53. Sof: Caos e ordine naturale

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Il terreno mi risucchiava e io non riuscivo a tornare a galla. Mi sembrava di star affogando e soffocando allo stesso tempo.
Affondavo come un peso morto. Era come se forze estranee mi spingessero a fondo, finché non avrei più resistito.
Mi stavo facendo prendere dal panico più totale, quando un barlume di luce mi ricordò di essere nel mio elemento, che tutto quello che mi circondava lo potevo controllare pure io. Creai una sfera d'aria sotto i miei piedi, in modo che fermasse lo sprofondamento. Piantai le dita nel terreno attorno a me, arpionandomi e fratturando esso. Sentendo la forza in me, imposi al terreno di spingermi in alto.
Spinta fuori dalla forza della terra, finii in aria, dove controllai i venti che mi mantennero sospesa. Senza aspettare altro individuai quella donna che portava sul volto un sorriso soddisfatto.
Infuriata e rancorosa attinsi dalle mie emozioni la potenza delle fiamme sparandogliele contro senza esitazioni. Era diverso da quello che avevo provato affrontando il nonno. Era come se contro questa donna, potessi esplodere.
La donna spense le fiamme con un semplice dito alzato.
Non ci vidi più dalla rabbia. La paura svanì all'improvviso, così come le altre emozioni. Non percepivo nessun altro, se non io e quella donna.
Una parte di me sapeva che quello scoppio d'ira non era normale e avrebbe potuto causare danni. Ma a chi? E perché me ne doveva importare? Quella donna, era quella donna il problema. Non avevo mai perso il controllo così facilmente, era come se l'essere mandata sotto terra avesse acceso un interruttore che ormai non poteva più essere spento.
Percepii il cielo oscurarsi dai nuvoloni e scariche elettriche che ronzavano attorno a me. Un forte vento prese ad alzarsi quando la sua risata mi giunse alle orecchie.
La fissai dall'alto in basso.
«Lo vedi? Lo vedi tutto questo?» continuò a ridere sguaiatamente. «Tu sei come me! Scatenati, Sophie Hunter! Fa vedere al mondo di che pasta sei fatta! Fa vedere al mondo che sei stata scelta da Madre Natura!» mi gridò allargando le braccia.
Voleva vedere la natura? Eccole servita.
Sollevando una mano sentii il potere di tutto il terreno. Lo manipolai in modo da sommergerla, ma lei riuscì a schivarlo.
Non smisi di aizzarle contro i miei poteri, ma riusciva sempre a contrastarmi. Ogni colpo mancato mi infuriava. Non capivo perché non contrattaccasse.
Poi mi giunse alle orecchie un grido di dolore. Mi voltai per notare i ragazzi che stavano affrontando Santos.
Un sibilo mi prevenne una stalattite di pietra al cuore. Lo schivai appena in tempo; in modo che mi graffiasse solo la spalla. Il dolore acuto e la fuoriuscita del sangue mi permise di riprendere la lucidità.
Mi ero lasciata prendere dalla rabbia... Ma in quel momento ero confusa e spesata. Senza rendermene conto iniziai a precipitare da un'altezza elevata, ma a mezz'aria subii l'impatto con qualcosa. Anzi, qualcuno.
James mi aveva salvata a mezz'aria e in quel momento mi stava stringendo a lui, con un respiro affannoso.
«Sto compromettendo il piano.» sussurrai affranta.
«Non è il momento di sentirsi in colpa, dobbiamo circondarli» mi disse lui balzando in piedi.
Prima che uno dei due se ne accorgesse, James era già stato sparato lontano da me e bloccato a terra.
Susan Blackwood mi sorrise e mimò con le labbra la parola "odiami". Non avevo bisogno che me lo dicesse lei; la odiavo già abbastanza.
Quella situazione era simile a quella volta nella foresta amazzonica, ma non avrei permesse che si ripetessero gli stessi fatti.
Cercai di non perdere nuovamente il controllo e liberai James dal terreno che lo bloccava con un gesto del braccio. Chiusi gli occhi, percependo il terreno circostante, scandagliando la zona come una sonda subacquea. Iniziai a definire un perimetro attorno a quella donna. Sollevai delle mura attorno a lei, poi le costrinsi a comprimersi.
Nel frattempo Eli aveva mandato a terra Santos, usando la propria forza e il proprio dominio per contrastare quello del Luogotenente.
«Ora!» esclamai. Un gran numero di soldati Imperium comparvero da nulla, circondandoci. Altre mura di terra si sommarono alle mie, creando una cupola. Anzi, no, i miei sensi dicevano che era una sfera di terra compressa che continuava anche sotto essa.
Alcuni Imperium avevano addirittura dei fucili puntati contro la massa di terra, era un mezzo che solitamente la B.L.C. non usava, ma i capi avevano pensato che contro Susan dovessero usare qualsiasi mezzo.
Un gruppo di soldati fece passare una persona purtroppo a me familiare. Mio nonno.

Elements: Perdita (in revisione) Where stories live. Discover now