Gerard abbassò lo sguardo sui suoi piedi. "Eh, sì" ammise, e Matt emise uno sbuffo incomprensibile a cui lui rispose con un'occhiata confusa.

"Merda Gee, faceva sul serio eh?"

"Anche io facevo sul serio" si difese lui e anche se Matt non rispose nulla, Gerard capì benissimo l'obiezione che avrebbe voluto fargli.

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I giorni si susseguivano lenti, un paio di settimane passarono e Gerard non faceva altro che andare da casa all'università e dall'università a casa, con saltuarie tappe al supermarket per conto di Mikey dato che se fosse stato per lui sarebbe andato avanti a pizza riscaldata. Sinceramente, non gli importava.

Nonostante la buona volontà degli amici, Gerard non riusciva davvero a non essere apatico nei confronti di... beh, di tutto quanto; si sentiva in un terribile limbo vuoto e grigio e questo solo perché l'alternativa sarebbe stata dolore, un mare infinito di dolore capace di fargli passare notti insonni e giornate tremende perso nelle lacrime. E ci era già passato da quella fase, i primi tempi, ma dopo due settimane durante le quali aveva capito che Frank non era più suo e in cui in fondo alla sua coscienza sapeva che si sarebbe dovuto concentrare sugli esami, aveva infine deciso di dare un taglio a quella situazione. E Gerard sapeva come fare, non era la prima volta che ricorreva a quel metodo e aveva sempre funzionato. Il nulla era meglio del dolore ed era convinto che avrebbe funzionato davvero, almeno fino a quando Frank non fosse ricomparso davanti a lui; ma dopotutto Frank non sembrava avere intenzione di ricomparire, quindi sarebbe stato perfetto. Nemmeno il tono severo con cui ancora gli parlava Mikey qualche volta lo toccava minimamente, non più. Gli aveva fatto male, aveva peggiorato di parecchio come si sentiva, ma ora era tutto molto meglio. Apatico, passava le sue giornate ripassando e iniziando ad affrontare i primi esami e sapeva che Mikey si arrabbiava con lui e lo trattava con freddezza apposta, sapeva che il fratello era cosciente di cosa si stava facendo e cercava solo di scuoterlo, di farlo reagire, di aiutarlo. Ma non avrebbe funzionato, non quella volta.

Quando era solo, però, le cose erano diverse. Gerard agiva da apatico, si sforzava di credere veramente di esserlo ma sapeva che non era vero perché appena si ritrovava da solo la sua mente si riempiva di immagini e ricordi e il viso sorridente di Frank non gli dava tregua; rivedeva i momenti passati insieme, sentiva la sua voce, immaginava di averlo al suo fianco e quell'illusione era forte, quasi quanto quella di non sentire più nulla. Eppure sentiva, sentiva eccome. Sentiva il cuore battere più veloce quando riascoltava nella mente Frank che gli diceva che lui gli piaceva veramente, la sua risata, le sue parole timide di quando si erano visti la prima volta, il rabbioso 'ti amo' che gli aveva urlato in faccia ma che provava davvero, Gerard lo sapeva.

E anche lui lo amava, e sentiva le lacrime bruciargli le guance quando pensava a come avrebbe voluto dirglielo, a come avrebbe fatto tutto diversamente se solo Frank gliene avesse dato la possibilità. Sentiva anche un dolore al petto, troppo forte per essere sopportato, ma questo lo sentiva solo a tarda notte quando ormai Mikey dormiva nella sua stanza e lui aveva consumato tutte le lacrime e quando si rendeva conto che non aveva più voglia di fare niente, né vedere film né leggere né ascoltare musica né disegnare. E quando si rendeva conto che questo era un brutto, bruttissimo segno. E quando si ricordava che l'ultima cosa che aveva disegnato era stato Frank allora si chiedeva se lui l'aveva conservato, il suo disegno. Poi gli tornava in mente la sua espressione così felice, assurdamente felice quando gliel'aveva regalato, e poi come avevano fatto l'amore quella sera. E come erano felici e come lui rideva molto di più e come Frank gli prendeva la mano sembrando allo stesso tempo timido e così sicuro di sé, e in quei casi piangere non bastava per mandare via quel dolore al petto; non bastava raggomitolarsi a letto, né fingere di essere apatico e incapace di provare alcunché. Non bastava più e Gerard sapeva che Mikey l'avrebbe ammazzato lui stesso, sapeva che stava rovinando tutto di nuovo, sapeva di stare cadendo in un baratro senza fondo ma per la prima volta nella sua vita davvero non gliene fregava niente. Non gliene fregava niente della sua vita, di sé stesso, di quello che avrebbero pensato tutti i suoi amici e di quanto sarebbe stato male Mikey.

Perché tanto niente aveva più senso ormai.

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Il terzo esame della sessione era andato.

Gerard si sedette sul gradino del cortine della facoltà e si accese una sigaretta. Nonostante le temperature si stessero alzando lui era vestito completamente di nero, come suo solito, e teneva le maniche della felpa leggera ben calate sulle mani. Nemmeno sentiva il caldo, non gli importava molto del sole che gli batteva sulla schiena. Era soddisfatto di com'era andato l'esame, aveva saputo tutto abbastanza bene ma non riusciva a felicitarsene davvero dato che la sua mente era concentrata su altro, come sempre d'altronde. Era passato un mese circa da quando Frank se n'era andato, inutile dire che Gerard non si era rassegnato e non l'aveva dimenticato e non aveva iniziato a stare meglio. E neanche un po' meno peggio. Anzi, gli pareva che ogni giorno fosse peggiore del precedente e iniziava a spaventarsi davvero perché non gli era mai capitato di entrare in un circolo vizioso così tanto brutto, prima. Era spaventato da sé stesso e da dove poteva finire di quel passo.

"Gerard" si sentì chiamare ad un tratto.

Il ragazzo alzò la testa e vide Ray che gli si avvicinava trotterellando, con una t-shirt gialla addosso e i suoi capelli esagerati che si muovevano nell'aria. "Ti ho cercato ovunque" disse piantandoglisi davanti.

"Ero all'esame con te"

"Potevi anche aspettarmi difatti" ribatté il ragazzo un po' amareggiato, ma il secondo dopo stava già sorridendo di nuovo. "Comunque ti cercavo per una cosa importante" affermò per poi fissare Gerard con l'espressione di chi si aspetta una qualche reazione. Reazione che comunque non arrivò, ma questo non sembrò demolire lo spirito implacabile di Ray. "È ora di darci un taglio, ragazzo mio!" esclamò con un sorriso.

Gerard alzò gli occhi al cielo. "Ray, ne abbiamo già parlato e l'ho ripetuto almeno mille volte a te e agli altri: non sono depresso, non sono dell'umore e per favore, lasciatemi in... "

"Oh ma non in quel senso caro mio" lo interruppe l'altro, e il suo sorriso si allargò. "Io intendevo un tutt'altro tipo di taglio, un taglio molto più... letterale" concluse, aprendo e chiudendo l'indice e il medio della mano destra in un gesto più che eloquente.

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Note - 14 Novembre 2017
Ebbene Frank non è ricomparso... mi dispiace, spero non siate rimasti troppo delusi 😦 ma d'altronde il caratterino di Frankie è uscito fuori ormai, e sono grane per tutti 😂
Tra l'altro, l'introspezione di Lyndsay spero vi sia piaciuta, non l'ho voluta rendere stronza hahah
Ray propone di darci un taglio, vi immaginate già di cosa parla?? Sembra finita questa storia eh, e invece c'è sempre qualcos'altro che salta fuori!
In ogni caso cosa importante: voglio ringraziarvi tutti. Chiunque abbia mai letto e stellinato, e in modo particolare chi commenta, vi ringrazio di tutto cuore perché ogni notifica quando pubblico un capitolo è per me un sorriso, e mi rendete infinitamente felice 💖
Vi ringrazio di cuore, al prossimo martedì!
ALTRA COSA IMPORTANTE CHE DIMENTICAVO
oggi my sis MCRmichi ha aggiornato la sua storia stupenda The Destroyer 😍 correte a leggerla perché io personalmente la adoro!
Detto ciò, alla prossima 😎
(Billy)

Face It - (completa)Where stories live. Discover now