Cap.50.

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GIORGIA POV'S:
"Adesso capite?"
Chiede.
"Oh, si, mi spiace tantissimo, non sapevo e..."
Balbetto sinceramente dispiaciuta.
"Ehi, sta tranquilla... è colpa mia, ma ero terrorizzato da quell'uomo. Ma voi per vostra madre non sareste disposti a farlo?"
Dice, e qui mi faccio due domande.
Ah, la mamma. Quanto mi manca!
Per non parlare di Marco, che cerca di proteggerla da quando c'è stata la separazione... l'incubo è finito, però. Suo padre è morto, non c'è più posto per lui qui, e la sua cattiveria era troppa per questa terra.
"Beh, si..."
Ammettiamo entrambi.
"Un giorno, dopo aver rapinato una vecchietta, sempre con tuo padre, e dopo averla gravemente ferita, dissi a tuo padre che volevo smetterla, che piuttosto avrei fatto l'elemosina e..."
Dice evidentemente dispiaciuto.
"E?"
Chiedo.
"E lui mi portò in quella casa abbandonata, la stessa in cui ha portato te, e mi picchiò con un legno pesante di un albero."
Dice mostrandoci un livido.
"È stato prima di trovarti, e ho ancora il livido."
Dice.
"Come hai fatto a convivere con questa cosa? Quando mi tagliavi sembrava fosse una cosa normale... lo facevi con cattiveria..."
Dico.
"Ci ho convissuto e basta. E poi era una cosa naturale per me, essendo abituato a farlo. Se ti tagliavo con cattiveria era per sfogare la mia rabbia oppressa. Inoltre il padre di Marco mi costringeva ad ubriacarmi, e finivo per chiamare 'amore' tutte, te compresa. Per questo non ho mai avuto una ragazza, e tra l'altro mentivo continuamente a mia madre... lei pensava che i soldi gli guadagnassi lavorando, e invece no. Erano soldi rubati. E ogni volta che sentiva l'odore di fumo o alcol si arrabbiava e si agitava; finivamo per litigare, sempre."
Risponde.
"Beh, non hai tutti i torti. Anzi, non hai torti. Se fossi stata nei tuoi panni sarei andata in crisi e non avrei mai trovato una decisione."
Dico.
Il ragazzo abbozza un sorriso.
Com'è che si chiamava? Ken? Kam? Iniziava con la K...
Ah si, KIM!
"Ehi Kim, è stato piacevole parlare con te."
Dico mettendogli una mano sulle spalle.
"Noi andiamo."
Dice Marco salutandolo, ed io faccio lo stesso.
Lui ci saluta calorosamente, poi ci dirigiamo nella nostra stanza.
"Ma tu hai presente quando odi una persona però non vorresti andare oltre i limiti? L'ho ucciso io; mi sento terribilmente sporco."
Dice Marco fissando il vuoto.
"Non l'hai ucciso tu, e poi ricordati ciò che ha fatto a tua madre."
Dico.
"E ciò che ha fatto a te..."
Sussurra.
"Ha avuto un arresto cardiaco, non per colpa tua. Sta. Calmo."
Dico vedendolo in crisi.
La finta bionda entra in stanza.
"Uff, ancora lei."
Sbuffo sottovoce.
"Si, ancora io. Insomma, si può sapere cos'hai contro di me?"
Risponde piuttosto alterata.
Alzo le spalle.
"Intanto stia calma..."
"Stia calma lei!"
Risponde.
"Senta, si dia seriamente una calmata."
"E lei la smetta di attaccarmi!"
"Dovrei smetterla eh?"
"Si. Dovresti veramente."
"E lei la smetta di... di..."
Urlo trattenendomi, perché davvero, se parlo non la finisco più. Mi alzo dal letto avanzando verso di lei, ma Marco mi blocca.
"Lei è psicopatica!"
Urla la finta bionda.
"Elena, insomma... è già alterata, non andiamo oltre o qui scoppia 'na bomba."
Ironizza Marco.
Se non fosse per il fatto che Marco mi tiene bloccata, le avrei già staccato tutta la sua bellissima chioma tinta. Mamma, allora esiste davvero qualcuno peggiore di Tiffany!
"Marco ma non vedi? È peggio di Tiffany..."
Borbotto.
"Tiffany?"
Chiede l'infermiera.
"Si, Tiffany. Una mia compagna di scuola. Molto ma molto odiosa. Però la superi... wow, da quando faccio complimenti a Tiffany?"
Penso ad alta voce.
"Ma è di questa città?"
Chiede perplessa la finta bionda.
"Si... La conosci? Perché in tutta la città lei è l'unica a chiamarsi così. Ovviamente nome egocentrico per persona egocentrica."
Rispondo alzando le spalle.
"Oh, ma come ti permetti di insultare mia sorella?!"
Quasi urla.
Ah, ma allora è sua sorella!
"Ora capisco la somiglianza..."
Dico divertita.
Sbatte la scarpa per terra, facendo rumore con il tacco.
"Ti dovevo mettere io le bende, ma penso che chiamerò un altro infermiere. Ah, già che ci siamo ti farei fare anche un controllo alla testa, per vedere se il cervello c'è oppure è scappato quando ha capito con chi aveva a che fare."
Dice insultandomi.
"Ah, dici a me?"
Chiedo guardandomi intorno.
"Va bene carina, senti un po'... se non sparisci ti strappo i capelli biondi ossigenati che ti ritrovi!"
Rispondo urlando l'ultima frase.
"Ricoverati nel reparto di psichiatria amore."
Mi dice. Okay, mi sta seriamente urtando il sistema nervoso.
NON RISPONDO PIÙ DELLE MIE AZIONI.
"Ehi, stai calmina Elena. È la mia ragazza e non ti permetto di parlarle così!"
Mi difende Marcolino.
"ALLORA TESORO, NEL REPARTO PSICHIATRICO TI RICOVERI TU CON LA TUA SORELLINA. AH, SAI CHE TI DICO? SIETE DUE GALLINE SENZA CERVELLO, CHE VI FERMATE ALL'APPARENZA E PENSATE CHE DUE FORME FACCIANO CIÒ CHE IL CERVELLO NON FA! E NON MI PIACE DISCUTERE CON PERSONE... MH, COME DIRE, TERRA TERRA COME VOI... OH, SEI COSÌ IN BASSO CON TUA SORELLA. E NON MI ABBASSERÒ AI VOSTRI LIVELLI, PERCHÉ A DIFFERENZA TUA E SUA IO SONO UNA PERSONA CIVILE E CON UN CERVELLO PERFETTAMENTE FUNZIONANTE. MA SAI QUAL'È LA COSA PEGGIORE? È CHE VI CREDETE MISS ITALIA 2016, MA LA VERITÀ È UNA SOLA, UNICA ED EVIDENTE: SE NON AVETE UN RAGAZZO FATEVI DUE DOMANDE. NON VORRESTE AVERE UN RAGAZZO SERIO CON CUI PASSARE IL RESTO DELLA VITA? AH GIUSTO, PER VOI NON C'È POSTO PER QUESTA SCEMENZA CHIAMATA AMORE. E FIDATI, ATTRAE MOLTO DI PIÙ UNA PERSONA CHE HA CERVELLO, E NON UNA CHE HA UNA MINI GONNA. IN FONDO, NON È LA GONNA, CHE FA LA DONNA."
Concludo, applaudendomi mentalmente per il discorso.
"Giusto amore."
Dice Marco abbracciandomi da dietro.
Stranamente la gallina non risponde, segno per cui capisco di aver centrato in pieno con queste parole molto forti. Che le siano di lezione, almeno!
Esce dalla stanza, e subito dopo entra un'altra infermiera.
"Ciao, sono Mandy. Mi ha chiamata Elena, l'altra infermiera. Mi ha chiesto di fasciarti perché lei aveva da fare."
Dice l'infermiera.
"Oh, piacere. Sono Giorgia Paradiso."
Dico sorridendo all'infermiera dai capelli rossi.
"Bene, iniziamo."
Dice.

