanello. Ben sbuffò. -Proprio ora?- Lasciando la chitarra sul divano (e quindi, indirettamente, tra le mie mani malefiche) andò ad aprire. No seriamente, dovevo stare attenta o avrei potuto far rompere una corda o due con la delicatezza delle mie dita affusolate quanto quelle di Gianni Morandi. In seguito ad un "accordo" uscito male, mi fermai per ascoltare chi avesse suonato. E sentii Ben dire soltanto una parola.
-Sierra?-

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HEY YOU
  spero che domani passiate un bellissimo Natale pieno di felicità, amore, risate, pandoro con la crema, panettone senza canditi e tronchetti al cioccolato (ce vediamo sulla bilancia er 2 gennaio after le feste)
  ma tipo è un po' che mi faccio questa domanda; come avete scoperto secret?
  vado a vedere una poltrona per due, che bella la notte di Natale, cià
  so much love <3
C.

without you / benjamin mascoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora