Capitolo 4

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Sono passati 3 anni e mezzo dal nostro primo incontro, dal giorno in cui Alessandro era entrato nella mia vita. Quel giorno di aprile lo ricordo ancora. Avevo, come adesso d'altronte, l'abitudine di iscrivermi in palestra per questo maledetto fisico che mi ritrovo che non vuole "asciugarsi" neppure un po'. Un incrocio di sguardi, il suo cercarmi e volermi conoscere di persona perchè dietro a un computer di conoscermi proprio non gli andava. Mi  domandavo "È lui o non è lui?"... troppo estranei per poterlo riconoscere. Ma poi quella voce mi diede la conferma che era proprio lui, Alessandro, il ragazzo bellissimo incontrato qualche giorno prima alla reception della palestra che doveva fare l'iscrizione prima di me, ma che, con galateo, mi fece passare per prima. Imbarazzata come non mai, ricambiai il saluto, distogliendo subito il mio sguardo dal suo. Il nostro conoscerci sempre di più, giorno dopo giorno, mi faceva capire che era proprio pane per i miei denti! Mi faceva star bene cavolo, come nessun altro aveva mai fatto prima. E dopo due mesi ne ero ormai certa. A volte finivamo per litigare, come alla festa al City Moon in una calda serata di agosto che ero arrabbiata con lui perchè cominciavo a tenerci, ma poi mi passó. Mi piaceva, caspita se mi piaceva. E ogni ragazza che lo fissava mi faceva ribollire il sangue.
Per me era tutto troppo complicato, mi sentivo di esser troppo poco per lui e questo mi ha portato a creargli dei muri intorno. Ad essere una psicopatica stronza che cercava di fargli comprendere che se avesse voluto una storia importante con me avrebbe dovuto smetterla di messaggiare con tutte le altre. Forse si, facendoglielo anche capire in un modo sbagliato ma io ero fatta così, volevo vedere qualcosa da parte sua, volevo vedere dove sarebbe stato capace di arrivare per permettermi di cacciare fuori tutto quello che dopo 4 mesi provavo. Ma non è stato così. Ha preferito lasciarmi andare, non lottare per me, non capire che era solo una corazza la mia, cercare altrove un'altra che non ero io. Oppure per lui ero solo una qualunque. Ma come potevo esserlo? Come? Dopo tutto quello che abbiamo condiviso? Dopo tutti quegli sguardi, quelle parole, quegli abbracci, quelle carezze, quei baci... quel tutto star bene assieme? Come? Perché lo ha fatto? Perchè è andato via? Perché per due anni e mezzo ha lasciato che gli sguardi tra noi divampassero e non ha fatto niente, non è tornato? Ha lasciato vuoto e rabbia; ogni volta che ci incrociavamo dopo avergli detto tutto quello che provavo per lui era come se l'indifferenza regnasse, era come se da parte sua ci fosse voglia di tornare indietro, di guardarmi di nuovo, riaccarezzarmi, risfiorarmi, desiderarmi.
E io, io lo avrei voluto davvero tanto. Avrei dimenticato tutto il male subìto e avrei ricominciato, con lui.
Ma Cassandra, oh Dio, Cassandra. Qualcuno mi ha detto che adesso si amano. Quindi presumo che ora sia lei che esiste solo per lui. Ora è lei che lo incontra ogni sera prima di tornare a casa dopo una sfiancante giornata di lavoro, ora è lei che lo tiene per mano il sabato sera davanti le vetrine del corso, ora è lei che le prepara il dolce il giorno del suo compleanno, ora è lei che può vivere del suo sorriso, ora è lei che guarda la tv la sera poggiata alla sua spalla, ora è lei che può respirare il suo profumo, ora è lei che lui ama.
Si è fatto una vita e va bene così. In fondo io e lui abbiamo passato solo 8 mesi a tenerci, volerci, pensarci e cosa vuoi che siano in confronto a 3 anni e mezzo?
Vorrei solo potercela fare anch'io. A ricominciare intendo. Da capo, senza il pensiero di Alessandro. 2 anni e mezzo di agonia, 1 in bilico. Non voglio cadere. Sono già caduta troppe volte e stavo per rimanerci spiaccicata. È solo che Alessandro mi ha dato tanto in 8 mesi, mi è stato vicino in momenti difficili, mi apprezzava, mi diceva cose belle, mi faceva sentire unica, speciale. E di tutto questo non mi sarei mai stancata. Devo comprendere però che non potrà più darmi queste cose, devo reagire prima che il mio cuore si spenga del tutto e non sia più in grado di donare e ricevere amore.
"Prima che il mio cuore si spenga del tutto e non sia più in grado di donare e ricevere amore"... si, è cosi.
E credetemi, non c'è consapevolezza peggiore.

Mi addormento.

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