Quando I Biglietti Di Auguri Diventano Pericolosi

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Nico si svegliò tardi. Be', fin qui nessuna novità. Sbatté le palpebre, lasciò che i suoi occhi scurissimi si abituassero alla poca luce nella stanza. Borbottò qualche demenza tipica del dormiveglia. Una volta Will gli aveva rivelato di averlo sentito declamare a memoria settantaquattro modi diversi per uccidere una persona con uno stuzzicadenti. La parte preoccupante era che in quel frangente Nico aveva gli occhi chiusi, e al risveglio definitivo non ricordava una parola di quanto blaterato pochi minuti prima; non che Will fosse presente a tutti i suoi risvegli, naturalmente. Era solo il suo medico. Quando infine il figlio di Ade prese la coraggiosa iniziativa di sacrificare l'alluce destro facendolo uscire dal piumone e poggiandolo a terra, lo shock termico lo sconvolse. Tuttavia si ritrovò stupidamente a pensare: "Oh, andiamo, è la vigilia di Natale. Dato che non ho fatto regali, potrei almeno fare gli auguri". Alla fine questa riflessione lo mandò più in crisi dell'ibernazione dell'alluce. Soprattutto perchè la prima persona che voleva onorare dei suoi auguri non era Hazel. Né Reyna. Né Jason, Percy, Piper.
Era Will.
"Sì, Will, idiota. Il tuo migliore amico. Ora alzati, cammina e compi il miracolo" convenne Nico tra sé, costruendo scuse effimere quanto un castello di carte costruito da un tizio col raffreddore.
E alla fine si alzò.
Con lo spirito di un ultranovantenne, ma si alzò.
E, come fu in piedi, notò la busta infilata sotto la sua porta. Rischiò di rompersi il collo catapultandosi per raccoglierla e, compiuta l'impresa, seppe che era da parte di Will ancor prima di leggerne la firma.
Respiro trattenuto, cuore che si affannava come un pazzo per star dietro a tutto quel che gli passava per la mente.
E, suo malgrado, Nico aveva una sola spiegazione a tutto ciò.
Ed era una gran bella spiegazione. Così bella che a Nico sembrò scontata e imbarazzante.
Senza pensarci oltre, aprì la lettera.