Dopo un'ora e mezza di bruciore, disinfettanti e bende, riesco a non morire.
"Puoi uscire già domani, solo che se usi la sedia a rotelle per una settimana, è meglio."
Dice Mandy.
"E perché? Non ho mica un piede spezzato!"
Controbatto.
"Sei tutta fasciata, camminare ti sarà difficile, fidati."
Dice Mandy uscendo dalla stanza.

Il giorno dopo:
Sono le 10:30, e mi hanno dimessa, finalmente. Si torna a vivere. E speriamo che l'ospedale non lo veda mai più!

SPAZIO AUTRICE:
EHI, PICCOLO AVVISOO: ANCHE SE LA STORIA STA PER FINIRE, (PIANGO.😢) FARÒ UN PIIIICCOLO EPILOGO DOVE PARLERÒ DI GIORGIA E MARCO DA GRANDI, MA IL RESTO VE LO LASCIO SCOPRIRE! LANCIO IL NUOVO ASHTAG #TuttoDaScoprire.😂
MI RACCOMANDO, CONTINUATE A COMMENTARE E A METTERE LIKE, MI FA SEMPRE TANTISSIMO PIACERE!
UN BACIOO.😚
1161 parole.

"Sono Un Disastro, Ma Tu Amami."Where stories live. Discover now