L'Amore in Pericolo

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Capitolo 16.


Gli insegnati, così come anche noi, fummo di parola.

Nessuno seppe nulla.

Le sorelle Greengrass avevano ottenuto il permesso speciale dalla preside stessa di assentarsi per commemorare la scomparsa della loro amata cugina.

Nessuno chiese come mai si assentarono così all'improvviso, forse solo i loro compagni di Serpeverde glielo domandarono e loro, spaventate ed intimorite dalla stessa preside che si era raccomandata più volte che la notizia non trapelasse per il momento, dissero semplicemente che avevano affari urgenti in famiglia.

Dopotutto, le vacanze di Natale erano quasi alle porte, quindi la massima priorità era concentrarsi sulla piccola cena di Natale che si sarebbe tenuta in sala Grande per salutarci prima delle vacanze.

Molti sarebbero tornati a casa, ma anche molti sarebbero rimasti qui a scuola, me compresa.

Dal ritrovamento del corpo di Savannah, non erano seguiti altri fatti strani ed io, non rividi più Jack.

In compenso, mi mandava molte lettere che io, meticolosamente, riponevo nel mio scrigno sigillato, di modo che Ginny non potesse aprirlo e curiosare al suo interno ogni volta che faceva capolino nella mi stanza.

La mia paura più grande era anche quella che lei, da un momento all'altro, potesse ricordare tutto e, allora, ci avrebbe messo poco ad assemblare tutti i pezzi del puzzle. Era sempre stata una grande osservatrice.

Le lettere di Jack non erano semplici lettere d'amore, ma erano, alle volte, vere e proprie minacce di morte indirizzate a volte a me o ai miei amici.

Non era lo stesso Jack, questo lo avevo capito; quel ragazzino non avrebbe mai fatto uno scempio del genere, ma dovevo capire cosa aveva fatto nella nostra vecchia casa.

Dovevo sapere cosa era successo a Whitechapel in quegli ultimi anni.

Whitechapel era un quartiere di Londra posto ai confini della città, nemmeno Harry, Ron e Ginny lo sapevano, ma era stata la mia casa fino al compimento dei miei 15 anni.

Io vivevo lì, coi miei genitori fin dall'infanzia, era stato allora che conobbi Jack, era appena un ragazzo. Io avevo sette anni appena e lui ne aveva già 12, ma per lui non erano stati facili quegli anni.

Aveva sempre portato quel cappuccio in testa, che gli copriva l'intero viso, ad eccezione degli occhi.

Fu un incidente, mi aveva raccontato; e fu per quello stesso incidente che venne portato nell'orfanotrofio Lambeth, che si trovava proprio accanto a casa mia.

Non sapevo se ad Hogwarts avrei potuto fare ricerche su una città babbana, ma tanto valeva provarci.

Avevo deciso, quel primo giorno di Dicembre, di mandare un gufo ad un amica che avevo a Whitechapel per sapere qualcosa che mi avrebbe aiutata a capire cosa fosse successo sia alla città sia a Jack stesso.

Per una settimana non ricevetti risposta e subito pensai che il gufo non era riuscito a trovare la persona in questione.

Almeno così credetti.


Quella mattina di dicembre, mi ero svegliata con l'ennesima lettera di Jack sulla scrivania.

C'erano tracce di neve fresca, la prima nevicata dell'anno, sul tutto il pavimento: accanto alla scrivania, vicino al mio letto e, in abbondanza, sul davanzale della mia finestra.

Unchain my Heart || #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora