La mia prima versione (?)

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Era un giorno di Novembre, come questi e la piccola ginnasiale Fede (quanto è figo parlare in terza persona pt 2), colma d'ansia, si preparava in compagnia dei suoi compagni di classe a svolgere la prima versione della sua vita. Dopo essere entrata a scuola, dove ad accoglierla c'era sempre, la simpaticissima ma proprio simpaticissima bidella o meglio collaboratrice scolastica (vi risparmio i vari discorsi che ho sentito in questi anni sulla differenza della figura del vecchio bidello e quella del nuovo collaboratore scolastico),  che proprio quel giorno disse al gruppetto di mini classicisti:"Ricordate che non siete liceali ma ancora ginnasiali".

Dopo aver dribblato la donna, i ragazzini entrarono di corsa in classe per prendere i posti migliori ma ad un certo punto sentirono provenire dai corridoi un strano caos e proprio mentre la professoressa di latino distribuiva le versioni, dalla porta entrarono alcuni alunni che iniziarono ad urlare:" La scuola è occupata, tutti fuori!"

Ora, immaginate una classe di quattordicenni che sente la parola "OCCUPAZIONE".

Io,  l'occupazione l'avevo solo vista nei vari documentari e film ma non ne avevo mai fatta una.

Avevo tanta paura ma era anche molto emozionata, capii che era  giunto il momento per me di diventare "grande", dovevo seguire, per la prima volta, solo me stessa, senza alcun suggerimento dei miei genitori.

Quando vidi che tutti iniziarono ad uscire dall'aula, lo feci anche io, ovviamente gli ultimi ad uscire fummo io e Domenico (l'altro adimin di CD) che invano chiedemmo alla professoressa cosa sarebbe successo, lei ci rispose che non lo sapeva e che anche lei avrebbe abbandonato al  più presto l'edificio,  ma che soprattutto sarebbe venuta la polizia.

Terrore! Eravamo illegali. Iniziarono ad accavallarsi nella mia mente pensieri contrastanti come: " E se mi arrestano?!" o "E se invece scappassi?" o ancora " Non voglio essere bocciata, non voglio essere bocciata".

Devo ammettere che quello che mi affliggeva maggiormente era proprio l'ultimo pensiero.

Fu così che vissi la prima occupazione della mia vita e fu così che saltai anche la prima versione della mia vita.

I mesi seguenti furono alquanto diversi, gravi azioni repressive si abbatterono soprattutto nei confronti di quelli più grandi che rispondevano con lanci di fialette puzzolenti.

A noi, invece, piccoli e indifesi ginnasiali, fu proibita la gita di oltre un giorno, ma passammo soprattutto come le povere marionette della situazione, "Siete solo delle pecore" ci disse la stessa professoressa di latino.

Adesso la mia scuola, ormai vecchia (vi spiegherò, se vorrete) rischia di essere completamente spostata da un paese all' altro.

Spero vivamente che l'amministrazione regionale impedisca tutto ciò.

Il liceo classico non dovrebbe essere un scarto, ma la priorità.

Disperiamoci ogni giorno, ma non permettiamo a nessuno di cancellare il liceo Classico dal sistema scolastico italiano.

Vi prego ragazzi,  impegniamoci a difendere le nostre idee, tutti insieme, tutti uniti come una comunità classica.



DIARIO DI UNA CLASSICISTA DISPERATADove le storie prendono vita. Scoprilo ora