Scese dalla scaletta quando l'aereo era ormai deserto. Amava quel silenzio in cabina: lo riportava ai giorni più semplici di quando aveva iniziato a volare e il mondo sembrava più grande e lui si sentiva un mezzo per unire le persone.
Le linee aeree erano cosa diversa, allora: erano più avventurose e più magnifiche e dire con aria un po' distratta "faccio il pilota..." accendeva sguardi di ammirazione nelle ragazze, anche se a quel tempo pilotavi giusto qualche Cessna 172, scatole da poco più di duecento chilometri orari e un rumore che toglieva il fiato alla conversazione ma che te lo restituiva quando decollavi e la cloche la sentivi in pancia mentre tiravi su l'aereo.
Quando tornava a terra, dopo aver inseguito la sua ombra sulla pista e il carrello rimbalzava appena e i freni iniziavano a stringere forte, tutto ciò che restava era quel silenzio in cabina che gli diceva: "sei tornato, ma partirai di nuovo perché sei come 'la gente di mare', e il tuo mare è l'azzurro del cielo e il bianco delle spuma è il candido cotone delle nuvole."
Era il silenzio quello che lo riportava a terra, alla vita di quaggiù dove c'era qualcosa che lo aspettava, ed era l'unica cosa che gli facesse decidere di tornare giù.
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Sacre cœur
Short StoryCosa è la vita? Dove scegliamo, cosa lasciamo, come viviamo? Un esperimento di scrittura a due mani, due teste, due stili.